I giochi attorno alle frontiere

Stampa

Foto: Unsplash.com

Ci sono molti modi per guardare a quello che sta accadendo da settimane ai confini nordoccidentali della Bielorussia: tragedia umanitaria, partita geopolitica, guerra ibrida, perdita dei valori dell’Ue, invasione. Nessuno di questi però è in grado di fotografare il fenomeno nella sua complessità. Osservatori e commentatori che si concentrano solo su un aspetto – persino anche il più grave e impellente come quello delle vite dei migranti in pericolo nei boschi – rischiano di perdere di vista quella complessità e, insieme, la possibilità di individuare una soluzione.

Tragedia umanitaria, partita geopolitica, guerra ibrida, perdita dei valori dell’Ue, invasione: la crisi del confine Bielorussia-Polonia-Lituania è tutto questo insieme. Persino la visione più scomoda, quella gretta delle destre estreme tanto attive in Polonia, quella che vede un’invasione di migranti premere ai confini del Paese, trova spazio. Il fatto stesso che ci sia chi riduca il tutto a una difesa dei confini nel senso più xenofobo, come se la questione si possa risolvere solo con dei viluppi di filo spinato, impedisce di non tenerne conto.

Solleticare gli istinti più bassi degli ultranazionalisti della Polexit è infatti probabilmente il primo obiettivo del duo Putin-Lukashenko. La pressione migratoria ai confini nordorientali dell’Unione europea dal versante bielorusso non è cominciata oggi. Lo sanno bene a Vilnius. La Lituania ha dovuto rinforzare le difese lungo la frontiera con la Bielorussia e invocare l’aiuto di Bruxelles già a settembre, lanciando l’allarme contro il sospetto che il flusso di migranti dai Paesi mediorientali come non si era mai visto prima fosse in realtà parte di una strategia.

La risposta della Lituania è stata per certi versi contenuta, a fronte va detto di numeri più bassi. In quelle settimane anche gli altri due Paesi dell’Unione confinanti con la Bielorussia, cioè la Polonia e la Lettonia, cominciavano a essere alle prese con lo stesso problema. Ma ancora l’eco mediatica non aveva avuto una forza tale da fare le prime pagine dei quotidiani europei. A far esplodere il caso a livello europeo è stato da un lato l’ingrossarsi delle fila dei disperati all’addiaccio nella foresta più grande del continente e dall’altro la decisa risposta di Varsavia. Idranti e lacrimogeni contro chi cerca di sopravvivere al gelo e alla fame non sono quello che l’Europa si sforza di essere...

L'articolo di Danilo Elia segue su Atlanteguerre.it

Ultime su questo tema

Greenpeace: «Basta scarichi, le aree marine protette non sono una fogna»

03 Luglio 2025
Gli attiviste e attivisti di Greenpeace hanno appeso un enorme striscione raffigurante un gabinetto con la scritta “Basta scarichi” all’arco dell’isolotto della Gaiola, nel Golfo di Napoli, per ric...

Siamo preoccupati!

25 Marzo 2025
Nel 2024 il 58,1% della popolazione italiana esprimeva preoccupazione per i cambiamenti climatici, un valore stabile rispetto al 2023. (Alessandro Graziadei)

Da Campania Felix a Terra dei fuochi

22 Marzo 2025
In poche decenni la stessa area, prima chiamata Campania Felix, era la Terra dei fuochi. (Rita Cantalino)

Domande radioattive

26 Febbraio 2025
Il Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha consegnato al Governo un Disegno di Legge per il ritorno della produzione di energia nucleare in Italia. Chiederei al Ministro se può rispondere ad alcu...

Rischiamo di avere troppi satelliti in orbita

31 Gennaio 2025
Cosa sta succedendo nel vuoto dello spazio, oggi? Paradossalmente, che lo spazio circumterrestre non solo non è più vuoto, ma rischia addirittura di diventare sovraffollato. (Scienza in Rete)

Video

Rifiuti nell'inceneritore di Acerra: Primo carico