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Petrolio nel Lambro: l'ombra della speculazione, allarme per il Delta del Po
Contaminazioni
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La procura di Monza ha aperto un fascicolo per "disastro ambientale e inquinamento delle acque" per lo sversamento nel fiume Lambro da 3 a 5 mila tonnellate di gasolio e petrolio combustibile nel Lambro. I primi accertamenti investigativi hanno confermato l'ipotesi iniziale: è un atto doloso la fuorisciuta di petrolio dai serbatoi dell'ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta (Monza). Secondo indiscrezioni, ci potrebbe essere un giro di speculazione edilizia sull'area della vecchia raffineria - riporta Vita online.
Su quell´impianto, e sui terreni che lo circondano, dovrebbero sorgere appartamenti, negozi, capannoni industriali, un grande centro direzionale. In una parola, Ecocity: così lo ha battezzato la Addamiano Engineering di Nova Milanese, che vuole realizzare tutto ciò. Un progetto che da qualche tempo sembra segnare il passo, frenato da una serie di difficoltà economiche, e sul quale ora la catastrofe del Lambro si abbatte con la forza di un ciclone. E le indagini dei carabinieri, della polizia provinciale e del Noe, il nucleo ecologico dell´Arma, sembrano avere già imboccato una direzione precisa: quella del sottobosco dei subappalti.
Un comunicato della Addamiano afferma comunque che "dal sopralluogo effettuato dai nostri tecnici possiamo solo dire che l’incidente non ha riguardato la nostra proprietà ma l’area attigua della società Lombarda Petroli. Il progetto Ecocity in fase di realizzazione non è intaccato dall’evento che riguarda un’area attigua".
A rischio, invece "un intero sistema ecologico ed economico" - afferma il WWF. "La densa macchia nera di petrolio che ha invaso il fiume Lambro avanza pericolosamente lungo il Po ed è in queste ore nel piacentino all’altezza di Isola Serafini".
"Questa emergenza è stata gestita con incredibili ritardi sia da parte del Governo che delle tre regioni coinvolte con sottovalutazioni e insufficienza di persone e mezzi" - denuncia una nota di Legambiente. "Manca soprattutto una cabina di regia unitaria ed efficace, ma è ancora possibile intervenire per limitare i danni prima che il petrolio raggiunga il Delta e l'Adriatico - dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente. "E’ necessario che il Governo nomini un commissario capace di gestire l'emergenza, mettendo in campo le competenze della Protezione Civile nazionale e delle aziende che operano nel settore con i mezzi per intervenire tempestivamente" - chiedeva nell'imminenza del fatto Legambiente.
"Tutto l’ecosistema fluviale è in pericolo ed ora si pensa anche al Delta del Po, una delle zone umide più importanti d’Italia e d’Europa per la migrazione e lo svernamento degli uccelli acquatici. Il Delta del Po in questo momento è estremamente vulnerabile anche a causa del livello delle acque del fiume che permette una connessione diretta con molti rami laterali e con le aree di maggiore interesse naturalistico" - sottolinea il WWF.
Il WWF chiede quindi che vengano adottate tutte le misure necessarie ed utili a scongiurare che l’ondata di petrolio arrivi al Delta del Po. "Se ciò non avvenisse gli effetti su golene, canneti di foce, lagune e tratti costieri, potrebbero essere devastanti. A pagarne un prezzo altissimo non sarebbe solo uno degli ecosistemi più ricchi del nostro Paese, ma anche le attività che sostengono economicamente questo territorio come la pesca e il turismo" - conclude Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia.
Il Lambro è uno tra i fiumi più inquinati d’Italia: il suo bacino, unitamente a quelli dell’Olona e del Seveso, nell’ottobre 1987 è stato dichiarato "area ad alto rischio ambientale". È infatti la valvola di sfogo dei rifiuti, detriti e depositi fangosi di un’immensa zona industriale costituita dal triangolo Varese, Como, Milano. [GB]