Il futuro della lotta all’inquinamento passa da sei grandi città dell’Africa

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Pretoria- Foto: Sipho Ndebele da Unsplash.com

In Africa, una delle regioni con il più rapido tasso di urbanizzazione al mondo, il destino della lotta e dell’adattamento al cambiamento climatico passa per le grandi città e la loro capacità di migliorare l’aria che respirano i loro abitanti. 

Lo dimostra il caso di sei metropoli del continente: Accra, Yaoundè, Il Cairo, Johannesburg, Nairobi e Lagos – oltre 49 milioni di abitanti in tutto – possono infatti salvare oltre 100mila vite, risparmiare quasi 20 miliardi di dollari e ridurre di quasi il 20% le emissioni di gas climalteranti con una serie di misure rivolte a contrastare l’inquinamento atmosferico.

A calcolarlo e sostenerlo è un report pubblicato da Clean Air Fund, un’organizzazione di base in Gran Bretagna che sostiene governi, privati e società civile nella lotta contro l’inquinamento. La pubblicazione del rapporto precede di pochi giorni l’inizio della COP28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023 in programma a Dubai da giovedì fino al 12 dicembre. Fra i temi discussi ci sarà anche la qualità dell’aria delle grandi città.

Il documento del Clean Air Fund parte dai dati: entro il 2060 il 65% della popolazione africana vivrà in città. Molte delle megalopoli del mondo con più di dieci milioni di abitanti si troveranno nel continente. Passando alle cifre relative alle qualità dell’aria invece, si assesta che solo nel 2019 in Africa oltre un milione di persone sono decedute a causa dell’inquinamento, domestico – quindi relativo all’aria respirata dentro le case – ed esterno, stando a una ricerca di un osservatorio su salute e inquinamento del Boston College.

L’inquinamento costituisce una delle più serie minacce alla salute umana globale secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Il Cairo maglia nera 

Complessivamente, le sei città africane oggetto dello studio presentano un tasso di concentrazione di polvere sottili inquinanti superiore fra le tre e le 13 volte alle soglie massime per la salute umana indicate dall’Oms. In questo senso la città che faccio peggio è Il Cairo, la capitale dell’Egitto, con un tasso 13,6 volte superiore ai parametri individuati dall’organismo internazionale.

Le morti premature e gli effetti sulla produttività lavorativa causati dall’inquinamento rischiano di costare alle sei città citate circa 139 miliardi di dollari entro il 2040, l’8% del loro prodotto interno lordo totale.

Le principali fonti della contaminazione dell’aria sono il trasporto su strada, al primo posto, e poi gli impianti industriali, lo smaltimento dei rifiuti, alcune pratiche agricole e i combustibili a biomassa. Questi ultimi utilizzati principalmente per alimentare alcune fonti di riscaldamento domestico, come le stufe a legna o a carbone, che contribuiscono in modo importante al riscaldamento e ai decessi che causa.

Le soluzioni ci sono 

Il report però non è un mero elenco di cifre drammatiche. La parte più significativa è quella relativa alle possibili soluzioni e al loro impatto.

Guardando sempre all’orizzonte del 2040, le sei metropoli africane possono infatti salvare 109mila vita, risparmiare 19,2 miliardi di dollari e ridurre del 18% le emissioni di gas serra promuovendo una serie di misure atte a ridurre l’inquinamento. Questi provvedimenti possono essere una chiave di volta anche per contrastare le emissioni di gas climalteranti e quindi il cambiamento climatico e per rilanciare la produttività economica e la crescita sostenibile, entrambe rallentate dall’inquinamento atmosferico e dai suoi effetti sulla popolazione umana...

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