Nel 2050 un miliardo di sfollati per disastri naturali e mancanza di risorse

Stampa

Foto: Unsplash.com

La crescita a ritmi serrati della popolazione mondiale, la mancanza di accesso a cibo e acqua, il fenomeno sempre più frequente dei disastri naturali potrebbero portare alla cifra record di un miliardo di sfollati entro il 2050. È quanto emerge dallo studio sulle minacce ecologicheambientali globali realizzato dall’Institute for Economics and Peace (Iep), organismo indipendente che elabora ogni anno studi approfonditi sul terrorismo e la pace. Basandosi sui dati messi a disposizione dalle Nazioni Unite e da altri enti indipendenti, esso delinea otto “minacce ecologiche” e avverte su quali regioni e Paesi sono più a rischio. 

Con le attuali prospettive di aumento della popolazione globale, che dovrebbe toccare quota 10 miliardi nel 2050, sono destinati ad acuirsi i conflitti per le risorse naturali. In questo contesto saranno almeno 1,2 miliardi le persone che vivranno in aree di particolare rischio e a rischio sopravvivenza, in particolare nell’Africa sub-shariana, nell’Asia centrale e in Medio oriente, dove è più probabile che le persone saranno costrette a migrare. 

Per capire la portata del fenomeno, basti pensare che fattori ecologici, ambientali e conflitti hanno portato allo sfollamento di 30 milioni di persone nel 2019. “Tutto ciò avrà conseguenze enormi a livello politico e sociale - sottolinea il fondatore Iep Steve Killelea - non solo in quella parte del mondo in via di sviluppo, ma anche in quello già sviluppato. Gli sfollamenti di massa porteranno a vere e proprie orde di rifugiati diretti nelle nazioni più avanzate”. 

Secondo i ricercatori, le minacce si dividono in due gruppi: insicurezza alimentare, scarsità di acqua e crescita della popolazione da una parte; dall’altra disastri naturali, fra cui alluvioni, cicloni, livello crescente dei mari e innalzamento delle temperature. Il risultato mostra il rischio che corre ciascuna delle 150 nazioni al mondo prese in esame in questa ricerca e la loro capacità di reazione. 

India e Cina risultano fra quelle più in pericolo per mancanza di acqua nei prossimi decenni; altre come Pakistan, Iran, Mozambico, Kenya e Madagascar dovranno affrontare una combinazione tossica di minacce, accompagnate da una diminuita capacità di saperle affrontare. “Oggi sono nazioni con una situazione stabile - afferma il rapporto Iep di 90 pagine - ma sono assai esposte alle minacce ecologiche” e non è escluso per il futuro un loro “collasso”.

Steve Killelea ricorda che oggi, rispetto a 50 anni fa, vi è il 60% in meno di risorse idriche disponibili mentre il fabbisogno alimentare è destinato a crescere fino al 50% nei prossimi 30 anni, anche e soprattutto a causa della crescita esponenziale della classe media in Asia. Questi fattori, uniti ai disastri naturali che sono destinati ad aumentare per frequenza a causa dei cambiamenti climatici, porteranno a un pianeta molto più instabile nel 2050.

Da Asianews.it

Ultime su questo tema

Le lotta delle comunità amazzoniche del Perù

30 Settembre 2025
La lotta delle comunità indigene e contadine del Conaccunay per proteggere l’Amazzonia peruviana dura da oltre vent’anni. (Monica Pelliccia)

Il pesce tra mercato e sostenibilità

25 Agosto 2025
Il fermo pesca lungo tutto l’Adriatico è già realtà. (Alessandro Graziadei)

Gli alluvionati!

06 Agosto 2025
Il problema oggi non è il fenomeno meteorologico in sé, piuttosto la sua frequenza e intensità. (Alessandro Graziadei)

Le illusioni del millennio

31 Luglio 2025
In Italia oltre il 20% delle misure utili a raggiungere gli obiettivi adottati con l’Agenda 2030 sono caratterizzate da “stagnazione”. (Alessandro Graziadei)

Oltre 295 milioni di persone nel mondo hanno sofferto di fame acuta nel 2024

08 Luglio 2025
Insicurezza alimentare e malnutrizione sono in aumento, colpiti 38 milioni di bambini sotto i cinque anni. Il numero di quanti soffrono di fame catastrofica è più che raddoppiato, raggiungendo 1,9...