Legambiente: costruzioni illegali e nuovi porti divorano la costa nel 'Mare Mostrum'

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Colate di cemento per ville, villette e grande alberghi che divorano le coste, scarichi illegali, mancata depurazione, pesca di frodo. E poi i nuovi porti, recente escamotage per urbanizzare la costa aggirando i piani urbanistici. E' la fotografia del "Mare Mostrum", l'annuale rapporto presentato ieri da Legambiente.

"Nel cantiere Italia si impasta senza sosta ai danni del mare. Tra villette per le vacanze, grande alberghi a strapiombo sul mare o porti turistici con ristoranti e shopping center sono davvero migliaia i nuovi edifici che ogni estate spuntano lungo le coste italiane" - denuncia l'associazione. Lo scorso anno intorno al ciclo del mattone selvaggio si sono registrate esattamente 3.674 infrazioni, sono scattati 1.569 sequestri e 4.697 denunce. "Una situazione che non accenna a migliorare perché gli abbattimenti rimangono ancora episodi isolati e sporadici, tali da non riuscire ancora a scoraggiare la piaga dell’abusivismo edilizio".

"Scalfire questa situazione, spesso incentivata proprio dalle amministrazioni comunali compiacenti, in un quadro caratterizzato da assenza di regole, dominio della criminalità organizzata, condoni e sanatorie nazionali diviene difficile senza un vero e proprio scatto di reni degli amministratori locali, a cominciare da quei sindaci che dovrebbero trovare la determinazione e il coraggio per dare il via alle demolizioni" – ha dichiarato Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente. "Abbattere, eliminare concretamente gli ecomostri è l’unico modo per disincentivare nuove illegalità". Legambiente ha deciso perciò di scrivere ad alcuni sindaci, chiedendo ragione della mancate demolizioni. "Di fronte a un abuso edilizio conclamato e non sanabile infatti, è dovere del primo cittadino procedere alla demolizione del manufatto, pena la denuncia per omissione d’atti d’ufficio e la segnalazione alla Corte dei Conti per verificare l’eventuale danno erariale".

Per una storia andata a buon fine come quella dell’abbattimento di Palmaria, ci sono infatti molti altri abusi edilizi che continuano a sfregiare i nostri litorali, anche con l’appoggio delle amministrazioni locali. E’ il caso di Ischia dove sono proprio i sindaci a guidare la protesta degli abusivi. Qui la procura di Napoli ha in calendario oltre 600 demolizioni, ma gli interventi effettuati sono pochissimi, perché a osteggiare il ripristino della legalità ci sono in prima fila gli amministratori locali. Ed è il caso anche di un’altra perla del nostro mare, l’Isola di Lampedusa, dove il sindaco sta cementificando gli ultimi lembi di terra che l’abusivismo dei decenni passati aveva risparmiato. "E non esiste legge che glielo impedisca, perché qui non vige ancora alcun piano regolatore e nemmeno un piano paesistico" - denuncia Legambiente

Legambiente ha stilato una Top Five degli ecomostri di cui chiede l’abbattimento in via preferenziale: l’hotel di Alimuri a Vico Equense (Na), le palazzine di Lido Rossello a Realmonte (Ag), Palafitta a Falerna (Cz), il villaggio abusivo di Torre Mileto (Fg) e la "collina del disonore" a Pizzo Sella alle porte di Palermo, un centinaio di ville abusive costruite dalla mafia negli anni ’70.

Ma la cementificazione della costa si concretizza anche nella costruzione di nuovi porti, il recente escamotage per urbanizzare la costa aggirando i piani urbanistici. "Un business da milioni di euro che ruota intorno alla costruzione di una miriade di posti barca inutili e ingiustificati con relative strade, bar, negozi, parcheggi e centri commerciali" - sottolinea Legambiente. Progetti per cui le amministrazioni locali fanno a gara nell’intento di accaparrarsi risorse pubbliche, che in questo caso arrivano a pioggia. Un giro d’affari che c’entra poco con il rilancio del turismo se si considera che proprio Ucina, l’organizzazione che riunisce gli imprenditori del settore della nautica da diporto, ha realizzato uno studio insieme a Legambiente che stabilisce la possibilità di realizzare ben 39mila posti barca senza un metro cubo di cemento, ma riutilizzando i bacini già oggi esistenti.

Ancora in aumento la pesca di frodo e quella illegale con preoccupanti segnali di infiltrazioni mafiose nella gestione del ciclo di attività. Le regioni dove si collezionano maggiormente reati di questo tipo sono Campania, Sicilia, Puglia ma anche Liguria e la Calabria. Impressionanti le quantità di pesce sequestrato nell’ultimo anno: 199.896 chili in Sicilia, 75.898 in Puglia, 5.142 in Campania, 55.491 nelle Marche.

L’altro importante campanello d’allarme suonato da Mare Monstrum 2009 è quello relativo agli illeciti sul fronte scarichi e depurazione che, pur essendo in calo nel 2008 rimangono ancora molto elevati. Nella classifica regionale al negativo troviamo al primo posto la Sardegna con 362 infrazioni accertate, seguita da Campania, Puglia, Calabria e Sicilia e subito dopo Lazio e Liguria. Da sottolineare l’apporto negativo dei fiumi sulle acque di balneazione marine, riscontrato anche dai monitoraggi effettuati lo scorso anno da Goletta Verde di Legambiente.

E proprio oggi è salpata da Grado la Goletta Verde di Legambiente per monitorare la salute del mare e denunciare i casi di mala gestione. "Un periplo delle coste italiane che si concluderà in Toscana il 17 agosto. Lo storico veliero Catholica percorrerà circa 2000 miglia per coinvolgere i cittadini informandoli sui nostri diritti e doveri nei confronti nei confronti del mare nostrum. Il viaggio di Goletta è anche dedicato alla promozione del turismo sostenibile, a far conoscere le aree marine protette e a incentivare uno sviluppo che valorizzi l’immensa risorsa di cui gode il nostro Paese grazie alle sue coste. [GB]

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