Virus polli: l'allevamento intensivo è insicuro

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"Siamo di fronte all'ennesima campagna d'informazione dell'industria avicola italiana che pretende di provare una sicurezza, quella dei polli allevati in Italia, tutt'altro che provata!". E' il commento della LAV alla notizia della campagna dell'Unione Nazionale Avicoltura (UNA), patrocinata dal ministero della Salute, con lo scopo di tranquillizzare i consumatori italiani riguardo i pericoli della diffusione dell'influenza aviaria in Italia. "Solo nel periodo tra dicembre 1999 e aprile 2000, infatti, sono stati contati 413 focolai d'infezione negli allevamenti italiani, che hanno portato all'abbattimento di 16 milioni tra polli e tacchini, per 500 milioni di euro di danni - dichiara Roberto Bennati, responsabile LAV campagne europee - altri 55 focolai nel periodo 2000/2001, nuovi casi registrati nel 2002 e 2003, e focolai a maggio 2005, che hanno portato all'abbattimento di 30.000 animali nel mantovano". E proprio in seguito alla crisi verificatasi in Italia nel '99, l'Unione Europea ha emanato nuove norme sulla prevenzione della diffusione del virus.

La LAV esprime anche il proprio disappunto per l'ennesimo patrocinio del Ministero della Salute ad una campagna portatrice di interessi privati come quelli dell'industria avicola italiana. "Consideriamo scopo prioritario del Ministero della Salute la tutela della salute umana e non la rassicurazione dei consumatori e la promozione di un'industria che ha goduto in passato anche del supporto del Ministero delle Politiche agricole. - prosegue Bennati - Il ministro Storace dovrebbe, invece, attivare una seria indagine sul benessere degli animali negli allevamenti italiani e sulla salubrità delle carni a seguito dell'utilizzo di antibiotici".

Al Ministro della Salute la LAV chiede poi di farsi garante della salute dei cittadini italiani in vista dell'emanazione della nuova direttiva europea sull'allevamento dei polli, schierando l'Italia su una posizione che chieda profondi cambiamenti delle condizioni di allevamento nell'Unione Europea. Al presidente dell'UNA Aldo Muraro, infine, la LAV risponde che non è con una campagna pubblicitaria che parla di influenza aviaria che si informano i cittadini sulla realtà dell'allevamento intensivo di 430 milioni di polli da carne (broiler). Sarebbe utile, invece, informare gli italiani sulle condizioni di allevamento, insostenibili per la densità di animali presenti, sull'utilizzo di animali geneticamente selezionati e vittime di gravi patologie del metabolismo e sopratutto sull'utilizzo di antibiotici a scopo preventivo e terapeutico per curare le numerose malattie, ampiamente diffuse.

Proprio per aprire una finestra sulla realtà dell'allevamento intensivo di polli la LAV ha organizzato la campagna "Conosci i tuoi polli?", il cui lancio è previsto nelle prossime settimane, con la quale sabato 15 e domenica 16 ottobre sarà presente in più di 300 piazze d'Italia. Scopo delle LAV presentare ai cittadini una petizione indirizzata al Governo italiano con la quale chiedere di bandire l'allevamento intensivo dei polli, ma anche portare l'attenzione sulla Proposta di Direttiva europea, già presentata dalla Commissione UE, che dovrà regolamentare, per la prima volta in Europa, l'allevamento dei polli da carne, e che si è limitata ad armonizzare alcune pratiche di allevamento nei 25 Paesi dell'Unione Europea, ma non ha previsto alcuna norma capace di intervenire sui gravi e diffusi problemi di cui sono vittime ogni anno oltre 5 miliardi di polli allevati per la loro carne nell'UE.

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