Alimenti: etichette trasparenti e produzioni tipiche chiare

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Da domenica 18 aprile su 30.000 prodotti alimentari e su 32 milioni di tonnellate di mangimi venduti nell'UE dovrà essere chiaramente citata la presenza di organismi geneticamente modificati. Proprio domenica 18 aprile, infatti, entra in vigore la nuova normativa europea per il controllo sugli Ogm negli alimenti, nei mangimi e sulla loro eventuale diffusione nell'ambiente.

"Finalmente etichette trasparenti" - è il commento di Francesco Ferrante direttore generale di Legambiente. "Sebbene la segnalazione ci sarà solo quando la quantità Ogm superiore allo 0,9% per ingrediente, i 450 milioni di consumatori europei saranno finalmente in grado di scegliere se acquistare o meno prodotti con ingredienti geneticamente modificati. Dunque verrà garantita la tutela della salute non solo dell'uomo ma anche di animali e ambiente, oltre che degli interessi di chi acquista". Un piccolo passo avanti dunque, che, secondo Legambiente, sarà fondamentale per il monitoraggio degli alimenti dal campo alla tavola e dai prodotti importati a quelli trasformati.

Un pacchetto legislativo che costringe il libero commercio di Ogm ad una più attenta, e seria, valutazione. "Purtroppo a una così buona partenza si aggiunge un neo non indifferente: allo stesso modo, infatti, si concede una quantità dello 0,5% per ingrediente di Ogm non autorizzato. Per intenderci potremmo acquistare un prodotto con quantità, a esempio, di mais bt11 di cui non si discuterà prima del 26 aprile prossimo a Lussemburgo" - conclude il direttore generale dell'associazione ambientalista.

E sempre Legambiente segnala un'altra buona notizia dall'Europarlamento: nei giorni scorsi sono state approvate nuove norme che permetteranno la rintracciabilità degli alimenti in difesa dei prodotti tipici. "Con questo voto vengono salvate le produzioni tradizionali italiane dal pericolo di estinzione" - ha commentato Roberto Della Seta, presidente di Legambiente. È infatti passato al voto in seconda lettura il cosiddetto "pacchetto igiene": 3 regolamenti ed una direttiva proposti dalla Commissione nel Luglio del 2000 che riguardano la revisione delle attuali 17 direttive che regolamentano l'igiene dei prodotti alimentari.

"Un enorme passo avanti visto che l'attuale normativa comunitaria, prescrivendo requisiti iperigienisti modellati esclusivamente sulle esigenze della grande industria alimentare, ha sino ad ora penalizzato le produzioni tipiche e tradizionali" - ha aggiunto Dell Seta. Ma per l'entrata in vigore delle nuove misure, una volta approvate da Parlamento e Consiglio, bisognerà attendere Gennaio 2006, in modo da consentire al sistema agroalimentare europeo di avere il tempo necessario per potersi adeguare alla nuova normativa comunitaria.

Nella posizione comune del Consiglio, adottata lo scorso ottobre, si prevede che gli Stati Membri possano, senza compromettere gli obiettivi di igiene degli alimenti, modificare i requisiti previsti dall'allegato tecnico per consentire l'uso di metodi tradizionali a tutti i livelli di produzione, trasformazione e distribuzione. "Un brutto colpo dunque - ha concluso Della Seta - per la lobby della grande industria alimentare, che ha tentato in ogni modo di mantenere inalterati gli attuali requisiti iperigienisti della normativa comunitaria e continuare così a penalizzare le produzioni tipiche e tradizionali europee". [GB]

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