Papua N. Guinea: stazione di protezione foreste di Greenpeace

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Greenpeace ha lanciato ier un'importante iniziativa per proteggere le ultime foreste primarie pluviali della Papua Nuova Guinea nel Sudest asiatico. Nel mezzo di queste antiche foreste, chiamate anche "Foreste del Paradiso", dove di recente sono state scoperte decine di nuove specie, Greenpeace ha stabilito una "stazione di protezione delle foreste". L'iniziativa è stata annunciata con l'arrivo a Port Moresby della nave ammiraglia di Greenpeace, la Rainbow Warrior, che ha ricevuto un benvenuto tradizionale da parte dei gruppi tribali e dei proprietari terrieri.

La tribù Kuni ha invitato Greenpeace a stabilire una "stazione di protezione delle foreste" sulla sua terra. "Sarà la base da cui gli attivisti partiranno per delimitare i confini dei territori tradizionali delle tribù Papua, per salvarli dall'industria del legno" - afferma Sergio Baffoni, responsabile foreste di Greenpeace. "E' l'occasione per mostrare al mondo le iniziative di taglio sostenibile". Volontari di Greenpeace da tutto il mondo vivranno e lavoreranno insieme ai proprietari delle terre e faranno base alla "stazione di protezione delle foreste" situata presso il Lago Murray, nella Provincia Occidentale. Aiuteranno tre tribù a far valere i loro diritti sui circa 300.000 ettari di terra che appartengono a loro da sempre attraverso l'identificazione e la mappatura dei confini. Questo li aiuterà a proteggere le foreste dallo sfruttamento intensivo e illegale.

Il capotribù dei Kuni, Sep Galeva, ha dichiarato: "Vogliamo far sentire la nostra opposizione alle industrie del legname che vengono e distruggono tutto. Vogliamo che i tagli alle foreste siano su piccola scala e vengano fatti dai proprietari terrieri in modo sostenibile". Le Foreste del Paradiso della Papua Nuova Guinea sono quelle che vengono sfruttate alla maggiore velocità al mondo. Meno dell'un per cento di esse sono protette, e ogni anno, solo in Papua Nuova Guinea, più di 250.000 ettari vengono distrutti dalle multinazionali del legno. Globalmente, un'area di foresta primaria della dimensione di un campo di calcio è distrutta ogni due secondi per far spazio a coltivazioni di soia destinate al foraggio o per farne carta per usi domestici, listoni per parquet o compensato.

Una spedizione scientifica nelle montagne di Foja in Papua, nel dicembre 2005, ha scoperto un mondo perduto ed incontaminato nel cuore delle Foreste del Paradiso. Un'area che non ha mai visto la presenza dell'uomo, ricca di animali sconosciuti. Nel corso della spedizione sono state scoperte 20 specie di rane, quattro di farfalle, un mammifero, oltre a nuove specie di palma ed a molte altre piante ancora non classificate, tra cui il rododendro con il fiore più grande al mondo.

"Questa nuova iniziativa fa parte dello sforzo che stiamo facendo a livello globale per proteggere le più antiche foreste presenti sulla Terra. Finché azioni come questa non verranno intraprese ovunque nel mondo, milioni di specie di piante e animali si estingueranno, la periodicità delle precipitazioni sarà alterata e il clima globale cambierà ancora più rapidamente di quanto già non succeda" - ha commentato Baffoni.

Va ricordato che l'80% circa delle foreste che nel passato ricoprivano la superficie del pianeta sono state distrutte, e la maggior parte di queste negli ultimi 30 anni. Un quinto di questa percentuale è attribuibile al disboscamento. La maggior parte di queste foreste sono state distrutte da compagnie del legname. 76 paesi hanno praticamente già perso tutte le foreste. Greenpeace crede sia giunto il momento di agire.[GB]

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