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Siamo "finiti"!
Consumo critico
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Immagine: Overshoot.footprintnetwork.org
La redazione
È arrivato anche quest'anno, ed è arrivato come sempre prima... Il 24 luglio 2025 è stato identificato come l'Earth Overshoot Day, il giorno in cui la domanda di risorse naturali da parte dell’umanità supera la capacità annuale di rigenerazione del pianeta. Da adesso in poi entriamo in una fase di debito ecologico: le risorse consumate da qui a fine anno non potranno essere ricostituite entro lo stesso periodo. Dal 1970, anno in cui la data dell’Overshoot Day calcolato ogni anno dal Global Footprint Network cadeva a dicembre, si è registrata una progressiva anticipazione del limite, un ulteriore segnale del deterioramento dell’equilibrio ecologico, con un debito cumulato che equivale a 22 anni.
Per capire la gravità della situazione, è utile comprendere come viene calcolata questa data. Come riporta EconomiaCircolare.com "L’Earth Overshoot Day si basa su due concetti fondamentali: l’Impronta Ecologica e la Biocapacità. L’Impronta Ecologica rappresenta la nostra domanda ovverosia la quantità di superficie terrestre e marina biologicamente produttiva necessaria per produrre tutte le risorse che consumiamo (cibo, legname, fibre) e per assorbire i rifiuti che generiamo, in primis le emissioni di anidride carbonica (aspetto che spiega il rapporto tra i dati dell’Overshoot day e le emissioni climalteranti). La Biocapacità, invece, è l’offerta e quindi la capacità degli ecosistemi di rigenerare quelle stesse risorse e assorbire i nostri scarti. La formula è semplice e potente nella sua chiarezza: (Biocapacità del Pianeta / Impronta Ecologica dell’Umanità) x 365 (salvo l’anno non sia bisestile). Il risultato indica il numero di giorni durante i quali viviamo utilizzando le risorse dell’anno in corso. Superato quel giorno, il nostro bilancio va in rosso". Quest'anno consumeremo, infatti, l’equivalente delle risorse di 1,8 pianeti Terra e tale dato evidenzia l’insostenibilità strutturale del nostro sistema economico globale.
Questo significa che l’intero sistema socioeconomico opera con una sovrappressione costante sugli ecosistemi, aggravando le conseguenze ambientali su clima, biodiversità, risorse idriche e suolo e per il WWF "La sola ipotesi di recupero teorico richiederebbe oltre due decenni di rigenerazione ininterrotta, che però non sarebbe più attuabile a causa della perdita irreversibile di habitat e dell’erosione della capacità rigenerativa degli ecosistemi". “Non solo stiamo vivendo a credito ogni anno, ma abbiamo anche accumulato un enorme debito nei confronti del sistema Terra. Ripagare questo debito – in termini ecologici – è quasi impossibile se continuiamo a ignorarne le conseguenze” ha affermato Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia. “Si tratta di una chiamata urgente all’azione per cambiare radicalmente il nostro modello di sviluppo, prima che il danno diventi definitivamente irreparabile”.
In un momento segnato da scarsità di risorse e urgenza climatica, il cambiamento non è solo necessario, ma strategico. La rotta può essere invertita. Per riportare l’umanità in equilibrio con le risorse terrestri (ovvero far coincidere l’Overshoot Day con il 31 dicembre), dobbiamo ridurre l’impronta ecologica globale di circa il 60% rispetto ai livelli attuali. Come? Per il WWF e possibile spostare questa data agendo in cinque settori strategici: "Transizione energetica: passare a fonti rinnovabili ed eliminare i combustibili fossili; economia circolare: riciclare, riutilizzare, azzerare gli sprechi; alimentazione sostenibile: diminuire il consumo di carne e preferire cibi biologici, locali e stagionali; mobilità green: favorire trasporti pubblici, biciclette e veicoli elettrici e politiche globali: accordi internazionali più stringenti per la tutela ambientale". Ad esempio, se riducessimo del 50% le emissioni di CO₂, sposteremmo la data di ben 3 mesi (93 giorni)! Se diminuissimo del 50% il consumo globale di carne, guadagneremmo 17 giorni. Se fermassimo la deforestazione, recupereremmo 8 giorni. Soluzioni come l’agricoltura rigenerativa, la mobilità sostenibile e l’efficienza energetica non solo riducono l’impronta umana, ma creano valore economico e resilienza sociale.
Piano piano, se riuscissimo a spostare l’Overshoot Day di 5 giorni all’anno, entro il 2050 torneremmo in equilibrio con le risorse del Pianeta. Purtroppo però “Un nodo cruciale è il nostro modello economico, fondato sulla crescita illimitata dei consumi materiali – di energia, risorse, materie prime – che è semplicemente incompatibile con un Pianeta dalle risorse finite. Non dobbiamo puntare all’aumento quantitativo, ma a un progresso qualitativo, fatto di conoscenza, relazioni umane, diritti e tutela della Natura da cui dipendiamo. È fondamentale sostituire il PIL come unico indicatore di sviluppo con indicatori più complessi, che considerino la salute degli ecosistemi, il benessere psicologico e la coesione sociale.” ha concluso la Alessi. Ripensare lo sviluppo richiede di affiancare al prodotto interno lordo indicatori che includano salute degli ecosistemi, benessere psicologico e coesione sociale. La sfida quindi è individuare una nuova idea di progresso fondata su relazioni umane, conoscenza e tutela dell’ambiente.
Per questo questa data è particolarmente significativa. L’Earth Overshoot Day 2025 rappresenta un indicatore critico, che chiama in causa istituzioni, imprese e cittadini nella ricerca di un modello sostenibile per le generazioni future. La sfida è enorme, e proprio per questo, ogni azione è fondamentale.