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25 anni di CIPSI. Ancora per un Nobel alle donne africane
Diplomazia popolare
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Mentre il premio Nobel per la pace 2010 viene assegnato al dissidente cinese Liu Xiaobo nonostante le pressioni di Pechino, c’è già chi da tempo lavora alla prossima significativa candidatura. “Sono le donne africane che, di fronte alle prevaricazioni del potere, sanno alzarsi in piedi per difendere i diritti calpestati…”. Con queste parole il presidente Cipsi Guido Barbera, in occasione dei 25 anni del coordinamento, ha rilanciato la Campagna Noppaw per assegnare il Premio Nobel 2011 alle donne africane.
Era il 4 ottobre di 25 anni fa quando tre organismi: Movimento Sviluppo e Pace, Aifo e Mani Tese, rappresentati da Piergiorgio Gilli, Guido Barbera, Graziano Zoni e Rosario Lembo, firmarono attorno ad un tavolo a Milano l’atto che dava inizio a un nuovo coordinamento. Nasceva il Cipsi.
Oggi è un coordinamento di 48 organizzazioni non governative e associazioni di solidarietà internazionale presenti in 92 paesi di Africa, Asia, America latina ed Europa dell’Est, con oltre 200 attività costruite assieme a partner locali per migliorare le condizioni di vita e salvaguardare i diritti delle popolazioni dei paesi impoveriti.
"Un cammino - spiega Barbera - che ha saputo aggiungere tanti nuovi anelli ad una catena che s’è rafforzata negli anni, superando indifferenze, ostacoli, difficoltà. Un cammino che ha saputo confrontarsi con il disinteresse politico, con la storia ed i grandi cambiamenti mondiali con coerenza e tenacia, rifiutando ogni scelta di parte e ogni posizione di forza, scegliendo sempre e solo il confronto e il dialogo per costruire o ricostruire ponti e strade nel rispetto della dignità di ogni singolo individuo, a tutela di tutti i suoi diritti”.
Oggi la posta in gioco per continuare a fare cooperazione e traguardare gli Obiettivi del millennio è molto alta e il Cipsi rilancia il proprio impegno a partire dalla campagna Noppaw, Campagna per il Premio Nobel per la Pace 2011 alle donne africane, una delle iniziative che per il coordinamento risulta essere tra le più significative di questi 25 anni di storia.
Coloro che avevano lanciato la campagna nel 2009 saranno, dal 21 al 26 ottobre, a Dakar con un’assemblea internazione per entrare nel merito della proposta del Nobel per la pace 2011. Una proposta dalla genesi semplice, maturata sul campo della cooperazione internazionale.
“Camminando dal 1985 per le strade dell’Africa ci siamo resi conto che è la donna a portare il peso della famiglia, dell’intero villaggio. Spesso pagando con il proprio fisico, subendo violenze, le donne hanno ricostruito relazioni tra le parti in guerra, come in Liberia e Sierra Leone. Per questo abbiamo pensato di superare gli schemi consueti e proporre un Nobel non per una persona ma per tutte le donne africane, per mettere in risalto il ruolo della società civile nel costruire convivenza e capacità di stare insieme. A Dakar con rappresentanti di diversi Paesi africani discuteremo sul dossier per la candidatura: si tratta di storie da tutti i Paesi che raccontano di lavoro, famiglia, salute, tratta degli esseri umani. Vorremmo anche usarle come strumento educativo nelle scuole per tutto il 2011”.
Una candidatura non facile per la sua genericità, ma Noppaw ha dalla sua centinaia di storie a sorreggere questa scommessa non solo simbolica. “Sono le donne africane - si legge tra le motivazioni della proposta - ad alzare la voce per dire al mondo che l'Africa e i suoi abitanti hanno gli stessi diritti di tutte le terre del mondo; sono le donne africane a tener fede agli impegni assunti nelle forme del microcredito e a dar vita coraggiosamente a cooperative di lavoro per creare opportunità di sviluppo; sono le donne africane a far sentire il peso delle guerre e della fame e da tempo le vedi come valorose giornaliste pronte a denunciare violenze e soprusi”. E ancora si legge tra le motivazioni della campagna “sono le donne protagoniste silenziose di progetti sanitari soprattutto contro l'Aids che in Africa miete vittime ogni giorno”.
La Campagna che ha da poco superato le 16.550 firme con le adesioni di Maria Grazia Cucinotta, Gianna Nannini, Caterina Caselli e Mara Carfagna. Si sembra così riconoscere e valorizzare il ruolo tanto significativo quanto spesso dimenticato che hanno le donne in genere ed africane in particolare, nella società. Si tratta di donne “comuni”, quelle che non appaiono sui giornali e non fanno "notizia", ma che per le 48 realtà del coordinamento Cipsi con la loro forza, la loro dignità e il loro attivismo scrivono quotidianamente la storia del continente africano.
“Siamo consapevoli delle difficoltà di questa candidatura ha concluso Barbera - ma puntiamo soprattutto all’opinione pubblica e alla politica, per dire loro che un cambiamento costruttivo è possibile. È coltivando progetti come questo che l’augurio di buon compleanno diventa un augurio di continuità e di nuovo slancio nel cammino che abbiamo davanti a noi”, un cammino che per i sostenitori della campagna Noppaw sembra avere la certezza che senza l’oggi delle donne, non ci sarebbe nessun domani per l’Africa.