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Quanto inquina il Natale?
Consumo critico
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Foto di Edson Junior su Unsplash
Il Natale è una delle feste più amate nel mondo Occidentale, ma è, dal punto di vista ambientale, la più impattante.
In Italia a fornire dati sullo ‘spreco natalizio’ è la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). Secondo un comunicato uscito l’8 dicembre 2024, addobbare l'albero di Natale e decorare la casa con le luci produce tra le 18 e le 20mila tonnellate di CO2.
Un'invasione di fili luminosi e di lampadine che determina un incremento dei consumi energetici di circa il +30% rispetto al resto dell'anno, pari a 1.600 MWh al giorno, ovvero 46.400 MWh di energia consumata solo nel periodo che va dall'8 dicembre all'Epifania.
Oltre all’illuminazione privata c’è ovviamente da considerare quella delle città. A fare una scelta ‘green’ è stato il comune di Cantagallo, in provincia di Prato, che per l’ottavo anno consecutivo, ha deciso di rinunciare alle luminarie natalizie e investire le risorse risparmiate in buoni spesa per i cittadini e le cittadine che vivono un momento di difficoltà economica. I buoni, del valore di 2500 euro, potranno essere spesi nelle attività del territorio che aderiscono all’iniziativa.
Una scelta decisamente in controtendenza, visto che l’inquinamento luminoso nelle città è un tema spinoso che si amplifica nel periodo natalizio. Secondo uno studio dell’Università di York, citato da The Green Army, il 5,5% dell’anidride carbonica prodotta in un anno viene emessa a Natale e circa un terzo è dovuta all’illuminazione. I ricercatori della Nasa hanno infatti notato come l’intensità della luce aumenta, in particolare a Natale e Capodanno: gli astronauti hanno potuto verificare questa differenza di luce dallo spazio.
Un altro tasto dolente sono i rifiuti prodotti nel periodo delle festività.
In Italia, ad esempio, durante le feste di Natale si generano in media 80 mila tonnellate di rifiuti in carta e cartone (oltre 3 kg a famiglia), mentre nel Regno Unito, secondo i dati raccolti da Waste Mission, azienda britannica specializzata in riciclaggio, si utilizzano ogni anno 300 mila tonnellate di cartone per gli addobbi natalizi, abbastanza per coprire il Big Ben 260 mila volte. Inoltre fino a 114 mila tonnellate di imballaggi di plastica finiscono in discarica.
E anche la carta regalo rappresenta uno spreco non da poco: nel solo Regno Unito vengono utilizzate 227 mila miglia di carta da regalo ogni anno. Greenpeace ha scoperto, ad esempio, che appena un chilo di carta da regalo emette tre chilogrammi e mezzo di CO 2 durante il suo processo di produzione, impiegando circa un chilo e mezzo di carbone per alimentare la sua produzione. Questo senza considerare l'ulteriore imballaggio e trasporto.
Da considerare poi anche gli alberi di Natale. L’associazione inglese Wrap stima che nel Regno Unito vengano abbandonate 160mila tonnellate di alberi ogni gennaio. Secondo altre stime il numero di alberi gettati arriverebbe a 6 milioni, con una conseguente creazione di oltre 9.000 tonnellate di rifiuti aggiuntivi. Nel Regno Unito gli abeti del Caucaso (Nordmann) rappresentano l'80% di tutti gli alberi veri venduti e impiegano circa 10-12 anni per crescere fino a 1,8 metri di altezza. È stato calcolato (dal Carbon Trust) che un albero di Natale vero alto 2 metri ha un'impronta di carbonio di 16 kg di CO2 (se finisce in discarica). Il Carbon Trust ha anche scoperto che un albero artificiale della stessa altezza ha un'impronta di carbonio di 40 kg di CO2 e in genere non può essere riciclato. Inoltre, gli alberi di Natale in decomposizione producono 100.000 tonnellate di metano (un gas serra 25 volte più potente dell'anidride carbonica).
Sotto la lente anche i brindisi: si stima che durante il periodo natalizio i consumatori smaltiscono circa 13.350 tonnellate di vetro. A tutto questo si somma la questione cibo. In Italia circa 500mila tonnellate di cibo vengono buttati nella spazzatura, mentre gli americani gettano via il 25% di rifiuti in più nel periodo compreso tra il Ringraziamento e Capodanno rispetto a qualsiasi altro periodo dell’anno. L'Università di Manchester ha calcolato infatti che le nostre cene di Natale producono la stessa impronta di carbonio di una singola automobile che percorre 6.000 volte il giro del mondo.
E dopo le feste ci sono i regali indesiderati: otto milioni di doni (circa 12.000 tonnellate per oltre 50 milioni di euro) diventano rifiuti.
Ma la questione più rilevante in Italia è, secondo Sima, quella dei trasporti: agli spostamenti delle persone si uniscono quelli delle attività logistiche connesse al commercio e alla spedizione delle merci. Tutto questo produce un aumento delle emissioni inquinanti rilasciate in atmosfera di circa il +130% rispetto ad altri periodi dell'anno. A fare le spese delle nostre scelte (e dei nostri festeggiamenti), dunque, è ancora una volta il Pianeta.
Alice Pistolesi

Giornalista, è laureata in Scienze politiche e Internazionali e in Studi Internazionali all’Università di Pisa. Viaggia per scrivere e per documentare, concentrandosi in particolare su popolazioni oppresse e che rivendicano autonomia o autodeterminazione. È redattrice del volume Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo e del sito Atlanteguerre.it dove pubblica dossier tematici di approfondimento su temi globali, reportage. È impegnata in progetti di educazione alla mondializzazione e alla Pace nelle scuole e svolge incontri formativi. Pubblica da freelance su varie testate italiane tra le quali Unimondo.org.