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Oxi Day e Alba Dorata: la linea che unisce la resistenza al fascismo
Debito estero
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Foto: Unsplash.com
Il 28 ottobre è una giornata speciale per i greci. In questo giorno, 81 anni fa, poco dopo le 3 di notte, il Primo Ministro di allora, Ioannis Metaxas, ricevette un ultimatum dal governo italiano contenente la richiesta di Benito Mussolini di consentire alle truppe italiane di attraversare il confine con la Grecia e occupare alcuni "luoghi strategici" non specificati. In caso contrario, sarebbe stata guerra. La risposta di Metaxas all’ultimatum italiano fu piuttosto laconica: όχι (No!). In realtà, la vera risposta fu in francese, la lingua diplomatica dell’epoca: "Alors, c'est la guerre!”, ma il senso non cambia.
Le truppe italiane di stanza in Albania, allora protettorato italiano, attaccarono il confine greco alle 05:30 dal monte Pindus, sancendo così l'inizio della partecipazione della Grecia alla seconda guerra mondiale. La stessa mattina, la voce del diniego di Metaxas si era diffusa per la capitale, e la popolazione greca scese in piazza, indipendentemente dall'appartenenza politica, unita contro il nemico al grido di 'ohi'!. Fu così che la Grecia, sebbene inizialmente volenterosa a rimanere neutrale nella Seconda Guerra Mondiale, di fronte alla minaccia dell’invasione italiana, si vide costretta ad entrare nell’alleanza con la Gran Bretagna e ad affiancarla nella lotta alle forze dell’Asse. La storia poi andrebbe avanti, narrando la forte resistenza del Popolo greco, il cui esercito si rivelò una barriera formidabile, impedendo agli Italiani di entrare in Grecia per quasi sei mesi (poi aiutati dalla Germania). Tant’è che Winston Churchill commento così il caparbio comportamento degli ellenici: “E allora non diremo che i greci combattono come eroi, ma che gli eroi combattono come i greci!”.
Il rifiuto di Metaxas – e la conseguente dichiarazione di guerra -, annunciato appunto la mattina del 28 ottobre 1940, oggi viene commemorata come un atto che va aldilà della resistenza all’autoritarismo fascista, e rappresenta il coraggio, la solidarietà e l'eroismo per milioni di greci in tutto il mondo. Si chiama Oxi Day, prendendo vita da quel famoso “No”, ed in Grecia, cosi come nelle comunità greche dell’isola di Cipro, e negli angoli del mondo dove i greci sono emigrati in cerca di fortuna, si celebra ogni anno come festa nazionale, rievocando un comune sentimento di identità nazionale. Ad Atene, lungo le principali arterie, si organizza una maxi parata militare in presenza delle massime cariche statali, ed ovunque si promuovono eventi e sventolano bandiere bianche e blu.
Detto ciò, è risaputo che Ioannis Metaxas fu un politico tutt’altro che antifascista, anzi. La sua dittatura infatti (1936-1941), che prende il nome di Regime del 4 Agosto, fu accostata ai modelli dei governi Europei più autoritari di quegli anni, tra cui in particolar modo, proprio quello fascista – da qui l’apparente immediatezza di collaborazione pretesa da Mussolini. Il dittatore greco arrivò a perseguitare i suoi dissidenti, a bandire tutti i partiti politici esistenti, a proibire gli scioperi e introdusse una netta censura ai mezzi di comunicazione, che comprendeva una campagna di neutralizzazione di tutta la letteratura “anti-greca”, vista come pericolosa all’interesse nazionale. Non solo, oltre ad essere fermo antiparlamentare, imbastì una feroce guerra al comunismo, smantellò il partito comunista greco, e ne arrestò diversi esponenti, tra cui il leader dell’epoca, Nikos Zachariadis. É davvero ironico e paradossale il fatto che un simile personaggio, impopolare primo ministro di una violenta dittatura, si sia trasformato in una sorta di eroe nazionale per aver gridato un categorico “No!” in faccia ad un altro dittatore, da cui tra l’altro traeva ispirazione. In questo modo riacquistando all’istante la popolarità perduta e scolpendola nella storia.
D’altronde fu proprio il metaxismo, ossia l’emblema dell’assolutismo di Metaxas, suggellata in quell’iconico rifiuto, ad orientare la nascita del recente partito politico greco di stampo neonazista e neofascista chiamato Alba Dorata. Fin dalla sua fondazione nel 1985, i membri del movimento hanno espresso ammirazione per Ioannis Metaxas e per l’altro dittatore Georgios Papadopoulos del Regime dei colonnelli (1967-1974). Non solo, gli stessi hanno da sempre elogiato la Germania nazista e l’Italia fascista, da cui hanno adottato gran parte del simbolismo, dagli stemmi ai saluti romani. Auto-identificandosi come nazionalisti e razzisti, sostenevano la creazione della Grande Grecia, e sono stati fortemente critici nei confronti dell'Unione Europea, oltre ad opporsi ad ogni tipo di immigrazione e ad essere estremamente tradizionalisti sul piano sociale. Le frequenti accuse di antisemitismo, di offesa alla cultura turca e musulmana erano l’inevitabile riflesso di discorsi intrisi di retorica prepotente e populista.
Non a caso, dopo un inizio in sordina negli anni 90, è durante la crisi del debito greco del 2009 che il partito sperimenta un’impennata impressionante di consensi, ottenendo il 5,3% di voti alle amministrative di Atene del 2010 (con punte del 20% in certi quartieri con grandi comunità di immigrati) ed affermandosi tra i principali partiti dello spettro politico nazionale. Ovviamente a far leva sono gli slogan xenofobi e anti-austerity. Ma è alle politiche del 2012 che il partito fa il botto ed entra per la prima volta - a passo militare - nel parlamento greco col 7% dei consensi. Tuttavia, già dal 2013 l’impalcatura comincia a stridere: il leader Nikólaos Michaloliákos ed altri esponenti vengono arrestati con l’accusa di far parte di un’organizzazione complottista che mirava a prendere il potere con un possibile colpo di Stato. Le prove indicavano la costituzione di gruppi armati paramilitari e importanti appoggi nella polizia e nell’esercito. Nonostante gli scandali, alle europee del 2014 continua la sua ascesa, raggiungendo un preoccupante 9,4%, miglior risultato della storia del partito. Mentre nel 2015, alle successive elezioni parlamentari, la rappresentanza di Alba Dorata non si sgonfia, prendendo il 6,3% dei voti, e divenendo la terza forza politica del paese. L’evoluzione del processo e le dinamiche politiche del paese hanno poi fermato il successo del partito, che nel 2019 non è riuscito a superare lo sbarramento del 3%.
Infine, circa un anno fa, il 7 ottobre 2020, dopo un processo durato 5 anni e mezzo, 17 ex deputati del partito assieme al loro leader, sono stati finalmente condannati dalla Corte d’Appello di Atene. Oggi possiamo dire che Alba Dorata è stata un’associazione criminale neofascista, colpevole di vari omicidi e ferimenti a persone con armi di vario tipo, oltre ad aver perpetuato ripetuti attacchi contro immigrati, omosessuali e attivisti di sinistra e minoranze etniche. Purtroppo, da qualche tempo, dalle ceneri di Alba Dorata, è riapparsa l’ultradestra guidata da Yiannis Zografos. Un neofascismo contro il Green Pass che marcia sulla frustrazione generata dal Covid-19, e soffia sul fuoco di rabbia cieca e latente in un paese ancora tanto complicato. Un neofascismo europeo, come tutti, da non sottovalutare.
Marco Grisenti

Laureato in Economia e Analisi Finanziaria, dal 2014 lavoro nel settore della finanza sostenibile con un occhio di riguardo per l'America Latina, che mi ha accolto per tanti anni. Ho collaborato con ONG attive nella microfinanza e nell’imprenditorialità sociale, ho spaziato in vari ruoli all'interno di società di consulenza e banche etiche, fino ad approdare a fondi d'investimento specializzati nell’impact investing. In una costante ricerca di risposte e soluzioni ai tanti problemi che affliggono il Sud del mondo, e non solo. Il viaggio - il partire senza sapere quando si torna, e verso quale nuova "casa" - è stato il fedele complice di anni tanto spensierati quanto impegnati, che mi hanno permesso di abbattere barriere fuori e dentro di me, assaporare panorami, odori e melodie di luoghi altrimenti ancora lontani, appagare una curiositá senza fine. Credo in un mondo più sano, equilibrato ed inclusivo, dove si possa valorizzare il diverso. Per Unimondo cerco di trasmettere, senza filtri, la veritá e la sensibilità che incontro e assimilo sul mio sentiero.