Anche il Parco dello Stelvio si candida alla CETS

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Metodi partecipati, turismo, aree protette, sostenibilità: quadro nodi chiave per il futuro dello sviluppo economico, naturalistico e comunitario delle aree protette, che in un’unica parola potremmo chiamare… C.E.T.S. L’ennesima sigla da decifrare? Forse, ma questa è facile, suvvia, e contiene il senso profondo di un’idea elaborata nel 1991 con uno sguardo che puntava già – e con ragione – al futuro.

La Carta Europea del Turismo Sostenibile, nata nel cuore della Federazione Europarc, riunisce ad oggi oltre 400 aree protette in tutta Europa ed è un metodo che attiva dinamiche di partecipazione e collaborazione nella strutturazione delle proposte turistiche delle aree tutelate, favorendo un’offerta integrata di proposte – credibili per istituzioni e fruitori – all’insegna della sostenibilità. In Italia sono 39 le aree protette certificate, su un totale di 164 in Europa.

La Convenzione delle Alpi e lo studio di Eurac per la Fondazione Dolomiti UNESCO riconoscono nella CETS uno strumento d’eccellenza per sviluppare il turismo sostenibile nelle sue variegate possibilità e all’interno delle aree protette. Uno strumento importante a cui ha deciso di candidarsi anche il Parco Nazionale dello Stelvio, realtà cruciale per la conservazione ma anche per le relazioni interregionali di gestione, che vede nella CETS un’occasione di sperimentare la condivisione, per quanto complessa e articolata, sui tre versanti di competenza, seguendo il fil rouge delle proposte turistiche. Trentino, Alto Adige e Lombardia intendono impegnarsi per la gestione della biodiversità, in piena sintonia con gli intenti della CETS che hanno a cuore la tutela della natura, certo, ma anche delle comunità che all’interno delle aree protette abitano e lavorano. Ecco perché a Milano lo scorso 4 marzo è stata firmata dai rappresentanti istituzionali delle Province di Trento e Bolzano e della Regione Lombardia la proposta di candidatura del Parco alla certificazione.

Una presa in carico di responsabilità che va di pari passo con una seconda firma, apposta sulla Convenzione Quadro relativa a monitoraggio, conservazione e gestione delle risorse naturali e della biodiversità, che segue all'approvazione delle linee guida su monitoraggi e ricerca scientifica. Prevede un impegno e un lavoro coordinato della Regione Lombardia e delle due Province autonome di Trento e Bolzano e definisce e disciplina la gestione delle risorse naturali  e delle attività di ricerca, basandosi su una programmazione annuale e pluriennale delle azioni da realizzare.

Come si evince, si tratta di un percorso lungo e ricco, avviato nel 2018 per iniziativa del Ministero dell'Ambiente con la regia comune di Federparchi: il piano prevede una sessantina di azioni in 5 anni, con l’obiettivo di individuare gli impegni in materia di viabilità sostenibile, riduzione degli scarti, monitoraggio dell’impatto del turismo sulla flora e sulla fauna, promozione delle attività, incluse quelle turistiche, che favoriscono la conservazione del patrimonio storico-culturale e delle tradizioni, incoraggiamento ai visitatori e all’industria turistica affinché contribuiscano alla conservazione ambientale. Un percorso virtuoso che non perde di vista il coinvolgimento di tutti i protagonisti del territorio, tra cui operatori turistici, Apt e amministratori locali, impiantisti e altri soggetti che gravitano attorno a queste attività.

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

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