Italia: ecco il Rapporto ministeriale sulle acque di balneazione

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E' apparso ieri alla chetichella sul sito del Ministero della salute il Rapporto annuale sulla qualità delle acque di balneazione 2002. "Siamo al ridicolo": è stato il commento del portavoce di Legambiente, Roberto Della Seta. Per la prima volta dal 1989, il Ministero della Salute non ha infatti pubblicato il "Rapporto sulle Acque di Balneazione" prima dell'estate.

"A che serve un rapporto sulle acque di balneazione se viene diffuso solo quando la stagione balneare si sta chiudendo" - ha commentato Della Seta. "E se a qualcuno fosse saltato il grillo, prima di tuffarsi, di verificare se i comuni quest'anno hanno piazzato a dovere i divieti di balneazione? Impossibile. O meglio, impossibile fino ieri. Impossibile per i milioni di persone che hanno già fatto le loro vacanze. Milioni di persone che però, per amor di conoscenza, oggi, comodamente da casa, potranno sapere se le acque in cui si sono bagnati sono in regola o meno. Bella consolazione!".

"Il silenzio del ministero, - si legge nel comunicato di Legambiente - "arriva a pochi mesi dall'emanazione di un complicato decreto, da poco convertito nella legge 121/2003 che consente di togliere il divieto di balneazione con più facilità rispetto al passato. Un provvedimento discusso ed emanato, peraltro, senza neppure una circolare esplicativa che ne garantisse un'applicazione univoca. "Lo abbiamo detto per tutta l'estate e oggi lo ripetiamo - ha sottolineato Della Seta - "Il ministero si è comportato con una leggerezza gravissima che dimostra agli occhi di tutti quale sia il grado di attenzione verso i problemi del mare italiano".

Dai rapporti "Mare Monstrum 2003" e "Guida Blu 2003" pubblicati prima dell'estate da Legambiente, emergeva un quadro preoccupante delle condizioni ambientali di mari e litorali d'Italia, soggetti ad abusivismo e inquinamento crescenti nel silenzio del Ministero della Salute.

Nonostante i mass-media abbiano concentrato la loro attenzione sulla temperature del mare italiano, quello delle temperature non è l'unico dato allarmante rilevato durante l'estate da Goletta Verde. Dalle analisi dei tecnici, eseguite secondo la normativa vigente sulla qualità delle acque di balneazione, sono risultati in regola coi limiti imposti tre campioni su quattro (il 74,4% del totale per l'esattezza); leggermente inquinati il 16%, inquinati poco meno del 4% e gravemente inquinati poco più del 5%.

"Ma c'è un altro dato significativo fra quelli raccolti dalla Goletta Verde - ha affermato Della Seta - Ovvero gli enterococchi". Questa specie di batteri fecali, legata dunque all'inquinamento fognario, è stata scelta dall'Organizzazione mondiale dalla sanità e indicata nella Direttiva europea sulle acque di balneazione in corso di elaborazione a Bruxelles come nuovo parametro di riferimento da utilizzare al posto di quelli attuali, con un limite da non superare di 50 Ufc/100ml. "Se questa direttiva fosse già in vigore, meno della metà delle spiagge sarebbe stata aperta alla balneazione. Questo anche perché gli enterococchi sono tra i batteri più resistenti, e perché la più alta temperatura dell'acqua crea condizioni ideali alla loro sopravvivenza".

E se il Ministero della Salute ha continuato a tacere, quello dell'Ambiente ha registrato invece, grazie all'attività delle Regioni, i dati impressionanti sulla quantità di metalli pesanti nei sedimenti costieri. Cadmio, arsenico, piombo, mercurio e altre sostanze persistenti, che si accumulano fino ai livelli più elevati della catena trofica fino a far registrare valori preoccupanti per le quantità di diossine e Pcb nel pesce spada e nel tonno.

A metà agosto è stato inoltre presentato il bilancio provvisiorio della campagna nazionale "Diritti al mare, diritti del mare" promossa dall'associazione VAS - Verdi Ambiente e Società che riportava 908 telefonate arrivate al numero verde riguardanti prevalentemente il mare sporco per il malfunzionamento dei depuratori, l'occupazione abusiva di spiagge libere e le spiagge in degrado.

Fonti: Ministero della Salute, Legambiente, La Nuova Ecologia, VAS.

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