La matematica del ponte in vetrina

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Il colosso delle costruzioni Webuild – brand con cui tre anni fa la vecchia Salini-Impregilo ha scelto di proiettarsi in un pirotecnico mondo del futuro – fa sapere d’aver consegnato la documentazione di aggiornamento del progetto definitivo alla Società Stretto di Messina Spa. Farà le cose in grande, molto in grande. Tanta magnificenza si sostanzia, com’è d’uopo, di analisi scrupolose e, naturalmente, d’una gran mole di cifre. Numeri che fanno però pensare più alla cabala o all’astrologia che a calcoli plausibili, cifre lanciate in aria col cuore ben oltre l’ostacolo del buon senso per quanto sembrano esorbitanti, come ad esempio quelle dei passeggeri previsti: quasi 15 volte superiori alla domanda di mobilità reale. D’altra parte, melius abundare quam deficere, come avrebbe detto quel tale sempre perfettamente a conoscenza di chi avrebbe poi dovuto mettere mano al portafoglio.

Il Ponte sullo Stretto “opera vetrina dell’ingegneria italiana nel mondo”. È la definizione utilizzata dal colosso delle costruzioni Webuild nel comunicato stampa in cui si annuncia la “consegna della documentazione di aggiornamento del progetto definitivo” alla Società Stretto di Messina Spa.

In attesa di conoscere tutti gli “aggiornamenti” previsti per bypassare le innumerevoli criticità di ordine tecnico-ingegneristico, socio-ambientale ed economico dell’infrastruttura di collegamento stabile tra Scilla e Cariddi c’è un passaggio nella nota di Webuild che colpisce per pressapochismo e ridicola propaganda.

“La struttura accoglierà due carreggiate stradali con tre corsie per direzione (due di marcia e una di emergenza) e una linea ferroviaria a doppio binario, consentendo un flusso di 6.000 veicoli all’ora e fino a 200 treni al giorno, rivoluzionando la mobilità dell’area e dell’intero Sud Italia”, enfatizza il grande gruppo economico-finanziario.

Lascio agli economisti e accademici la disamina scientifica dello “studio” economico e trasportistico di Webuild e mi permetto solo di fare un paio di conti con il pallottoliere per evidenziare l’insostenibilità e il sovradimensionamento dei dati.

L’attraversamento del Ponte di 6.000 veicoli all’ora corrisponde a 144.000 mezzi al giorno cioè 52.560.000 all’anno. Relativamente ai treni (oggi un numero corrispondente alle dita di una mano a seguito del progressivo smantellamento nello Stretto del traffico ferroviario da parte di Trenitalia), i 200 quotidiani corrisponderebbero a 73.000 treni all’anno.

Immaginiamo che veicoli e treni viaggino sul Ponte con un numero davvero minimo di passeggeri, 2 per auto e non oltre 200 per convoglio ferroviario, come dire uno spreco immane di risorse finanziarie per privati e Trenitalia...

L'articolo di Antonio Mazzeo segue su Comune-info.net

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