Ambiente: barriere coralline minacciate dalla pesca strascico

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A rischio le barriere coralline di profondità la cui sopravvivenza è minacciata dalla pesca strascico d'altura. La questione è al centro dell'attenzione da parte di numerose associazioni ecologiste mentre la Norvegia crea la prima zona protetta ad alta profondità.

La scarsità di riserve ittiche ha portato negli ultimi dieci anni i pescatori ad esplorare e sfruttare i fondali più profondi alla ricerca di nuove prede. Si è progressivamente affermata la pesca a strascico d'altura tecnica molto redditizia dal punto di vista economico ma che comporta numerosi danni all'ecosistema marino.

In particolare a correre il rischio di essere danneggiate irremediabilmente sono le barriere coralline di alta profondità, quelle che vivono in acqua fredda. Queste coralli vivono tra i 700 e i 1000 metri alla profondità alla temperatura di 4 gradi centigradi e creano l'habitat per la vita di molte altre specie animali e vegetali. I coralli "freddi" impiegano molto tempo per crescere nei mari del nord: fino a 400 anni per raggiungere 2 cm di spessore. Alcune barriere raggiungono l'età di 4.500 anni.

La pesca d'altura rischia di distruggere in pochi istanti il lavoro di millenni e per questo il Wwf lancia un appello contro questo metodo di pesca, e lo Iucn (The world conservation union) presenta uno studio che denuncia i danni creati dalle imbarcazioni a strascico. Matthew Gianni, responsabile del programma marino dello Iucn, è chiaro: "Il danno della pesca a strascico è paragonabile a quello di un bulldozer nella foresta amazzonica".

Qualcosa comincia finalmente a muoversi sul fronte istituzionale: la Norvegia ha recentemente creato un'area protetta di profondità per salvaguardare la barriera corallina di Tisler: una barriera di 1000 anni ad oltre 100 metri di profondità al confine con la Svezia. Si tratta del primo passo per un nuovo orizzonte nella protezione dei mari concentrato sino ad ora esclusivamente alla tutela dell'ambiente marino a ridosso delle coste.

Fonti:La Nuova Ecologia, Wwf, IUCN.

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