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#Allarmenatura: dobbiamo difendere la biodiversità!
Conservazione
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Dice un proverbio cinese che “È più facile deviare il corso di un fiume o spianare una montagna che cambiare l’animo di un uomo”. Per fortuna per alcuni, speriamo i più, difendere l’integrità di un fiume o di una montagna vale almeno il tentativo di cambiare l’animo dell’uomo e scongiurare la deregulation della Commissione Europea, che sta effettuando un’approfondita valutazione delle direttive sulla natura “Habitat” e “Uccelli”, ” nel contesto della cosiddetta “Fitness Check”, per verificare se esse sono coerenti ed efficaci rispetto agli obiettivi di conservazione della biodiversità europea. Un processo che per molte associazioni ambientaliste ed animaliste europee si è avviato in un clima poco favorevole alla tutela dell’ambiente e che rischia di cancellare decenni di progressi svendendo la natura ad interessi che poco hanno a che fare con la protezione di flora, fauna e territorio. Per questo è attivo fino al 24 luglio, sui siti di Lipu, Legambiente e Wwf, un appello online lanciato alla Commissione europea da tutti i cittadini europei che lo vorranno sottoscrivere con una serie di indicazioni per “migliorare l’applicazione e rinforzare le direttive a difesa di specie e habitat”.
In tutta Europa sono più di 100 le associazioni ambientaliste che si sono mobilitate temendo che l’Unione Europea possa esser tentata dall'indebolire le leggi esistenti. Promotori dell’iniziativa sono BirdLife (Lipu in Italia), Wwf, European Environmental Bureau (o EEB di cui fanno parte Legambiente, Fai, Pro Natura e Mamme antismog) e Friends of the Earth Europa che in 28 Paesi dell’Unione offrono l’opportunità a milioni di cittadini, in modo semplice e chiaro, di pronunciarsi contro le minacce che vengono portate alla protezione della natura e per ottenere dalla Commissione europea una rafforzamento delle leggi europee sulla biodiversità. Per Legambiente “le direttive Habitat e Uccelli sono riconosciute come tra le più forti leggi al mondo per la difesa di animali selvatici, piante e habitat dall’estinzione”. Grazie a queste normative, l’Europa ha oggi il più grande network al mondo di aree protette: la rete Natura 2000, che copre circa il 20% del territorio europeo e il 4% dei suoi siti marini, ma se “Le leggi europee che proteggono la natura verranno modificate potrebbero esserci effetti devastanti per la tutela della biodiversità”.
Parte del processo di revisione è una consultazione pubblica in cui la Commissione Europea chiede l’opinione dei cittadini, un appuntamento che per gli ambientalisti deve essere sfruttato. La campagna su internet permette, infatti, ai cittadini di prendere parte alla consultazione sottoscrivendo le indicazioni date da esperti ambientali, un’opportunità unica per il pubblico di esprimere un punto di vista “ambientale” durante questa fase di valutazione tecnica. “Si tratta - ha detto in una nota la EEB - di dare voce ad una grande campagna sul web indispensabile per salvare la natura europea dai propositi di deregulation del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. Il tuo parere può fare la differenza, ma il momento di agire è ora. Dobbiamo dire che vogliamo che le leggi vengano rispettate, non indebolite!”.
“Abbiamo una grande mole di evidenze scientifiche che mostrano come queste direttive, quando implementate, funzionano - ha dichiarato Angelo Caserta, direttore di BirdLife Europa - e anche numerosi esempi che dimostrano come queste normative non ostacolano lo sviluppo dell’economia”. Dello stesso avviso è anche Jeremy Wates, segretario generale EEB secondo il quale “invece di disfare le leggi europee, la Commissione europea e gli stati membri dovrebbero mettere più impegno nella loro implementazione, e assicurarsi che portino gli enormi benefici che possono portare alla natura così come a noi e alla nostra economia”. Queste leggi, così come sono, proteggono oggi più di 1.400 specie animali e vegetali minacciate, regolandone la protezione e hanno permesso il recupero di specie europee iconiche come il Tarabuso, il Lupo Grigio e la Lince Iberica. Molti dei luoghi protetti da queste norme sono famosi in tutto il mondo: dalle zone umide del Parco nazionale di Doñana in Spagna, con i suoi fenicotteri e le aquile imperiali, ai laghi e alle paludi del delta del Danubio in Romania, con i suoi pellicani e le aquile di mare, o le faggete bavaresi. “Le specie e i luoghi protetti da queste direttive sono unici e insostituibili e meritano di essere protetti per il loro immenso valore comune” ha aggiunto Wates.
“Il Wwf ha combattuto per 30 anni affinché l’Europa avesse leggi per la protezione della natura che fungessero da modello per il mondo intero - ha spiegato Tony Long, direttore dell’ufficio Policy del Wwf Europa - Nessuno può avere interesse a riportare le lancette dell’orologio, non la natura stessa e nemmeno noi umani che dipendiamo da essa per la nostra sopravvivenza”. La natura, infatti, spesso lavora per noi: le zone umide e paludose ci proteggono dalle inondazioni, le foreste ben gestite ci difendono dai cambiamenti climatici, ci forniscono legno, ossigeno e ospitano molte specie e il tempo che passiamo a contatto con la natura produce sempre benefici alla nostra salute fisica e mentale. “Sempre più spesso ormai anche gli economisti e le aziende private riconoscono che una economia sana non può prescindere dalla tutela della natura” ha concluso Long.
Ecco perché, in questi giorni sono in gioco oltre trent’anni di conquiste a difesa dell’ambiente ed ecco perché fino al 24 luglio Facebook e Twitter si arricchiranno di decine di contenuti delle molte ong coinvolte che lanceranno l’#allarmenatura e racconteranno le tante storie di successo sul salvataggio, grazie alle normative europee, di specie rare e di siti preziosi per la biodiversità veicolati con l’hashtag #lamianatura. Dobbiamo dire ora all'Europa che le leggi vanno rispettate, non indebolite, se vogliamo mantenere in vita il nostro pianeta e lasciare alle prossime generazioni un continente e un Paese con dei luoghi in cui uomini e natura, se difesi, possono ancora prosperare insieme.
Alessandro Graziadei

Sono Alessandro, dal 1975 "sto" e "vado" come molti, ma attualmente "sto". Pubblicista, iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2009 e caporedattore per il portale Unimondo.org dal 2010, per anni andavo da Trento a Bologna, pendolare universitario, fino ad una laurea in storia contemporanea e da Trento a Rovereto, sempre a/r, dove imparavo la teoria della cooperazione allo sviluppo e della comunicazione con i corsi dell'Università della Pace e dei Popoli. Recidivo replicavo con un diploma in comunicazione e sviluppo del VIS tra Trento e Roma. In mezzo qualche esperienza di cooperazione internazionale e numerosi voli in America Latina. Ora a malincuore stanziale faccio viaggiare la mente aspettando le ferie per far muovere il resto di me. Sempre in lotta con la mia impronta ecologica, se posso vado a piedi (preferibilmente di corsa), vesto Patagonia, ”non mangio niente che abbia dei genitori", leggo e scrivo come molti soprattutto di ambiente, animali, diritti, doveri e “presunte sostenibilità”. Una mattina di maggio del 2015 mi hanno consegnato il premio giornalistico nazionale della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue “Isabella Sturvi” finalizzato alla promozione del giornalismo sociale.