La Dubai padana

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Se al termine delle indagini che riguardano quanto accaduto a Milano non emergessero rilevanze penali, il problema sarebbe ancora più grande, perché riguarda la visione della città. Il vero reato, scrive Marco Bersani, è politico: la rigenerazione urbana liberista. “Dall’Expo in poi la strada scelta è stata drammaticamente lineare: trasformare Milano nella Dubai padana, rendere la città sexy per i grandi fondi finanziari… farla divenire realtà urbana cosmopolita e inclusiva solo per redditi alti…”. Ecco perché negli ultimi dieci anni, nella città di Milano si è costruito più di quanto si sia edificato in tutto il Piemonte e in tutta la Toscana messi insieme.

“Non mi riconosco nella lettura della città che la Procura sta ricostruendo”. Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha commentato le indagini della magistratura che hanno portato al coinvolgimento di 74 persone tra politici, tra cui lo stesso sindaco, funzionari, archistar e immobiliaristi che in questi anni hanno trasformato in maniera radicale la capitale lombarda.

Le indagini faranno il loro corso e il tempo dirà se e quali reati siano stati compiuti. Non è questo il problema. Paradossalmente, se al termine delle indagini, non emergessero rilevanze penali, il problema sarebbe ancora più grosso, poiché riguarda esattamente la visione della città, il ruolo del pubblico, gli interessi immobiliari e della rendita finanziaria, i bisogni e i diritti di quelli che la abitano. Per dirla in breve, il vero reato politico è la rigenerazione urbana liberista. Rigenerare significa far nascere di nuovo oppure, riferito a un corpo, ristabilirne la salute. Nel caso della rigenerazione urbana il corpo da rimettere in funzione è la città, uno spazio complesso, terreno di scontri e mediazioni tra interessi economici, sociali e culturali molto diversi tra loro per esigenze, obiettivi e capacità di influenzare le politiche urbane. Dalla città fonte di rendita e profitto a quella motore economico fino alla città abitata, espressione di bisogni e relazioni. Rigenerare una città significa mettere mano a questo spazio complesso.

Nessuna complessità è stata affrontata dalla amministrazione comunale milanese. Dall’Expo in poi la strada scelta è stata drammaticamente lineare: trasformare Milano nella Dubai padana, rendere la città sexy per i grandi fondi finanziari, erigerla a residenza ideale per i milionari, farla divenire realtà urbana cosmopolita e inclusiva solo per redditi alti, dentro il grande luna park delle fiere della moda, del mobile, dell’hi-tech e chi più ne ha più ne metta.

Così Milano è diventata la prima città europea per investimenti nell’immobiliare (28 miliardi, come somma fra quelli già spesi dal 2014 a oggi e quelli previsti fino al 2029) destinati a “rigenerare” oltre 10 milioni di metri quadri di territorio, sui quali sono stati edificati 17 milioni di metri cubi residenziali e 29 milioni di metri cubi non residenziali. Negli ultimi dieci anni, nella città di Milano si è costruito più di quanto si sia edificato in tutto il Piemonte e in tutta la Toscana messi insieme...

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