India: investigazioni sui pesticidi nelle bibite di Coca-Cola e Pepsi

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Il Centre for Science and Environment (CSE) di Delhi, che ha rilevato i livelli di pesticidi nelle bevande vendute in India dalle maggiori multinazionali dei soft-drinks, ha diramato un comunicato nel quale accoglie favorevolmente la decisione dell'Alta Corte affinchè una commissione di esperti conduca un'indagine indipendente sulle bevande esaminate dal Centro. La sentenza, infatti, accoglie la proposta del CSE che i campioni da esaminare vengano prelevati a caso in diversi punti vendita del Paese e non siano direttamente presentati dalla ditta produttrice.

La decisione giunge dopo che la Pepsi Co. e altre multinazionali venerdi scorso avevavo sporto denuncia presso l'Alta Corte di Delhi sostenendo che i laborartori del Centro non sarebbero accreditati a svolgere tali indagini e a renderle pubbliche, che i test condotti sarebbero "sospetti" e invocando il loro diritto "costituzionale" di continuare a vendere i propri prodotti.

La Corte Suprema ha invece rifiutato di accogliere l'istanza presentata dalla Coca-Cola che con motivazioni simili chiedeva che il caso venisse trattato alla stregua di un "ricorso dei consumatori". La multinazionale, infatti, sostiene di aver sporto la causa per difendere i "diritti dei consumatori" che non potrebbero acquistare la bevanda messa fuori commercio da alcuni giorni in vari stati indiani.

La scorsa settimana, il Centre for Science and Environment (CSE), un'organizazione non-governativa, aveva presentato un rapporto nel quale si dimostra che i livelli di sostanze tossiche e pesticidi presenti nelle bevande vendute in India dalle maggiori multinazionali (tra cui Coca-Cola e Pepsi Co) sono risultati, in tutti i campioni esaminati, fino a 45 volte superiori ai limiti consentiti nell'Unione europea e altamente nocivi alla salute. Le due multinazionali hanno fatto fronte comune convocando insieme una conferenza stampa nella quale hanno messo in dubbio i risultati delle rilevazioni del CSE. Il CSE ha risposto prontamente confutando i dati presentati dalle due multinazionali.

Non è la prima volta che le multinazionali dei soft-drinks sono chiamate in causa in India. Sempre nelle scorse settimane, pericolosi livelli di cadmio e piombo sono stati rinvenuti nei fanghi di scarto prodotti dall'impianto della Coca Cola a Plachimada, dove, nell'aprile 2002 la popolazione iniziò azioni di protesta poiché le lavorazioni dell'impianto, per le quali è necessaria molta acqua, avevano prosciugato gran parte dei pozzi dell'area ed irrimediabilmente inquinato i pochi restanti. La popolazione locale di Plachimada si è associata alla campagna mondiale di boicottaggio dei prodotti della Coca Cola Company per combattere i numerosi soprusi di cui la multinazionale è protagonista in tutto il mondo.

Fonti: Centre for Science and Environment; Planetark.

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