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Brasile: Lula, si alla Soia transgenica
Biologico
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Con un decreto legge il Brasile apre alla soia geneticamente modificata. Il provvedimento ha creato tensioni all'interno della compagine governativa del Presidente Lula da Silva. Intanto il Brasile sta affrontando una profonda crisi economica ed è passato dall'8° al 15° posto nella classifica delle economie mondiali. Ridimensionamento che si ripequoterà pricipalmente sulle classi più deboli del Paese sud-americano.
Il Brasile è il secondo produttore mondiale di soia e il governo ha 'realisticamente ceduto' alle pressioni del mercato internazionale e dei grossi coltivatori locali ed ha eliminato il blocco alle sementi transgeniche. L'apertura alla "trans-soia" è stata fortemente contestata da gruppi di attivisti in particolare del Movimento dei "Sem Terra", che hanno protestato nei giorni scorsi sotto gli uffici del Ministero dell'agricoltura a Brasilia. Il provvedimento, ancora non ufficializzato, ha però scosso alla radice le coscienze di molti membri del governo. Ad opporsi strenuamente al provedimento il ministro dell'ambiente Marina Silva, simbolo delle lotte degli indios e della speranza di cambiamento delle condizioni delle classi più povere. Il Presidente Lula ha dovuto faticare a lungo per convincere i suoi dell'opportunità del provvedimento.
Intanto il paese sta attraversando un momento di forte crisi economica. Il governo, elaborando i dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), ha dato notizia che il Brasile è sceso dall'ottava alla quindicesima posizione nella classifica delle economie mondiali. Le cause della crisi sono da imputare alla difficile congiuntura internazionale da un lato ma anche all'incertezza degli investitori nel prima e dopo le elezioni presidenziali del 2002 e alle politiche restrittive in campo finanziario adottate dal nuovo governo Silva. Secondo l'agenzia di stampa Misna l'impatto più rilevante della crisi dovrà essere registrato sulla popolazione in particolare tra le fasce più deboli. In Brasile infatti almeno il 22% della popolazione risulta vivere al di sotto della soglia di povertà e ormai sono milioni i bambini costretti a vivere per strada. [DS]
Altre fonti: IEPE;