Goletta Verde: 100 aree inquinate, 18 milioni di italiani senza depuratori

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Sono 100 le aree critiche che minacciano il mare italiano. Maglia nera per inquinamento a Calabria e Campania. Sale sul banco degli imputati il sistema di depurazione, di cui sono privi ben 18 milioni di italiani. È questo il bilancio di Goletta Verde che ieri ha concluso a Capalbio i suoi due mesi di navigazione. Un tour lungo oltre 2.000 miglia e 23 tappe per monitorare la salute del mare, denunciare i casi di mala gestione e gli abusi edilizi sui litorali.

A presentare i risultati di due mesi di campagna a Capalbio erano presenti:Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, Angelo Gentili, segreteria nazionale di Legambiente, Massimo Serafini, portavoce Goletta Verde, Luigi Bellumori, sindaco di Capalbio, Francesca Maria Montemagno, responsabile comunicazione e marketing Renergies Italia, Andrea Di Stefano, responsabile relazioni istituzionali Novamont e Stefano Riva, amministratore delegato Weleda Italia.

Nella sua XXIV edizione, la storica campagna di Legambiente ha puntato i riflettori sui punti critici dell’ecosistema marino-costiero, analizzando le foci dei fiumi e i tratti di mare interessati da fenomeni di inquinamento, dalla mancata o scarsa depurazione agli scarichi illegali, ma anche le coste deturpate dal cemento vista mare e minacciate da nuovi appetiti speculativi. E il bilancio di questo viaggio è tutt’altro che positivo: gravemente inquinati l’81% dei campioni analizzati dai biologi del Cigno Verde, valori di inquinanti microbiologici oltre i limiti di legge per il restante 19% dei punti monitorati. Più che un campanello d’allarme i dati emersi dalle analisi di Goletta Verde soprattutto sulle foci dei corsi d’acqua delineano il quadro di un’emergenza nazionale: fortemente contaminati da coliformi, streptococchi fecali ed escherichia coli, i fiumi di tutto il Belpaese rappresentano la maggiore fonte di inquinamento per le acque dei nostri mari. Una situazione di cui le principali responsabilità vanno attribuite ai Comuni che scaricano i propri reflui nei corsi d’acqua senza effettuare un'adeguata depurazione o senza depurare affatto. Un quadro confermato dall'imminente avvio della procedura d’infrazione europea per il mancato trattamento delle acque reflue in ben 525 comuni con oltre 15mila abitanti e dal Rapporto Blue Book 2009 di Utilitatis e Anea secondo il quale l’85% degli italiani è servito dalla rete di fognatura e solo il 70% da un impianto di depurazione.

“Le conseguenze di un sistema di depurazione ancora inadeguato sono tangibili nel mare italiano – ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente -. I fiumi italiani sono troppo spesso considerati dei collettori che sversano in mare un carico di inquinanti microbiologici non solo pericoloso per la salute di ecosistema marino e cittadini, ma semplicemente vergognoso per quello che dovrebbe essere un Paese civile. Un mare in questo stato non può più aspettare risorse economiche che continuano ad essere stanziate per grandi e inutili infrastrutture, come il ponte sullo Stretto di Messina o le nuove autostrade, mentre sarebbe urgente impiegarle in opere pubbliche meno visibili ma più utili, come ad esempio i sistemi di fognatura e trattamento dei reflui fognari. Per garantire la salute dei bagnanti e la tutela dell’ambiente è necessario che entro la fine dell’anno il Ministero della Salute approvi il decreto attuativo, completando la normativa di recepimento della nuova direttiva sulla balneazione. Solo così riusciremmo a salvare la salute del nostro mare e il turismo italiano”.

Tra le regioni costiere più importanti conquistano la maglia nera dell'estate 2009 la Calabria (con 15 punti critici, 1 ogni 47 km di costa), e la Campania (con 11 aree fortemente inquinate, 1 ogni 42 km). Promosse, invece, per qualità delle acque e una gestione sostenibile del territorio la Sardegna, con un punto critico ogni 432 chilometri di litorale e con 3 località che hanno conquistato il massimo riconoscimento delle cinque vele e altre 13 segnalate nella Guida Blu con quattro, e la Toscana con un'area inquinata ogni 300 chilometri di litorale e 3 località a cinque vele e altre 6 con le quattro le vele di Legambiente e Touring Club.

Il periplo di Goletta Verde lungo la Penisola ha messo a fuoco anche le eccellenze dei nostri litorali e ha promosso la conservazione della biodiversità e le Aree marine protette. Sono circa 300, infatti, le località costiere che si distinguono per la tutela dell’ambiente e promozione del turismo sostenibile inserite nelle Guida Blu di Legambiente e Touring Club. Le Cinque Vele sventolano su Isola del Giglio, Cinque Terre, Domus de Maria, Pollica Acciaroli e Pioppi, Capalbio, Castiglion della Pescaia, Nardò, Baunei, Ostuni, Santa Marina Salina, Noto, San Vito lo Capo e Posada. Altre 38 località hanno conquistato le quattro vele, sono invece 94 i comuni costieri a tre vele, mentre su 114 sventolano le due vele e su 35 sventola una sola vela.

“Dopo 24 anni di vedetta del mare quest'anno Goletta Verde si è concentrata maggiormente sull'analisi delle aree più critiche nel tentativo di recuperare quei tratti di costa inquinati a tal punto da non essere più oggetto di monitoraggio da parte delle istituzioni – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente -. Ma la nostra storica campagna ha anche promosso il turismo di qualità e le aree marine protette, incentivato la gestione sostenibile del sistema mare per valorizzare l' immensa risorsa di cui gode il nostro Paese grazie alle sue coste. Un viaggio quello di Goletta Verde che ha incrociato un numero sempre maggiore di nuovi pirati del mare: amministratori pubblici, affaristi del mattone che, in virtù di interessi economici e politici, sfregiano le coste, si impossessano indebitamente di tratti di litorale e concorrono alla deturpazione del patrimonio marino. Contro il degrado e lo sfregio del territorio - ha concluso Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - la risposta vincente arriva dalle eccellenze delle località delle cinque vele che puntando sulla mobilità sostenibile, sulla promozione dell'efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili, su un sistema efficiente ed efficace di depurazione rappresentano la “normalità virtuosa” che non subisce la crisi economica e sociale in atto nel nostro Paese ”.

A minacciare mare e litorali italiani, infatti, non ci sono solo i batteri, ma anche le speculazioni e il cemento lungo costa, declinati nelle due fattispecie di case, villette, residence e alberghi vista mare da una parte, e nuovi porti dall’altra. Per convincersi dalla gravità della situazione bastano pochi numeri: solo nel 2008 sono stati 3.674 i casi accertati di abusi edilizi su demanio marittimo, 4.697 le persone denunciate e 1.569 i sequestri effettuati (Mare Monstrum 2009).

Come di consueto, a bordo di Goletta Verde hanno viaggiato anche i progetti di Legambiente che vedono il mare come risorsa in grado di unire e valorizzare le unicità del nostro Paese, come Lemilledop, Countdown 2010, Vivere i parchi, ma anche i consigli di Stop The Fever, la campagna dell’associazione per abbattere le emissioni di CO2 e fermare i cambiamenti climatici.

Goletta Verde ha, inoltre, acceso i riflettori sulla questione dell’atomo, ribadendo il suo “No” ad una scelta energetica che Legambiente definisce preistorica, insicura, inquinante, costosa, in declino e senza senso. Tra le iniziative che quest’anno hanno maggiormente caratterizzato Goletta Verde, infatti, un posto di primo piano è riservato a Per il Clima, contro il nucleare, la campagna di Legambiente per una corretta informazione sul nucleare, che promuove le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica. [GB]

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