www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Cambiamento-climatico/Il-cambiamento-climatico-non-e-un-opportunita-economica-per-il-bellunese-237116
Il cambiamento climatico non è un’opportunità economica per il bellunese
Cambiamento climatico
Stampa

Foto: L. Michelini ®
In questo periodo nel territorio bellunese si parla molto del delicato tema relativo al futuro della montagna, a fronte di condizioni climatiche che stanno cambiando e in un contesto segnato da un grave spopolamento giovanile.
Iniziative come queste sono positive poiché innescano il dialogo e la riflessione attorno a tematiche attuali e particolarmente critiche. Tuttavia, quando si parla di cambiamento climatico va posta molta attenzione sui concetti veicolati. Capita, infatti, di sentire che il riscaldamento globale rappresenti un’occasione per la montagna veneta, in quanto le temperature in aumento spingeranno la popolazione urbana a cercare refrigerio in ambienti più miti di alta quota.
Tuttavia, prima di affermare tali concetti, va prima di tutto considerato l’insieme degli impatti, sul breve e lungo periodo, che il riscaldamento globale rischia di causare sui fragili ecosistemi alpini, nonché sulle comunità loca.
Il recente studio del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC, 2022) ricorda che gli ecosistemi di montagna forniscono beni e servizi vitali, da cui dipendono sia le popolazioni del posto sia quelle limitrofe, in termini di alimentazione, salute e benessere. Se questi delicati equilibri, sviluppati su un arco temporale molto lungo, si deteriorano, il rischio è di perdere gran parte delle esternalità positive derivanti dalla montagna.
Solo per fare qualche esempio, l’IPCC segnala che tra gli impatti negativi derivanti dagli effetti del cambiamento climatico sulla montagna ci possono essere: variazioni del regime delle precipitazioni, aumento delle alluvioni, rischio di siccità prolungate, incendi boschivi, aumento del dissesto idrogeologico (come frane, valanghe, smottamenti, colate detritiche), scioglimento dei ghiacciai, riduzioni dell'estensione e della durata del manto nevoso, cambiamenti nell'approvvigionamento idrico in termini di quantità e, in parte, qualità e tempistica, aumento dei conflitti per l'acqua, alterazione degli habitat naturali e degli ecosistemi, degrado dei pascoli, diminuzione della redditività connessa alle attività agricole e pastorizie, aumento dei parassiti animali e vegetali, perdita di biodiversità, diminuzione degli insetti impollinatori, aumento della superficie dei terreni incolti, aumento dell’insicurezza alimentare e sanitaria, aumento dell’emigrazione, perdita di valori culturali e di competenze locali necessarie alla sopravvivenza in ambienti estremi e rischiosi. L’elenco continua.
Le Dolomiti, non occorre ricordarlo, sono regioni dall’alto valore biologico e culturale, ma le tendenze climatiche attuali e le proiezioni future calcolate dall’IPCC, evidenziano il rischio di vedere la montagna bellunese diventare un ambiente ancora più difficile da vivere e pericoloso, con un numero maggiore di rischi da dover affrontare contemporaneamente e probabili conseguenze negative anche per i fruitori dei percorsi di arrampicata, alpinismo ed escursionismo.
Per quanto le misure di adattamento ci siano, fortunatamente, sia per anticipare sia per prevenire eventuali catastrofi climatiche e meteorologiche, ma anche per diversificare l’economia locale e l’offerta turistica, non va fatta confusione: il cambiamento climatico non costituisce un’opportunità economica. Le opportunità vanno piuttosto ricercate nella transizione verso una montagna più resiliente e delle strategie di economia circolare a basso impatto ambientale.
Lucia Michelini

Sono Lucia Michelini, ecologa, residente fra l'Italia e il Senegal. Mi occupo soprattutto di cambiamenti climatici, agricoltura rigenerativa e diritti umani. Sono convinta che la via per un mondo più giusto e sano non possa che passare attraverso la tutela del nostro ambiente e la promozione della cultura. Per questo cerco di documentarmi e documentare, condividendo quanto vedo e imparo con penna e macchina fotografica. Ah sì, non mangio animali da tredici anni e questo mi ha permesso di attenuare molto il mio impatto ambientale e di risparmiare parecchie vite.