Commercio: meno leggi per i mercati insostenibili

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L'organizzazione ambientalista Friends of the Earth (Foe) denuncia che Giappone, Corea, Messico e Stati Uniti stanno utilizzando le negoziazioni in sede dell'Organizzazione Mondiale del Commercio per smantellare un ampio spettro di leggi in materia di tutela ambientale, protezione sociale e salute pubblica. In una lista redatta dall'Ong viene evidenziato che diverse leggi riferite al settore dell'agricoltura, delle materie prime (legno e petrolio), dell'industria chimica, elettronica e automobilistica, sono state classificate negli ultimi mesi come barriere al commercio. Foe denuncia che in relazione alle barriere non tariffarie negoziate all'interno dell'accordo NAMA (Non Agricultural Market Access) vi sono 72 normative in materia di ambiente e salute pubblica. "Se i governi riusciranno ad eliminare queste barriere non tariffarie, distruggeranno una vasta tipologia di strumenti legali disegnati ed applicati con il fine di proteggere l'ambiente e le persone" ha dichiarato Ronnie Hall di Foe. "Quanto sta accadendo costituisce un vergognoso attacco contro le leggi ambientali e sociali in tutto il mondo. L'inquinamento chimico, i cambiamenti climatici, la deforestazione non paiono preoccupare i negoziatori la cui priorità è solo quella di aprire nuovi mercati. Non possiamo permettere che la WTO continui su questa strada".

Secondo un rapporto del Wwf lanciato in occasione del Forum Boao per i paesi asiatici oltre la metà delle aziende intervistate la sostenibilità ambientale è un valore fondante. L'indagine che ha coinvolto 182 aziende cinesi ha sottolineato l'impegno nell'efficienza energetica e nella riduzione delle emissioni di gas serra: il 22% delle aziende intervistate stiano applicando i propri standard ambientali, mentre il 13% di esse chiede addirittura normative più stringenti. Le compagnie oggetto dell'indagine rappresentano alcuni dei più grandi colossi cinesi nel settore dell'energia, della finanza ma anche in quello elettronico e dell'IT. China National Petroleum Corporation, Banca di Shanghai, Shanghai Automotive Company, Haier, Lenovo, China Telecom e China Mobile sono soltanto alcuni esempi. "Dal momento che la Cina sta diventando una delle più grandi economie del mondo, essa potrebbe diventare il più grande inventore e promotore di un mercato caratterizzato da beni sostenibili" afferma Dennis Pamlin, membro del Programma Sviluppo e Investimenti del Wwf.

Da anni al centro di polemiche sul rispetto dei diritti dei lavoratori e dell'ambiente, il colosso delle vendite al dettaglio Wal-Mart ha lanciato una campagna pubblicitaria che lega il proprio marchio ad immagini di natura incontaminata in collaborazione con la National Fish and Wildlife Foundation, un'organizzazione non profit, costituita dal Congresso americano nel 1984. Con un investimento di 35 milioni di dollari, la compagnia s'impegna a preservare l'habitat di un acro di terra in aree naturali per ogni acro occupato da un centro Wal-Mart.

Un acro corrisponde a quasi 4.047 metri quadrati. Attualmente i centri Wal-Mart occupano 88.000 acri e per i prossimi dieci anni è previsto uno sviluppo pari a 5.000 acri l'anno. Ma è bene ricordare che nel maggio 2004, la compagnia è stata condannata dal Dipartimento della Giustizia Usa a pagare una multa di 3,1 milioni di dollari per aver violato la normativa sulla protezione delle acque, il Clean Water Act, in 24 siti di nove Stati Usa. Le violazioni riguardavano la gestione delle acque di scarico nei nuovi centri in costruzione.

Altre fonti: Osservatorio Tradewatch, Responsabilità sociale delle imprese

Approfondimento: La Cina sta superando gli Stati Uniti come maggiore paese consumatore al mondo

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