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Mondeggi: la Fattoria senza Padroni
Biologico
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Paolo versa del vino, e Valentina posa in tavola la parmigiana che ha preparato. Le melanzane le ha raccolte Samuele, assieme alle uova che ora sono la base di una gustosa maionese. Teco agita la coda e abbaia, chiedendo attenzioni: qualcuno gli lancia una palla che si perde tra gli ulivi.
Sono a Mondeggi, la “Fattoria Senza Padroni” che è nata due anni fa su alcuni terreni abbandonati da anni dalla Provincia di Firenze, una storica tenuta appartenuta a famiglie nobili quali i Bardi, i Portinai, i della Gherardesca. La loro storia ha inizio nel Luglio del 2012, quando il movimento “Genuino Clandestino” promuove il comitato “Terra Bene Comune Firenze”: il comitato nasce in seguito alla privatizzazione del patrimonio pubblico iniziata dal Governo Monti. Anche la fattoria di Mondeggi, sita nel comune di Bagno a Ripoli, fu coinvolta in questo processo.
Anni di mala gestione - che ha sostituito l’organizzazione contadina poderale con quella aziendale intensiva - avevano portato ad un debito di più di un milione di euro da parte della S.R.L. “Mondeggi – Lapeggi” che ha come socio unico la Provincia di Firenze. Al momento della messa in liquidazione, Presidente della Provincia era Matteo Renzi. L’abbandono dei terreni aveva causato il progressivo degrado dei circa 200 ettari agricoli della fattoria, delle case coloniche e della villa monumentale lì presenti.
Nel novembre 2013, “Terra Bene Comune Firenze” lanciò la campagna “Mondeggi Bene Comune Fattoria Senza Padroni”, proponendo il recupero della fattoria attraverso l’uso dell’agricoltura contadina: idea diffusa nel territorio con una due giorni di raccolta delle olive negli ormai incolti oliveti, producendo dell’olio distribuito gratuitamente alla popolazione. Dopo un’iniziale apertura della Provincia a questa idea, emerge nel tempo la volontà di vendere la proprietà, nonostante il Consiglio Comunale di Bagno a Ripoli si sia dichiarato contrario all’alienazione, formando un tavolo di lavoro per proporre progetti alternativi. Al progetto alternativo tutt’ora in atto lavorano le persone più svariate: studenti e giovani laureati, produttori biologici, artisti, attivisti dei Gruppi di Acquisto Solidali… fin da subito Mondeggi ha ospitato eventi ricreativi e incontri di formazione contadina, per “riportare le persone a vivere Mondeggi e ricostruire un sentimento affettivo fra la fattoria e gli abitanti dei dintorni”, spiegano i ragazzi del Comitato.
Sembra che l’idea sia stata vincente, visto che in ventiquattro ore ho potuto conoscere, tra gli altri abitanti, anche Riccardo e Dina. Non vivono qui, ma sono in rapporti di “buon vicinato”, talmente buono da contribuire all’economia della fattoria ed affezionarvisi come se fosse un po’ casa loro. Riccardo è di Firenze e ha ricevuto in gestione – come molti altri, singoli o gruppi- un piccolo appezzamento di terreno, nell’ambito del progetto “Mondeggi Terreni Autogestiti”. Parte dei 200 ettari di terreno sono stati divisi tra chi ha espresso la volontà di lavorare, in comunità, su orti ( circa 50 metri quadrati ad appezzamento) e oliveti ( 35 alberi ad appezzamento): quel che basta a una famiglia per una certa autodeterminazione alimentare. I gestori dei vari appezzamenti si aiutano a vicenda: gli attrezzi sono condivisi, nei momenti di raccolta la forza - lavoro è comune e i prodotti sono divisi in parti uguali anche con i gestori degli appezzamenti meno produttivi.
Riccardo, dopo aver insistito con i più pigri, ci convince a imparare la quadriglia, una danza tradizionale settecentesca di origine francese che è divenuta folklore in molte regioni italiane, tra cui la Toscana. Qui, divenne una forma di svago per i contadini nei giorni di festa. Il ballo si è rivelato facile e coinvolgente, facendoci sorridere al pensiero degli innamoramenti tra contadini nel corso della danza.
Dina vive sulla stessa collina su cui spuntano le due case coloniche occupate dai residenti di Mondeggi: non mi spiega qual è il suo ruolo nel Comitato, ma porta cibo per tutti la sera, accende un fuoco e mi racconta un po’ le storie di chi passa di qui, aiuta, sogna di costruire qualcosa di sano e duraturo. Dina mi spiega anche cos’è WWOOF ( World Wide Opportunities on Organic Farms): si tratta di una rete che fornisce a viaggiatori (WWOOFers) e aziende (hosts) una tessera associativa in modo da rendere possibile la presenza di lavoro volontario nelle fattorie. Molte fattorie, anche in Toscana, sono parte della rete e il lavoro volontario permette loro – in certi casi- di sopravvivere, nel frattempo insegnando ai viaggiatori lavori sempre nuovi, dalla raccolta delle olive alla produzione di formaggio. Nonostante molte siano le cose che si possono imparare a Mondeggi, e molto sia l’aiuto di cui c’è bisogno, la Fattoria Senza Padroni non aderisce alla rete: in primis, perché non si tratta di un’azienda. E poi, Mondeggi è anche un Comitato politico, con una precisa linea di intenti e azione. Si può essere ospitati a Mondeggi per circa una settimana, consapevoli della comunità, anche politica, nella quale ci si inserisce.
Mondeggi è una piccola realtà bucolica, ricca di progetti agricoli e socioculturali dei più vari: orticoltura, erboristeria, la semina di grani antichi, l’ allevamento ovi-caprino, l’apicoltura, la manutenzione delle case e del fienile, giornate di scuola contadina, cineforum e presentazioni di libri.
Ci si chiede se la Provincia di Firenze sia a conoscenza di tutto ciò, dato che in realtà, nel Maggio 2014, ha confermato in via definitiva la scelta dell’alienazione. In effetti sa bene quel accade a Mondeggi, perché periodicamente due “custodi” provinciali si recano qui e passeggiano tra gli oliveti, fanno un giretto con i trattori che tengono chiusi in un capannone – anch’esso abbandonato da anni- e se ne vanno. L’occupazione dei terreni e delle case è proprio una scelta del Comitato per opporsi fisicamente alla vendita, dopo che l’assessore al bilancio fiorentino Tiziano Lepri annunciò la decisione giustificandola come necessaria a reperire i fondi a copertura del “decreto governativo degli 80 €”.
La prima asta generale della proprietà, ad Ottobre 2014, è andata a vuoto. Dal 2015, è iniziata la vendita “frammentaria”: solo due- tre ettari di terreno sono stati venduti, e altri dieci saranno messi all’asta a metà del prossimo Settembre. Queste piccole vendite sono necessarie a coprire gli interessi del debito già enorme con le banche che, oramai, la Città Metropolitana di Firenze vede gonfiarsi di anno in anno. Se vendessero tutto recupererebbero circa 400 mila euro, che non è abbastanza. Di questo passo, comunque, ci vorranno vent’anni per vendere tutta la proprietà. “Noi denunciamo questa vendita che scorpora i terreni”, dice Niccolò – abitante di Mondeggi e laureato in agraria. “ Aggiunge danni ulteriori ad una zona (che, ricordiamo, è patrimonio PUBBLICO) oltre ai debiti che gli amministratori provinciali hanno creato sperperando soldi anch’essi pubblici. Privatizzare non è una soluzione”.
Sofia Verza

Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Trento, ha studiato ad Istanbul presso le Università Bilgi e Yeditepe, specializzandosi nel campo del diritto penale e dell'informazione. Ad Istanbul, ha lavorato per la fondazione IKV (Economic Development Foundation), ricercando nel campo della libertà di espressione. E' stata vice presidente dell'associazione MAIA Onlus di Trento, occupandosi di sensibilizzazione sulla questione israelo-palestinese e cooperazione culturale in Cisgiordania. Scrive per il Global Freedom of Expression Centre della Columbia University e collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso.