Dalla Terra dei fuochi alla Terra dei cuochi!

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Ad un anno dalla legge approvata il 6 febbraio 2014 e contenente “disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo di due aree del Paese fortemente compromesse dal punto di vista ambientale: l’Ilva di Taranto e la Terra dei Fuochi della Campania”, Legambiente lo scorso martedì a Caserta ha riaperto una discussione, dati alla mano con lo studio “Terra dei Fuochi. A che punto siamo”, sulle condizioni ambientali di un territorio martoriato e con tante questioni ancora irrisolte a cominciare dai roghi tossici che ancora continuano a verificarsi e le poche bonifiche dei terreni inquinati, non solo agricoli, che rientrano nel sito contaminato Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano. 

Si tratta di uno dei tanti siti inquinati della Campania, visto che dal 1991 al 2013 secondo il dossier di Legambiente “Le rotte della Terra dei fuochi” (.pdf) sono stati sversati circa 10 milioni di tonnellate di veleni provenienti da ogni parte d’Italia (soprattutto dal “pulito” nord) direttamente nelle discariche legali e illegali delle province di Napoli e Caserta, gestite della criminalità organizzata. “In questo quarto di secolo lungo le rotte dei traffici illeciti - ha spiegato Legambiente - è viaggiato di tutto: scorie derivanti dalla metallurgia termica dell’alluminio, polveri di abbattimento fumi, morchia di verniciatura, reflui liquidi contaminati da metalli pesanti, amianto, terre inquinate provenienti da attività di bonifica. E ancora rifiuti prodotti da società o impianti noti nel panorama nazionale, come quelli di petrolchimici storici del nostro Paese: i veleni dell’Acna di Cengio, i residui dell’ex Enichem di Priolo, i fanghi conciari della zona di Santa Croce…”. Sono ad oggi 82 le inchieste per traffico di rifiuti illeciti concluse con 915 ordinanze di custodia cautelare, 1.806 denunce e il coinvolgimento di ben 443 aziende, la stragrande maggioranza di queste ultime con sede sociale al centro e al nord Italia.

La gravità della situazione e l’urgenza di dare risposte efficaci, troppo a lungo rimandate, richiede ora uno sforzo congiunto di tutti affinché la Terra di fuochi possa finalmente archiviare una lunga e drammatica stagione. “Quanto è accaduto deve rappresentare anche una lezione per il Paese, da cui trarre adeguati insegnamenti. Per questo - ha spiegato Legambiente - la mobilitazione popolare, da atto di denuncia, si deve trasformare in proposta politica, di cui le amministrazioni locali e il governo nazionale devono farsi carico, mettendo in campo con urgenza una risposta concreta”. È con questo spirito che Legambiente, Libera e Fiom hanno promosso negli scorsi mesi un percorso per costruire delle proposte credibili per trasformare la Terra dei fuochi in terra felice. Ad Aversa in novembre le tre realtà hanno avanzato e discusso alcune proposte specifiche basate sulla trasparenza dei dati e sulla riconversione del territorio, sulle tutele e i diritti, a partire da quello alla salute.

Un’utopia? No, ma per bonificare e riqualificare questa regione Libera, Legambiente e Fiom ritengono sia fondamentale mettere in campo due strumenti: la costituzione di un Osservatorio Indipendente che faccia rete tra associazioni, consorzi, agricoltori, movimenti, comitati, intellettualità diffuse, cooperative sociali, economisti, ricercatori, medici, giuristi, ingegneri, studenti e singoli cittadini per diventare uno strumento di servizio ai movimenti nella verifica sui territori del lavoro attorno alle bonifiche, d’indagine e inchiesta sociale sui territori, di proposta politica ed economica concreta. Un secondo fondamentale strumento non può non essere un “Laboratorio per la Terra Felice, che abbia lo scopo di raccontare le buone pratiche politiche e sociali sviluppate in questi mesi per valorizzare e diffondere quelle esperienze, che sono già in campo da anni, e che rappresentano la vera alternativa alla gestione criminale del territorio campano”.

È con questo intento che è nato Campania, the land of cooks, un libro che promuove la qualità dei prodotti della Campania grazie alla collaborazione di Legambiente con Alma Seges (cooperativa che opera nel settore ortofrutticolo in particolare nella Piana del Sele a Salerno) e presentato nella versione inglese lo scorso 5 febbraio alla Fruit Logistica 2105 di Berlino, una tra le più importanti fiere dell’agroalimentare in Europa. Si tratta di una raccolta oltre trenta ricette a base di prodotti campani (tra i quali 25 Dop e Igp certificati e 15 vini Doc e Docg) edite dalla Marotta&Cafiero, una giovane cooperativa di Scampia, realizzata con il contributo dello chef contadino Pietro Parisi, Alfonso Iaccarino e Pino Capano che ogni estate a Festambiente gestisce il ristorante vegetariano più grande d’Italia e di altre ricette di alcuni dei cuochi delle cooperative Libera Terra al lavoro nei terreni confiscati alle mafie. 

L’edizione è “Un’occasione importante per promuovere sul mercato internazionale la Campania della dieta mediterranea, sana, gustosa, fatta di prodotti tipici di grande qualità. Grazie alla sensibilità e alla collaborazione con Alma Seges - ha dichiarato Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania - con la versione inglese del libro vogliamo ripartire dalle tante prelibatezze che ci sono in questa Regione e dalla sapienza di quanti, i cuochi prima di tutti, sono in grado di valorizzarle al meglio per tradurre l’agricoltura pulita in buona economia”.

Alessandro Graziadei

Sono Alessandro, dal 1975 "sto" e "vado" come molti, ma attualmente "sto". Pubblicista, iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2009 e caporedattore per il portale Unimondo.org dal 2010, per anni andavo da Trento a Bologna, pendolare universitario, fino ad una laurea in storia contemporanea e da Trento a Rovereto, sempre a/r, dove imparavo la teoria della cooperazione allo sviluppo e della comunicazione con i corsi dell'Università della Pace e dei Popoli. Recidivo replicavo con un diploma in comunicazione e sviluppo del VIS tra Trento e Roma. In mezzo qualche esperienza di cooperazione internazionale e numerosi voli in America Latina. Ora a malincuore stanziale faccio viaggiare la mente aspettando le ferie per far muovere il resto di me. Sempre in lotta con la mia impronta ecologica, se posso vado a piedi (preferibilmente di corsa), vesto Patagonia, ”non mangio niente che abbia dei genitori", leggo e scrivo come molti soprattutto di ambiente, animali, diritti, doveri e “presunte sostenibilità”. Una mattina di maggio del 2015 mi hanno consegnato il premio giornalistico nazionale della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue “Isabella Sturvi” finalizzato alla promozione del giornalismo sociale.

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