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Covid-19: i nodi vengono al pettine
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Foto: Unsplash.com
“Mentre la peste si stava recando a Baghdad, lungo la strada incontrò Nasruddin. Quest'ultimo le chiese dove stesse andando, ed essa rispose: ‘Vado a Baghdad, per uccidere diecimila persone’. Sulla via del ritorno, incontrò nuovamente Nasruddin, che questa volta la apostrofò però duramente: ‘Mi hai mentito, peste! Hai detto che avresti ucciso diecimila persone, ed invece ne hai uccise centomila!’ La peste replicò: ‘Non ti ho mentito, Nasruddin: io ne ho uccise solo diecimila, il resto le ha uccise la paura’.” Questo racconto Sufi mi sembra molto vero: la paura può fare molti danni ed é figlia dell’ignoto, di ciò che non si conosce. Si trasforma in angoscia quando si associa all’incertezza, quando “di doman non v'è certezza” (Lorenzo de Medici).
Ho vissuto altri coprifuoco: nel 1993/1994 durante il decennio nero dell'Algeria e nel 2010/2011 nel periodo della rivolta dei gelsomini in Tunisia. Tutti hanno in comune il silenzio e il senso di impotenza. Ma solo quello attuale ha un nemico che é invisibile. Se poi anche chi dovrebbe possedere la conoscenza e diffonderla per rasserenare spiriti e menti, si dimostra incerto e dubbioso, il quadro raggiunge tinte più oscure. Il valzer della mascherina ne é stato un esempio. Mascherina solo per i contagiati, come se per definirsi tali bastasse l’autocertificazione, mascherina obbligatoria solo per il personale sanitario, mascherina per tutti.
Mascherina si, mascherina no.
E adesso ci dicono che dovremo metterla per lungo tempo anche dopo la fine dell’emergenza. Il Covid 19 sta facendo più morti in Italia che in ogni parte del mondo, Cina compresa. E continuiamo a dirci quanto siamo bravi e che siamo un modello per tutto il mondo. E' colpa dell'età avanzata della popolazione, della genetica, dell'ambiente... Neanche un accenno di autocritica per ricordare che i focolai di maggior entità sono partiti da due ospedali, Codogno e Alzano, entrambi in Lombardia, per evidenti negligenze e sottovalutazioni, sul piano locale, regionale e nazionale nella gestione del fenomeno, dopo aver scoperto i primi casi all'interno dei due ospedali. Non per caso la Lombardia ha il maggior numero di contagiati e di morti. Il resto dell'Italia é percentualmente in sintonia con il resto del mondo.
Il Governo italiano, talvolta con ritardo, talvolta con deficienze comunicative, ha comunque assunto, e continua a farlo, provvedimenti di contenimento del Covid 19 e di assistenza economica per popolazione ed imprese. Se sono giusti e sufficienti solo il tempo lo dirà. Fra l’altro il reddito di emergenza (REM) verrà assegnato anche alle migliaia di lavoratori in nero, soprattutto nel sud Italia, che ora sono senza entrate. In mancanza di aiuti si minacciano delle rappresaglie gestite da ambienti mafiosi. E' giusto dare un contributo di sussistenza a questa area di illegali che pure hanno figli da sfamare.
Ma a emergenza Covid 19 finita andrà trovato un sistema per cui non restino ancora nell’area del sommerso, in modo da colpire esecutori e mandanti del lavoro nero. Senza un’adeguata pulizia la solidarietà avrà ceduto al ricatto. Con tempi di reazione più o meno lunghi tutti gli Stati in ogni continente hanno dovuto chinare la testa e affrontare questo flagello, anche se certe dichiarazioni di governanti come Trump, Johnson e Bolsonaro, meritano sia steso un velo pietoso.
E l’Europa cosa fa e cosa farà?
Christine Lagarde (Presidente BCE), Angela Merkel (Cancelliera tedesca), Ursula von der Leyen (Presidente Commissione UE), sono donne con una carriera di potere importante. Le loro recenti prese di posizione e dichiarazioni contrarie a utilizzare strumenti finanziari europei forti e adeguati per aiutare i Paesi più colpiti da COVID 19, come l’Italia, contrastano con l’essenza solidale dello spirito femminile. Ma c’è ancora tempo per ricredersi. Forse il potere logora chi ce l’ha.
Bisogna comunque distinguere ruoli e compiti della Commissione europea, dell’Eurogruppo e del Consiglio europeo, quest’ultimo formato dai governanti dei 27 Paesi. La prima ha solo funzioni di coordinamento ed il potere reale ce l’ha il terzo con decisioni che devono essere prese all’unanimità. Olanda e Germania sono i capofila di un gruppo di Stati nord europei che, come ha detto Conte alla Merkel, “vedono l’oggi con gli occhiali del passato”.
Dopo alcuni tentennamenti iniziali invece la Commissione europea e la Banca centrale hanno reagito prendendo decisioni importanti: la sospensione del patto di stabilità, il piano da 750 miliardi della Bce, i voli di rimpatrio per i nostri connazionali, lo sblocco delle esportazioni di mascherine, i finanziamenti per il vaccino, la task force per coordinare i soccorsi.
Ma un’ombra oscura di democrazia ferita sta scendendo sul nostro Continente: il Parlamento ungherese ha conferito al Primo ministro Viktor Orbán, portabandiera dei sovranisti anche nostrani, i pieni poteri senza limite temporale per la gestione del Covid19. L’esercito per strada, il coprifuoco e limitazioni alla libertà di stampa i primi provvedimenti. L’Europa deve battere rapidamente un colpo, se vuole dimostrare di esistere ancora e bloccare sul nascere possibili emuli. Questi giorni saranno davvero decisivi.
Quello che stiamo vivendo non ci deve far dimenticare che in quello che viene definito “sud del mondo” ogni anno muoiono milioni di persone, soprattutto bambini, per malattie come la tubercolosi, la malaria, il colera o per malnutrizione. Per non parlare delle conseguenze di questa pandemia che ormai coinvolge tutti, dalla Cina al Senegal, all’Ecuador, allo Yemen. Questo non provoca sconvolgimenti morali negli abitanti di quello che é definito il nord del mondo. Fino al Covid 19 che unisce nel dolore, colpendo senza distinzioni geografiche. Nella tragedia si presenta anche un rovescio della medaglia con un’interrogazione che sa di mistero: acque ora più limpide della laguna di Venezia, foto satellitari che mostrano un cielo privo di smog in Cina e Lombardia.
È la natura che, con il virus, ha voluto fermare la mano distruttiva dell'umanità, prima che lei stessa, distruggendo l'ambiente, si suicidi?
Ferruccio Bellicini

Pensionato, da una quarantina d’anni vivo nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo: Algeria, prima, Tunisia, ora. Dirigente di una multinazionale del settore farmaceutico, ho avuto la responsabilità rappresentativa/commerciale dei Paesi dell’area sud del Mediterraneo, dal Libano al Marocco e dell’Africa subsahariana francofona. Sono stato per oltre 15 anni, alternativamente, Vice-Presidente e Segretario Generale della Camera di commercio e industria tuniso-italiana (CTICI). Inoltre ho co-fondato, ricoprendo la funzione di Segretario Generale, la Camera di commercio per lo sviluppo delle relazioni euro-magrebine (CDREM). Attivo nel sociale ho fatto parte del Comitato degli Italiani all’estero (COMITES) di Algeri e Tunisi. Padre di Omar, giornalista, co-autore con Luigi Zoja del saggio “Nella mente di un terrorista (Einaudi 2017).