Muos: illegale e pericoloso. Parola di Tar!

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Il Tar di Palermo la scorsa settimana ha accolto con la sentenza n. 461 il ricorso presentato dal Comune siciliano di Niscemi, dal comitato regionale di Legambiente e dai comitati No Muos contro l’installazione del Mobile User Objective System (Muos), un sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense, composto da 5 satelliti geostazionari e 4 stazioni di terra, di cui una proprio a Niscemi. La sentenza del Tar dice, ufficialmente, che “sarebbe scaduta” l’autorizzazione paesaggistica del 2008, come il “nulla osta dell’Azienda Foreste demaniali”, ma sottolinea anche la mancanza di “indagini preliminari circa le interferenze del Muos rispetto alla navigazione aerea relativa all’aeroporto di Comiso” e “di studi in materia di tutela della salute dalle esposizioni elettromagnetiche”. In sintesi: l’impianto è “illegale” e “può comportare rischi per salute pubblica”, visto che anche le “Analisi dell’Istituto superiore di sanità costituiscono documenti non condivisi da tutti i professionisti che hanno composto il gruppo di lavoro”. 

Per i legali dei comitati No Muos si tratta di un successo importante. “Il Tribunale Amministrativo ha dichiarato che le revoche delle autorizzazioni operate dalla Regione Siciliana nel marzo 2013, erano da qualificare come annullamenti in autotutela con effetto definitivo […]. Il Tar, ha poi rigettato i ricorsi proposti dal Ministero della Difesa contro i suddetti annullamenti, ritenendo che la Regione avesse ben operato nell’annullare le autorizzazioni e tutte le perizie esperite in corso di causa dimostrano come l’impianto sia rischioso per la salute e per il traffico aereo degli aeroporti di Comiso, Sigonella e Catania. Poiché l’annullamento opera con effetto ex tunc come se le autorizzazioni non siano mai venute in essere, i lavori compiuti dalla Marina statunitense sono da considerare integralmente abusivi in quanto iniziati e proseguiti in assenza di autorizzazioni” si legge in una nota dei Comitati.

Per Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia, la decisione del Tar è una liberazione: “Finalmente il Tar ci ha dato ragione - ha dichiarato -.  Proviamo tuttavia amarezza perché questa sentenza arriva quando i lavori per la realizzazione del Muos sono ormai terminati. Chiediamo ora che l’impianto non entri mai in funzione, perché il Tar ci ha dato ragione proprio sulla questione più rilevante: i possibili danni alla salute delle persone. Antenne precedentemente installate erano per altro già state monitorate dall’Arpa, che aveva evidenziato emissioni pericolose eccedenti la norma. Figuriamoci quelle gigantesche del Muos”. Analogamente il movimento No Muos siciliano ha sottolineato come sia stata finalmente data “ragione ai cittadini” riconoscendo la possibile “attitudine offensiva delle onde elettromagnetiche” con un saggio “principio di precauzione”.

E adesso? L’impressione è che non sarà facile fermare la prepotenza militare interna ed esterna al Belpaese soprattutto con la scusa del Isis alle porte in Libia, ma intanto accanto a quella degli americani, la sconfitta, senz’altro sonora, si estende a tutto l’apparato politico-militare (e affaristico) internazionale. “Il Muos e un esempio di quanto sia infimo il rispetto della marina degli Stati Uniti (e dello stesso Governo USA) nei confronti delle leggi e dei cittadini italiani, della Costituzione della Repubblica, e in quale scarsa considerazione tengano le autorità e le prerogative delle istituzioni del nostro Paese” hanno dichiarato i No Musos siciliani. “Riguardo poi agli amici italiani degli apparati di guerra americani non abbiamo dubbi di sorta: al di là dell’immoralità dei comportamenti, delle prese di posizione e degli atteggiamenti assunti da politicanti forti con i deboli, ma sempre fiacchi con il forte apparato bellico, la loro sconfitta è evidente”. 

Adesso nessuno potrà ignorare quanto stabilito dal Tar, le amministrazioni coinvolte dovranno dare esecuzione alla sentenza e i Comitati siciliani dovranno essere pronti a vigilare. “Ora più che mai occorre mobilitarsi per non farsi strappare la vittoria da una politica collusa e da funzionari e apparati di sottogoverno che farebbero bene a trarre le loro conseguenze dalle decisioni dei giudici e dalla considerazione popolare che si sono meritati. Vigiliamo e aspettiamo al varco, perché adesso pretendiamo che emerga autorevolezza fra le cosiddette autorità italiane: che riescano a imporre agli americani quello che prescriverebbero a qualunque cittadino italiano quando realizza un ecomostro. Abbattere e smantellare la costruzione abusiva” hanno concluso i No Muos.

Per questa storica vittoria alla “società civile” siciliana dobbiamo molto. Attivisti e comitati, pagando il prezzo di denunce e sanzioni, hanno tenacemente portato avanti una lotta dal basso per difendere il territorio e la salute della popolazione messi in pericolo da un impianto di guerra, del quale è stata più volte denunciata l’illegalità e la pericolosità. La sentenza del Tar adesso riaccende le speranze di tutti coloro che credono nella Sicilia come ponte di pace e non come avamposto di guerra. È tempo di restituire l’area occupata abusivamente dal Muos alla libera e pacifica cittadinanza siciliana.

Alessandro Graziadei

Sono Alessandro, dal 1975 "sto" e "vado" come molti, ma attualmente "sto". Pubblicista, iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2009 e caporedattore per il portale Unimondo.org dal 2010, per anni andavo da Trento a Bologna, pendolare universitario, fino ad una laurea in storia contemporanea e da Trento a Rovereto, sempre a/r, dove imparavo la teoria della cooperazione allo sviluppo e della comunicazione con i corsi dell'Università della Pace e dei Popoli. Recidivo replicavo con un diploma in comunicazione e sviluppo del VIS tra Trento e Roma. In mezzo qualche esperienza di cooperazione internazionale e numerosi voli in America Latina. Ora a malincuore stanziale faccio viaggiare la mente aspettando le ferie per far muovere il resto di me. Sempre in lotta con la mia impronta ecologica, se posso vado a piedi (preferibilmente di corsa), vesto Patagonia, ”non mangio niente che abbia dei genitori", leggo e scrivo come molti soprattutto di ambiente, animali, diritti, doveri e “presunte sostenibilità”. Una mattina di maggio del 2015 mi hanno consegnato il premio giornalistico nazionale della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue “Isabella Sturvi” finalizzato alla promozione del giornalismo sociale.

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