Italia: col Reach nuove regole sulle sostanze chimiche

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E' stato presentato a Roma nei giorni scorsi in una Conferenza nazionale il nuovo regolamento dell'Unione Europea denominato 'Reach' che impone precise regole per l'immissione in commercio di sostanze chimiche nuove o già esistenti. Entrato in vigore lo scorso giugno, il regolamento intende "garantire una maggiore protezione della salute umana e dell'ambiente uniformando le frammentate normative dei vari paesi membri, almeno una quarantina, in un sistema di riferimento unico e coerente e rafforzando la competitività e l'innovazione delle imprese anche attraverso l'incentivazione di metodi alternativi per la valutazione dei rischi" - ha dichiarato Giancarlo Viglione, presidente Apat (Agenzia per la protezione ambientale) alla prima Conferenza nazionale sul regolamento Reach.

Il Regolamento prevede in particolare la registrazione di tutte le sostanze prodotte o importate nel territorio dell'Unione in quantità pari o superiore ad una tonnellata all'anno. L'UE valuta che tale procedura interesserà circa 30.000 sostanze in uso nel settore chimico e nelle varie filiere manifatturiere. Con l'applicazione del regolamento, la Commissione Ue stima una riduzione del 10% nell'insorgenza di una serie di malattie connesse alla produzione e all'uso di sostanze chimiche, "in particolare si riscontrano alcune migliaia di decessi in meno all'anno per tumori". Tra i benefici attesi dall'attuazione del nuovo Regolamento, vi è quindi un impatto positivo sulla salute dei lavoratori esposti alle sostanze chimiche, sulla salute della popolazione in generale e sull'ambiente. Secondo i dati presentati, è da prevedere infatti una riduzione dei rilasci chimici e la conseguente minor esposizione ad essi degli organismi viventi. Il "REACH" contribuirà a ridurre l'inquinamento dell'aria, dell'acqua, del suolo e l'impatto sulla biodiversità.

Per realizzare quanto previsto dal Regolamento, è stata istituita un'apposita Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) con sede ad Helsinki. L'Agenzia europea avrà compiti tecnico-scientifici e di coordinamento, si occuperà di organizzare una banca dati per raccogliere e gestire le informazioni sulle sostanze e garantire l'accesso del pubblico alle stesse. Gli stati membri dovranno individuare un'Autorità Nazionale e le strutture tecniche necessarie per effettuare la valutazione delle sostanze, per prendere parte allo scambio di informazioni e ai processi decisionali in ambito comunitario e per assicurare la vigilanza sull'applicazione del Regolamento. In Italia, il ministero della Salute è l'Autorità nazionale per l'attuazione del sistema Reach. Ma il sistema prevede la presenza dei ministeri dell'Ambiente, dello Sviluppo Economico e di due istituzioni, l'Istituto superiore di sanità (Iss), e l'Agenzia per la protezione dell'Ambiente (Apat).

L'assunzione di una normativa adeguata sulle sostanze chimiche è stata oggetto della Campagna "Svelénati! del WWF che negli anni scorsi aveva criticato alcune scappatoie e le norme di auto-regolamentazione dei produttori introdotte nel REACH che lo rendevano estremamente vulnerabile come l'applicazione alle sostanze prodotte o importate nell'Ue in quantità inferiori a 10 tonnellate l'anno. Il WWF inoltre, pur non avendo condizionato l'approvazione di REACH all'abolizione dei test su animali, per non ritardare il varo del Regolamento della UE, afferma che "non intende favorire il metodo di sperimentazione animale, che un numero sempre più vasto di scienziati ritiene non essere compatibile con la tutela della salute umana". [GB]

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