100 donne che stanno cambiando il mondo

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Foto: Unsplash.com

Siamo entrati nel 2021, lasciandoci alle spalle un anno difficile. Ma il 2020 può essere ricordato anche per tante storie di eccellenza, storie di donne che hanno fatto qualcosa di speciale.

La BBC ha pubblicato la lista delle 100 donne più influenti e inspiranti del 2020: la scelta si è focalizzata su chi sta guidando il cambiamento in questi tempi turbolenti e il primo posto è stato lasciato vuoto, in omaggio alle donne delle quali non conosceremo mai i nomi ma che hanno agito con coraggio a favore del prossimo.

I campi d’azione considerati nella lista sono quattro: conoscenza, leadership, creatività, identità, che si compongono in uno straordinario mosaico di volti e colori, di paesi e culture, di età e provenienza, storie di impegno da ogni angolo del globo per un domani di maggiori opportunità, dai diritti civili alla salute, dall’ambiente alla cultura.

Nell’elenco compaiono Sanna Marin, alla guida del governo di coalizione tutto al femminile della Finlandia, e Sviatlana Tsikhanouskaya, candidata alla presidenza in Bielorussia e oggi a capo del movimento democratico in esilio che si batte contro l’autoritarismo di Lukashenko. Ci sono molte scienziate, tra cui l’italiana Adriana Albini, alla guida del laboratorio di biologia vascolare e angiogenesi dell’IRCCS MultiMedica e professoressa di Patologia generale all’Università di Milano-Bicocca. Ci sono scienziate che hanno operato per contrastare la pandemia Covid-19 come Sarah Gilbert, a capo del gruppo di Oxford per la ricerca del vaccino; Siouxsie Wiles, che “è stata una forza della natura” in Nuova Zelanda durante la pandemia, collaborando col fumettista Toby Morris per comunicare i dati scientifici del Covid-19, un lavoro da cui è nata la celebre Curva per visualizzare l’andamento della pandemia usata dai governi per aiutare le persone a comprendere i lockdown. La dottoressa Leo Yee-Sin, responsabile della gestione delle crisi al Centro malattie infettive di Singapore, non solo è stata in prima fila nella gestione della pandemia, ma si ricordano i suoi studi per migliorare le cure dell’Aids e la sua esperienza nella gestione dell’epidemia di Sars. Non solo, bilancia il suo lavoro con gli impegni di madre di tre bambini. 

E ancora, in Afghanistan, Somaya Faruqi, team leader nel campo della robotica, ha realizzato un ventilatore low-cost per trattare i pazienti di coronavirusEccellenze femminili si trovano anche in Africa, come la dottoressa Ethel Nakimuli-Mpungu dell’Università di Makerere in Uganda, che lavora per realizzare una terapia più efficace ed appropriata culturalmente per le persone colpite da HIV e depressone; e nei paesi arabi, come Sarah Al-Amiri, Ministra delle tecnologie avanzate negli Emirati Arabi Uniti che è stata project manager della missione su Marte degli Emirati, attesa a febbraio 2021. 

Tante storie che ci raccontano che la parità di genere nel campo della scienza non solo è possibile ma le donne possono eccellere in questo settore, contrariamento al sentimento prevalente in molti paesi, come la stessa Italia, dove solo il 34% delle donne lavora nel settore delle scienze e dell’ingegneria.

Tra le 100 donne nella lista della BBC, molte si battono a difesa dei diritti umani, come Rina Akter, Bangladesh, che durante la pandemia ha organizzato la distribuzione di 400 pasti a settimana per i poveri di Dhaka, in particolare per le donne prostitute, rimaste senza possibilità di sostentamento. C’è poi la coraggiosa Lucy Monaghan, Irlanda del Nord,che ha denunciato il trattamento ricevuto dalla polizia e dai pubblici ministeri del suo paese dopo aver riportato di aver subito uno stupro: è stata accusata di aver provocato lo stupratore e che fosse in realtà consenziente. Grazie alla sua battaglia culturale e giudiziaria, si sta realizzando un cambiamento nella mentalità e nella legislazione relativa alla violenza sessualeDouce Namwezi N'Ibamba è invece una giornalista nella Repubblica Democratica del Congo, che lotta contro i taboo sulle mestruazioni attraverso l’educazione sessuale e la distribuzione di kit igienici alle studentesse. 

Tra le 100 eroine del 2020 c’è anche Nasrin Sotoudeh, avvocata iraniana che difende i diritti di prigionieri politici, attivisti, donne e bambini in Iran; nonostante la sua prigionia e le minacce alla sua famiglia, rimane una sostenitrice dello stato di diritto. “L’hijab è obbligatorio in Iran, e se possono forzarci su questo mezzo metro di tessuto, possono fare qualsiasi cosa con noi”, denuncia. Iman Ghaleb Al-Hamli è la leader di un gruppo di donne che realizza piccoli impianti solari in grado di fornire energia pulita e a basso costo vicino la linea del fronte della devastante guerra civile in Yemen; inizialmente veniva schernita per fare un “lavoro da uomini” ma oggi tutte queste donne si sono guadagnate il rispetto della comunità. Nella lista, anche Fang Fang, scrittrice cinese che durante la pandemia ha documentato gli eventi a Wuhan; molti in Cina la additano come una “traditrice”. C’è poi la 23enne Agnes Chow, attivista pro-democrazia di Hong Kong incarcerata con l’accusa di aver organizzato assemblee illegali. Emerge anche la storia della fiera Nemonte Nenquimoindigena Waorani impegnata a difendere il suo territorio ancestrale, la cultura e il modo di vivere dei popoli minacciati della Foresta Amazzonica. 

Le donne cambiano il mondo anche con lo sport, ad esempio mettendosi al centro di un campo da calcio. È il caso di Evelina Cabrera, fondatrice della Federcalcio argentina femminile, e di Loza Abera Geinore, campionessa del calcio etiopeQueste donne si battono per costruire una società più sostenibile, rispettosa inclusiva.

Per dirla con le parole di Shani Dhanda, giovane donna colpita da una grave disabilità, diventata con la sua incredibile energia un’influencer a livello internazionale per l’inclusione delle persone diversamente abili: “Mentre il mondo si riprende, è nostra responsabilità collettiva ricostruire un futuro inclusivo e sostenibile per tutti”.

Lia Curcio

Sono da sempre interessata alle questioni globali, amo viaggiare e conoscere culture diverse, mi appassionano le persone e le loro storie di vita in Italia e nel mondo. Parallelamente, mi occupo di progettazione in ambito educativo, interculturale e di sviluppo umano. Credo che i media abbiano una grande responsabilità culturale nel fare informazione e per questo ho scelto Unimondo: mi piacerebbe instillare curiosità, intuizioni e domande oltre il racconto, spesso stereotipato, del mondo di oggi.

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