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Dimezzare la povertà. Si può fare
Consumo critico
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In occasione della Giornata mondiale di lotta alla povertà vi sono diverse iniziative a diversi livelli. Vediamole assieme. Dalla città all’Onu:
Città. torna la Notte dei senza dimora, il gesto di solidarietà e di vicinanza alle persone che vivono in strada è organizzato dall'associazione Insieme nelle Terre di mezzo. A Milano s’è giocato d'anticipo: il 16 ottobre in piazza Santo Stefano dalle ore 20 s’è cenato, ballato e dormito in piazza, a fianco dei senza dimora. Viaggi e miraggi , per l’occasione, ha organizzato per il week end percorsi di turismo responsabile per scoprire la città nascosta e solidale. A Roma la Notte è stata domenica 17 ottobre, in piazza dell’Immacolata ove molti volontari hanno servito presso la mensa dei poveri. Ma "La Notte" è stata organizzata in ben 14 città per stanotte! Per sapere cosa accade nella tua città si consiglia di tenete d'occhio il sito di Terre. Sempre a Roma si chiude la 18 giorni di Caritas Roma in ricordo di Don Luigi Di Liegro. Per l’occasione il Sindaco Alemanno ha partecipato ad una grande cena dedicata agli ospiti della Caritas nel sottopasso di via Nazionale, per “dare un segno forte della nostra città che non dimentica chi è ai margini ed è solo. Un'occasione per raccogliere fondi a favore dell'ostello di via Marsala che fu aperto proprio da Di Liegro''.
Italia. Per combattere la povertà in Italia s’incrociano due iniziative eque e solidali. Da un lato finisce Equo per tutti promosso da Altromercato. L a due settimane ha fatto salire le vendite dei prodotti del commercio equo a sostegno di centinaia di microimprenditori di 4 continenti usando un marketing spinto al quale molti dipendenti e volontari di bottega non era abituato. L’iniziativa, infatti, oltre a regalare prodotti in proporzione all’ammontare della spesa sta conquistando spazio anche sui media nazionali. Con la giornata mondiale contro la povertà la staffetta passa a Fair Trade che curerà la comunicazione per la seconda parte del mese. Quest’anno v’è una novità: Io faccio la cena giusta con ricette eque e solidali (pdf). Il mese del commercio equo è una modalità per prevenire la crisi che non risparmia nemmeno le botteghe del mondo e, di conseguenza, centinaia di produttori. Il secondo strumento con crescita a due cifre per combattere la povertà è il microcredito. Presso il Ministero del Lavoro è stato siglato il 14 ottobre il Protocollo d’Intesa tra il Presidente del Comitato Nazionale Italiano Permanente per il Microcredito, Mario Baccini, e il Presidente dell' Unione delle Province d'Italia, Giuseppe Castiglione. Il Ministro Sacconi, nel presenziare all'evento, ha sottolineato come le finalità del Protocollo si richiamino alla strategia di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale disegnata nel Libro Bianco sul futuro del modello sociale che vede nel binomio ''opportunità - responsabilità'' la prospettiva da cui partire nello sviluppare processi di inclusione attiva innalzando le condizioni di benessere di ogni cittadino ed assicurando l'accesso a beni, servizi ed opportunità di sviluppo sociale e professionale. In tal senso il microcredito e la microfinanza si configurano quali strumenti irrinunciabili per l'inserimento socio-lavorativo dei disoccupati e dei soggetti non bancabili in genere attraverso le tipologie occupazionali dell'autoimpiego e della microimprenditorialità. Microcredito e la microfinanza, insomma, come fattori fondamentali per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio ed in particolare per lo sradicamento della povertà.
Europa. Per l’occasione è intervenuto Gianni Pittella, vincitore del premio titolato al grande meridionalista Guido Dorso e Vicepresidente vicario del Parlamento europeo. La povertà, a suo dire, “è il frutto scellerato di guerre, analfabetismo, malattie, carestie, disuguaglianze drammatiche nella ripartizione del reddito pro-capite che potrebbero essere arginate e sconfitte con la volontà politica con risorse finanziarie incommensurabilmente inferiori al loro costo sociale e economico. L'Onu ci dice che sono stati fatti importanti passi avanti. Nel giro di un anno gli affamati sulla Terra sono diminuiti di circa 95 milioni di unità, da 1 miliardo e 20 milioni stimati nel 2009 a 925 milioni stimati per il 2010. Il rapporto Sofi 2010 (pdf) presentato dalla Fao il 15 settembre svela che i due terzi delle persone sottonutrite vivono in soli 7 Paesi: Bangladesh, Repubblica democratica del Congo, Etiopia, Indonesia, Pakistan e ancora in Cina e in India. Le principali vittime sono ovviamente i bambini. Nel mondo ogni anno ne muoiono 9 milioni al di sotto dei cinque anni di età, mille bambini ogni ora, la metà dei quali per malnutrizione. Negli ultimi anni sono stati registrati alcuni progressi. I decessi fra i bambini al di sotto dei cinque anni di età sono scesi dai 12,6 milioni registrati nel 1990. Nonostante questo successo, circa 27 paesi (la maggior parte nell'Africa sub-sahariana) non hanno registrato alcun progresso nella riduzione della mortalità infantile. Il miglioramento delle pratiche di allattamento al seno potrebbe salvare ogni anno la vita a circa un milione di bambini.Nel 1990 la povertà assoluta, sempre secondo Pittella, toccava il 46% della popolazione mondiale, si e' scesi al 27% nel 2005. Arrivare al 15% per il 2015 non e' più una chimera. Circa la metà dei Paesi dell'Africa nera stanno tagliando la povertà a un ritmo del 2% l'anno. Significativi anche i progressi registrati nella riduzione della malnutrizione infantile in America Latina, anche grazie alle politiche del governo di Lula in Brasile. Cresce il numero di bambini che usufruiscono dell'istruzione obbligatoria e l'80% dei Paesi ha aumentato l'accesso a servizi per la salute delle gestanti. Nonostante lo scetticismo, raggiungere gli Obiettivi del Millennio e ridurre in modo decisivo la povertà e la fame sul nostro pianeta sembra quindi possibile.
Mondo. Il 17 ottobre Amnesty International chiederà sicurezza e giustizia per le donne degli insediamenti di Nairobi invitando a firmare l’appello da mandare al ministro per la Sicurezza interna del Kenya. Sottoposte quotidianamente a violenza fisica, sessuale e psicologica, le donne di Nairobi sono costrette a fare i conti con alloggi inadeguati, scarso accesso ad acqua potabile, servizi igienici, assistenza sanitaria, scuole e ad altri servizi pubblici essenziali. In base a quanto rilevato da Amnesty International in cinque insediamenti abitativi precari di Nairobi, su 100 donne sposate, divorziate e separate, 26 hanno subito abusi psichici, 40 violenza fisica e 16 violenza sessuale da parte di mariti o ex-mariti. Negli insediamenti la scarsità di servizi igienici e di luoghi per lavarsi aggrava ulteriormente l'insicurezza delle donne e aumenta il rischio di violenza di genere. Possono volerci 10 minuti per raggiungere i servizi igienici dalle abitazioni, un tragitto troppo lungo e pericoloso per le donne, soprattutto di notte. La maggior parte delle donne che subiscono violenza non la denuncia, a causa dei numerosi ostacoli che si trova ad affrontare per accedere alla giustizia. Anche questa è povertà. [FP]