Ue: le associazioni scrivono ai ministri, l'Italia dica 'no' alle colture Ogm

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Ieri numerose associazioni ambientaliste, del settore agroalimentare e dei consumatori hanno inviato una lettera ai Ministri italiani della Salute, dell'Ambiente e dell'Agricoltura perché "sta crescendo la preoccupazione rispetto alle politiche europee in materia di Ogm e si rende necessaria un'azione decisa e coerente delle autorità competenti nazionali". La lettera chiede che "nelle prossime riunioni dei Comitati e dei Consigli europei già in agenda l'Italia assuma un ruolo decisivo a sostegno del settore agroalimentare. In particolare, si domanda un'opposizione energica alle due proposte della Commissione Europea: introdurre nei campi due nuove colture transgeniche (mais Bt11 e 1507) e revocare la moratoria di Francia e Grecia sul mais Mon810"

"Il comportamento dell'Europa è schizofrenico – dichiarano i Presidenti firmatari. Solo pochi giorni fa è stato votato un Regolamento sui pesticidi, in base al quale il glufosinato è stato considerato pericoloso e da vietare. Allo stesso tempo, però, si propone l'introduzione in campo di due Ogm che, oltre ad avere proprietà insetticida, sono resistenti al glufosinato. In questo modo si incentiva l'utilizzo di questa sostanza chimica, a danno della salute dei cittadini e dell'ambiente". "Inoltre, l'Europa riconosce il principio di precauzione, ma non accetta che gli Stati Membri lo applichino: il numero delle moratorie sul mais Mon810 sta aumentando, a causa delle evidenze scientifiche che ne dimostrano la pericolosità, mentre la Commissione Europea cerca di intervenire con tutti i mezzi per revocarle".

La lettera, indirizzata ai Ministri Stefania Prestigiacomo, Maurizio Sacconi e Luca Zaia è sottoscritta dai presidenti di Acli Terra, Alpa, Adiconsum, Aiab, Crocevia, Coop Italia, Greenpeace, Federconsumatori, Slow Food, Cia, Fondazione Diritti Genetici, Legambiente, CNA Alimentare, Confartigianato Alimentare, Equivita e dei Verdi Ambiente e Società (VAS). Le associazioni evidenziano inoltre che "non è stata operata una revisione delle linee guida dell’EFSA per la valutazione dell’impatto ambientale degli Ogm, così come auspicato da alcuni Paesi membri e dalla stessa Commissione Europea". E' stato inoltre cosi come "ignorato il nuovo Regolamento sui pesticidi, in base al quale l’erbicida glufosinato, a cui sono resistenti il Bt11 e il 1507, è cancerogeno e mutageno conseguentemente, il suo utilizzo deve essere vietato".

Va inoltre segnalato che oggi il quotidiano francese 'Le Figaro' ha pubblicato la notizia secondo cui l'Agenzia francese per la sicurezza alimentare (Afssa), avrebbe stabilito che il mais geneticamente modificato prodotto dalla monsanto (Mon 810) non è dannoso per la salute. In un comunicato, Legambiente sottolinea che "le notizie odierne della stampa francese non mettono in discussione la nostra richiesta alle autorità competenti nazionali di assumere un ruolo di decisa opposizione alle proposte di introdurre nei campi due nuove colture transgeniche (mais Bt11 e 1507) e revocare la moratoria di Francia e Grecia sul mais Mon810 da parte della Commissione Europea".

"Rimaniamo stupiti di fronte a chi sostiene curiosamente che, data l’espansione degli Ogm nel mondo, l’Italia non può rimanere indietro: non tutto ciò che si espande nel mondo è per questo auspicabile!" – ha aggiunto Francesco Ferrante, responsabile agricoltura di Legambiente. "Le scelte dell’Europa restano contraddittorie: da una parte, infatti, si vieta il glufosinato e, nello stesso tempo, si propongono due Ogm con proprietà insetticida e resistenti a questa sostanza. Un comportamento equivoco, manifestato in modo analogo anche nell’aver riconosciuto il principio di precauzione, ma non aver accettato che gli Stati Membri lo applichino, come nel caso delle moratorie sul mais Mon810 che la Commissione Europea sta cercando di revocare con tutti i mezzi. Atteggiamenti equivoci, di fronte a cui l’Italia deve schierarsi in modo deciso con un’azione di sostegno al settore agroalimentare nelle prossime riunioni dei Comitati e dei Consigli europei, già in agenda". [GB]

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