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Ogm: reti e regioni chiedono coerenza all'Ue
Contaminazioni
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Un cartello di più di venti organizzazioni europee tra cui Attac, Amici della Terra, Greenpeace, Oxfam e per l'Italia la Rete di Lilliput hanno scritto una lettera aperta indirizzata alla Commissione Europea relativamente alla strategia comunitaria sugli Ogm. In sostanza si chiede un atteggiamento "interno" coerente con la difesa assunta in sede dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), nella causa intentata da alcuni paesi capitanati dagli Stati Uniti d'America lo scorso 13 maggio 2003 relativamente alla moratoria sui prodotti geneticamente modificati che l'Unione Europea ha in atto dal 1998. In questa sede la Commissione sta sostenendo che il Wto non e' il posto giusto per derimere la questione e che non c'e' certezza che gli Ogm siano sicuri. Internamente invece l'Ue ha dato il via libera all'inserimento di 17 nuove varietà di mais transgenico Mon810 (della multinazionale Monsanto), nel registro comunitario delle sementi, che agevola così il via libera all'acquisto in tutta Europa di semi di mais transgenico.
Pappa buona! Analisi dettagliata della causa Wto (in formato .pdf)
Martedì scorso l'Assemblea delle Regioni d'Europa (Are) ha lanciato una campagna congiunta con gli "Amici della Terra" Europa per garantire il futuro dell'agricoltura tradizionale e dei prodotti di origine controllata in Europa. Secondo i dati messi insieme dall'Are, dal 1999 ad oggi, quasi 2mila autorita' regionali e locali di tutta Europa hanno preso posizione contro i rischi di contaminazione transgenica delle colture, specie dopo il ''vuoto'' legislativo lasciato dalla Commissione europea in materia di coesistenza e di responsabilita' in caso di contaminazione. Un movimento in piena crescita, che ha gia' cominciato ad organizzarsi a livello europeo. Risale al 2003, infatti, l'iniziativa apri-pista di Toscana e Alta Austria che, con una dichiarazione comune, dettero vita alla prima Rete Europea delle Regioni Ogm Free cui aderirono 10 Regioni - incluso le Marche - oggi gia' aumentate a 14. Danimarca, Germania e Puglia sono alcune delle realtà europee e italiane che hanno già adottato provvedimenti sulla coesistenza tra colture ogm e "ogm-free".
No alla coltivazione di specie vegetali e all'allevamento di animali geneticamente modificati sul territorio emiliano-romagnolo, in attesa che si precisi il quadro normativo nazionale e comunitario di riferimento. E' quanto prevede il progetto di legge della Regione Emilia Romagna sugli Ogm, la cui approvazione in Consiglio regionale, dopo l'adozione da parte della Giunta, è prevista per la fine dell'anno. Il progetto di legge della Regione prevede, in sintesi, un divieto temporaneo e di tipo cautelativo, fortemente motivato, ma non solo. In attesa di avere maggiore certezze sul piano normativo e scientifico, con questo progetto di legge la Regione sceglie anche di impegnarsi con forza sul fronte della ricerca, dello studio e del confronto. Per questo il progetto di legge prevede l'avvio di un programma interdisciplinare di ricerca in materia di coesistenza, collegato alle iniziative del Ministero delle politiche agricole, delle altre Regioni e dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare. E' prevista inoltre la costituzione di un Comitato scientifico per le biotecnologie in agricoltura, la predisposizione dell'elenco delle produzioni agroalimentari di qualità e regolamentate, con l'identificazione delle relative aree geografiche e un piano annuale di controlli. [AT]
Altre fonti: Trade Watch Osservatorio, Green Planet, Assemblea delle Regioni d'Europa