Banco del Sur: per lo sviluppo e le politiche sovrane nell'America Latina

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Inizierà a funzionare entro la fine di questo 2010 e si propone come alternativa regionale alle Istituzioni finanziarie internazionali come Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e Banca Interamericana per lo Sviluppo. Il Banco del Sur è una delle recenti realtà latinoamericane che inaugurano una nuova era sempre più lontana da Washington. Il Ministro per la Politica Economica e Presidente della Banca Centrale dell'Ecuador, Diego Borja, ha dato l'annuncio pochi giorni fa, al termine della seconda riunione tra i rappresentanti delle Banche Centrali del Sud America tenutasi a Quito.

Si tratta di una vera e propria nuova architettura finanziaria pensata per eliminare il giogo del Washington Consensus che fino ad ora ha solo permesso un aumento del debito estero dei paesi latinoamericani (e non solo), senza dare lo sviluppo promesso. Esperienze come quella Argentina del 2001 - dove i debiti e gli interessi accumulati proprio col FMI hanno permesso la svendita dei settori strategici dello stato ai privati - hanno contribuito a rendere sempre più impopolari queste istituzioni e hanno imposto ai governi locali di darsi da fare per costruire alternative valide. Del resto è emblematico che paesi ricchi di risorse abbiano percentuali di popolazione che vivono al di sotto della soglia di povertà altissime.

Ingiustizie che il nuovo organismo tenterà di appianare. Il Banco del Sur arriva dalla proposta del presidente venezuelano, Hugo Chavez, e dopo una serie di negoziati si arriva alla sua costituzione ufficiale nel settembre 2009 con la partecipazione di altri sei paesi oltre al Venezuela: Argentina, Bolivia, Brasile, Ecuador, Paraguay, Uruguay. A Quito si è discusso anche di un Fondo Comune di Riserve e del Sistema Unico di Compensazione Regionale (Sucre) altri due nuovi strumenti che secondo i suoi sostenitori favorirà lo sviluppo dell'America Latina e proteggerà la zona dalla crisi economica e finanziaria mondiale.

Per ora sono sette paesi a farne parte, ma all'ultima riunione tecnica tenutasi a Cartagena per stabilire i meccanismi di funzionamento di queste tre nuove istituzioni hanno partecipato anche paesi che ancora non fanno parte di questi accordi come Colombia e Perú, paesi che in questo frangente sono tra quelli più fedeli agli Usa, segno che l'iniziativa potrebbe riscuotere successo nell'intero Sud America.

“L'obiettivo è che entro la fine del 2010 il Banco del Sur funzioni a pieno regime, si sono fatti molti progressi - ha dichiarato Borja. Si tratta di una Banca per sostenere lo sviluppo, che opera in modo diverso. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale erano destinati ad appoggiare lo sviluppo però con la condizione che prima ci fosse il pagamento del debito estero, dimenticandosi la loro missione iniziale. Di fatto si sono trasformati in agenzie di riscossione con condizioni impossibili da soddisfare che hanno comportato grossi problemi sociali nei nostri paesi” - ha aggiunto il Ministro ecuadoriano.

La caratteristica principale del nuovo organismo sarà quella di sostenere lo sviluppo e le politiche sovrane dei paesi, senza porre condizioni. In questi ultimi anni si sono avuti progressi impensabili riguardo alle politiche di integrazione regionale: “In meno di due anni abbiamo un Sistema di Compensazione Regionale, mentre altri blocchi hanno impiegato 20 anni per averne uno - dice Borja - con volontà politica ed efficienza tecnica abbiamo un sistema di compensazione all'interno dell'Alba (Alternativa Bolivariana para América Latina y el Caribe) che sta funzionando bene e che altri stanno prendendo come esempio”.

Vantaggi si prospettano per la politica dei cambi, la politica fiscale, e quella monetaria, e sopratutto si prevede un progressivo allontanamento dal dollaro come moneta per gli scambi internazionali nella regione. Infatti oltre a favorire il finanziamento di progetti produttivi e infrastrutturali per l'integrazione regionale con la movimentazione delle riserve internazionali, il Banco costituisce uno strumento chiave nel ridurre la dipendenza di questi paesi da crediti erogati in dollari, che ora saranno invece erogati nella moneta del paese che chiederà i fondi.

Per il presidente della Commissione Affari Internazionali dell'Assemblea ecuadoriana Fernando Bustamante la creazione del Banco del Sur “è l'inizio della costruzione di un nuovo sistema finanziario multilaterale a livello regionale che permetterà ai paesi di avere maggiore sovranità sulla politica creditizia, alternative di finanziamento e una certa democratizzazione del credito, introducendo criteri di sviluppo che vanno oltre la redditività finanziaria”.

Altra novità interessante è quella del Fondo Comune di Riserva che si propone di gestire parte delle riserve di ogni paese in maniera comune e non più individuale. Questo permetterà di sostenere i paesi della regione che hanno bisogno di investimenti di avere un tasso di credito sostenibile, che le consenta di risolvere problemi di disoccupazione e migliorare le condizioni di vita dei propri cittadini. Molte voci critiche si sono levate contro l'utilizzo delle riserve per finanziare investimenti interni ai paesi, la paura era che questi investimenti non fossero redditizi quanto tenere i fondi nelle banche internazionali. Nel caso dell'Ecuador però sottolinea Borej “ in sette mesi il paese ha ricevuto 60 milioni di dollari di capitale e rendimenti nove volte superiori a quelli che ci pagano all'estero”.

E' da sottolineare che le basi per questo nuovo assetto finanziario regionale sono state poste già qualche anno fa, quando alcuni paesi dell'America Latina, come Argentina e Brasile, hanno estinto in anticipo il loro debito con il FMI. Debito restituito anche grazie all'aiuto del Venezuela che ha anche annunciato l'uscita del paese dall'Istituto finanziario. E' comune l'idea che non è pensabile continuare a seguire i dettami del FMI che porterebbe soltanto ad aumentare i problemi dei paesi, a dimostrarlo sarebbe anche quello che sta succedendo in alcuni paesi europei. “In Grecia si stanno portando avanti le stesse politiche che il FMI ha proposto anni fa in America Latina e che sono fallite” - ha sottolineato il presidente della Banca Centrale dell'Ecuador. “L'América Latina non può ripetere lo stesso sbaglio, quello che fanno è solo peggiorare la crisi, i problemi economici e sociali dei paesi. Credo che sia il momento giusto per convocare un G192 perché sicuramente quello che sta succedendo grazie agli impegni dei leader sudamericani avrà una grande eco anche in altri paesi che oggi non sanno come uscire dalla crisi”.

In America Latina si stanno sperimentando nuove forme di integrazione regionale di cui si è discusso anche IV Social Forum delle Americhe tenutosi la scorsa settimana in Paraguay. Nel continente latinoamericano ci sono vari livelli di integrazione che si possono suddividere in due grandi gruppi: quelli proposti/imposti dalle grandi multinazionali, interessate ad ampliare i propri mercati imponendo accordi economici dove chi trae vantaggio non sono certo i popoli latinoamericani; e quelli proposti dai governi progressisti e dai movimenti sociali della zona, che mirano invece a sganciarsi sempre di più da questi interessi e a creare una zona sovrana.

I trattati di libero commercio firmati da alcuni paesi con Stati Uniti e Canada hanno inflitto un duro colpo ai processi di integrazione regionale. Ma dopo il fallimento del Trattato di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) grazie anche alla forte opposizione della popolazione, si è aperta una nuova strada per l'integrazione. Esperienze come l'Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América, il Tratado de Comercio de los Pueblos (ALBA-TCP) formato tra gli altri da Venezuela, Ecuador, Cuba, Bolivia, Nicaragua, si sono aggiunti ad altri organismi già esistenti come il MERCOSUR e UNASUR, ma che con i nuovi governi progressisti hanno avuto un nuovo importante rilancio.

Elvira Corona (Inviata di Unimondo)

 

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