Il coinvolgimento italiano nel business del land grab in Senegal

Stampa

Il 7 novembre scorso a Dakar l’associazione italiana Re:Common, la rete senegalese Land Reflection and Action Group (CRAFS), l’organizzazione internazionale Grain hanno lanciato il loro rapporto “Who is Behind Senhuile-Senethanol?” sul ruolo svolto da imprese italiane nell’ambito del progetto di appropriazione di terreni agricoli nel nord del Senegal.

La ricerca, alla cui stesura hanno collaborato vari esperti internazionali e locali, mette in evidenza vari aspetti controversi degli assetti societari di numerosi attori coinvolti, tra i quali spicca la compagnia italiana Tampieri.

Il rapporto risponde ai timori circa possibili collegamenti ad attività di riciclaggio di denaro e, esaminando la struttura del progetto, evidenzia come:

▪ Alcuni funzionari delle società coinvolte abbiano un passato ricco di ombre;

▪ La reale proprietà sia è celata dietro una società di comodo con base a New York;

▪ Tutta questa segretezza, a cui si va ad aggiungere il business plan del progetto in continuo cambiamento, indicano che gli investitori non sono affidabili;

▪ Nel frattempo, molte altre questioni sollevate dalle comunità impattate dal progetto rimangono senza risposta; la compagnia si rifiuta di parlare con i ricercatori.

Senhuile è controllata per il 51 per cento dall’italiana Tampieri Financial Group e al 49 per cento dalla società senegalese Senethanol. Quest’ultima è stata creata con i fondi dal gruppo di investimento ABE Italia (75 per cento) e dall’imprenditore senegalese Gora Seck (25 per cento). Al momento l’ABE Italia è in liquidazione e le sue azioni in Senethanol stanno apparentemente tornando alla sua società madre ABE International LLC con sede a New York. La ABE International, una società di comodo registrata allo stesso indirizzo di altre centinaia shell companies, è gestita da Benjamin Dummai , il direttore israelo-brasiliano di Senhuile, ma i suoi veri proprietari sono sconosciuti poiché la società non è tenuta a rendere pubbliche tali informazioni.

Benjamin Dummai ha un passato oscuro. In varie occasioni le autorità brasiliane lo hanno trovato colpevole di evasione fiscale e truffa. Gora Seck si occupa di diverse società, tra cui alcune nel settore minerario, due delle quali insieme a un funzionario del ministero delle Miniere senegalese.

Nel 2010, il Consiglio Rurale di Fanaye ha concesso 20mila ettari di terra alla Senethanol, al fine di produrre biocarburanti per il mercato europeo. Nel 2011, il progetto è stato sospeso dall’allora presidente senegalese Abdoulaye Wade dopo una serie di scontri scoppiati tra le comunità locali e le forze di sicurezza. Il progetto è stato riavviato nel 2012 per la produzione di semi di girasole per l’esportazione verso l’Italia su altri appezzamenti di terreno situati nella Riserva Ndiael, sempre per un’estensione di 20mila ettari, accordati dal nuovo presidente Macky Sall per un periodo di 50 anni. La scorsa settimana, Gora Seck ha annunciato che il progetto subirà la “sospensione di ogni attività economica”, per poi riprendere al fine di garantire semi di arachidi destinati al consumo locale.

“Chi può fidarsi di questi investitori?”, è quanto ha dichiarato un portavoce dei 37 villaggi della riserva di Ndiael coinvolti nel progetto. “ Prendono le nostre terre, prendono le nostre vite, ci circondano, al punto che il nostro bestiame – la fonte del nostro sostentamento – non può più pascolare, e tutto questo per che cosa?” ha aggiunto.

“Ci domandiamo che ruolo stia giocando Tampieri qui in Senegal, come mai sia coinvolta in una struttura così oscura e con uomini d’affari con un passato controverso” ha dichiarato a Dakar Giulia Franchi di Re:Common. “Il progetto appare fallimentare, come si evince dai continui cambiamenti di obiettivo e dall’instabilità sociale che ha generato. Ci domandiamo cosa tenga ancora veramente qui Tampieri, mentre deve fare i conti con un progetto che non decolla e ha un crescente rischio reputazionale” ha aggiunto la Franchi.

Re:Common e Grain, in solidarietà con le comunità locali e la CRAFS, invitano tutti coloro che stanno lottando contro l’accaparramento di terra, in particolare i movimenti italiani, ad unirsi a loro nel chiedere la fine di questo progetto e la restituzione delle terre ai pastori e ai contadini.

Fonte: Re:Common

Ultime su questo tema

Tony Rinaudo, costruttore di foreste: «La mia storia è un messaggio di speranza»

24 Gennaio 2025
Tony Rinaudo. Grazie a lui, progetti di riforestazione si sono diffusi in tutto il mondo, da Timor Est all'Amazzonia. In Niger sono cresciuti 240 milioni di alberi: è la più grande trasformazione a...

Il 2024 del Belpaese? Oltre 300 eventi climatici estremi!

15 Gennaio 2025
Il 2024, l'anno più caldo di sempre, ha evidenziato l’urgenza di azioni concrete per mitigare il clima. (Alessandro Graziadei)

Siamo ecologici, ma facciamo acqua da tutte le parti

16 Ottobre 2024
Siamo tra i Paesi con il maggior grado di consapevolezza riguardo i temi ambientali, ma facciamo acqua... (Alessandro Graziadei)

Le tre cose che vorrei per Natale

24 Dicembre 2023
Le tre cose che vorrei per Natale. Tre regali che vorrei ricevere e fare. (Raffaele Crocco)

I sommersi

31 Ottobre 2023
“La maggior parte delle comunità costiere andrà incontro ogni anno a inondazioni centenarie entro la fine del secolo”. (Alessandro Graziadei)

Video

Giornata mondiale della desertificazione 2010