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La Réunion, Patrimonio UNESCO di scoperte e turismo leggero
Conservazione
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Foto: Reunion-parcnational.fr
Nato nel 2007, il Parc Nationale de La Réunion è stato aggiunto dopo soli tre anni alla lista dei siti patrimonio UNESCO per il suo eccezionale paesaggio e per la biodiversità che ospita. Due criteri che lo hanno reso il primo sito oltremare con un prestigioso riconoscimento internazionale di cui la Francia può fregiarsi, un’area protetta che copre il 42% dell’isola (circa 1 km quadrato) del territorio di Réunion.
La combinazione di attività vulcanica, smottamenti di origine tettonica ed erosione dovuta alle forti piogge che investono l’isola e alla portata dei suoi corsi d’acqua ha modellato un territorio di una bellezza straordinaria, un paesaggio aspro e spettacolare dominato da due vulcani – il dormiente Piton des Neiges e l’attivissimo Piton de la Fournaise. Due massicci basaltici che costituiscono l’habitat di molteplici specie e che ospitano foreste come le Pandanaies, uniche al mondo.
Ecosistemi complessi e preziosi dove vivono animali e piante con un altissimo grado di endemismo proprio nella core area del Parco: sono infatti quasi 1600 le specie native registrate sull’isola, ma ancora se ne stanno scoprendo di nuove, come per esempio la recente codifica (2018) del Petrello delle Mascarene (Pseudobulweria aterrima), che nidifica intorno al Piton des Neiges, o la scoperta di un nuovo gene dell’endemica Heterochaenia, l’Heterochaenia fragrans (2008). Alcuni abitanti però, come per esempio l’averla cuculo (Lalage newtoni), rientrano “in pericolo critico” nella lista rossa della IUCN, il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a cura dei maggiori esperti a livello globale, attivo da 50 anni grazie al lavoro dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
Una situazione critica rilevata già nel 2017, quando un report della IUCN ha declassato l’isola da “good with some concerns” a "significant concern", soprattutto a causa delle minacce rappresentate delle specie invasive. Una sfida importante per il Parco Nazionale, che si trova a dover affrontare una grave minaccia alla sua inestimabile eredità naturale: ecco perché l’ente Parco gioca un ruolo chiave anche nei confronti delle comunità locali per assicurare l’integrità, la conservazione (attraverso diversi progetti LIFE+) e la gestione di un’eccezionale biodiversità.
Una situazione che ha messo in moto non solo mobilitazioni a livello locale, sia istituzionali che dal basso, ma anche progetti dedicati a garantire che la biodiversità tropicale dell’arcipelago delle Mascarene venga tutelata dalle minacce di molteplici fattori, che includono bracconaggio e incendi dolosi. Uno di questi riguarda la semina di specie indigene (PEIRun), che punta a ridurre la pressione umana sulla flora dell’isola che rischia di provocare la sparizione definitiva di alcune piante: il coinvolgimento della popolazione nel contenimento di questo rischio ha l’obiettivo di conservare il patrimonio culturale e naturale dell’isola, diminuendo le zone invase da specie esotiche e potenziando al contempo i metodi dolci e tradizionali di coltivazione, limitando l’impatto umano e responsabilizzando le nuove generazioni con progetti didattici dedicati e percorsi di educazione artistica e culturale all’interno del Parco.
Non solo però attività che coinvolgono le comunità locali, ma anche un forte orientamento alla sensibilizzazione del turista che visita il Parco, invitandolo alla pratica di un turismo lento e sostenibile per condividere la conoscenza del territorio e delle peculiarità ambientali, valorizzare la visita degli spazi naturali grazie all’utilizzo di mezzi leggeri, sviluppare l’ecoresponsabilità nella pratica degli sport all’aria aperta e favorire l’emersione di un approccio di qualità che sia contemporaneamente rispettoso del territorio e dei suoi abitanti.
Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.