Canada: Greenpeace smaschera l'attività della Monsanto

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Nei giorni scorsi gli attivisti di Greenpeace si sono uniti agli agricoltori della provincia canadese di Manitoba per protestare contro gli esperimenti in ambiente aperto sul grano geneticamente modificato condotti da Agriculture and Agri-Food Canada (AAFC) Research Farm, piantagioni per la ricerca finanziate dal governo nazionale.

La pur breve "quarantena" imposta al centro di ricerca ha voluto mettere in evidenza la forte opposizione degli attivisti alle pressioni esercitate dalla multinazionale Monsanto per l'introduzione nel Paese del grano geneticamente modificato. Un'azione dannosa per i contadini locali, visto il rifiuto del frumento Ogm da parte dei mercati d'oltremare e dalle imprevedibili conseguenze ambientali considerato il pericolo della contaminazione delle coltivazioni vicine da parte di semi e polline.

Il centro di Manitoba è uno dei molti laboratori governativi dove si svolgono esperimenti in ambiente aperto su piantagioni di grano Ogm per consentire alla multinazionale Monsanto di ottenere il permesso di commercializzare il frumento "Roundup Ready" geneticamente modificato per resistere al diserbante della Monsanto Roundup. Secondo Greenpeace il governo canadese, nel suo doppio ruolo di promotore e regolatore dell'industria biotech, viene controllato sempre più minuziosamente dalla multinazionale americana a scapito della regolamentazione delle biotecnologie in campo alimentare.

I prodotti della Monsanto rappresentano più del 90% dell'area totale coltivata con Ogm nel mondo nel 2002, ma il prezzo delle singole azioni è precipitato da 38 a 20 dollari da giugno 2002, riduzione in parte dovuta al rifiuto internazionale di Ogm. Per questo la multinazionale sta cercando di aprire nuovi mercati per i propri semi transgenici vendendoli in un unico pacchetto con le proprie sostanze chimiche.

Anche in Brasile, India ed Europa le coltivazioni Monsanto sono una delle maggiori fonti di inquinamento genetico per l'agricoltura biologica e convenzionale. In occasione della recente iniziativa di protesta di Greenpeace contro la Monsanto di Bruxelles , Luca Colombo, responsabile della campagna Ogm per l'associazione ambientalista in Italia, ha spiegato come "l'amministrazione Usa ha fatto ricorso al Wto contro la moratoria europea sugli Ogm proprio per difendere gli interessi della Monsanto e dell'industria biotech che trova forti resistenze nei consumatori in tutto il mondo". La proposta di "coesistenza" tra agricoltura Ogm e Ogm free elaborata dalla Commissione Europea, e valutata recentemente nell'incontro a Bruxelles dei Ministri per l'Agricoltura, rischia di danneggiare l'ambiente, gli agricoltori tradizionali e i consumatori e non rispetta il principio di precauzione e del "chi inquina paga".

Gli ambientalisti chiedono alla Commissione Europea e agli Stati membri di non cedere alle pressioni statunitensi, di mantenere la moratoria e introdurre le norme sulla responsabilità per i costi legati all'inquinamento genetico. "L'Italia deve accelerare le procedure di ratifica del Protocollo di biosicurezza" - ha detto Colombo - "uno degli strumenti previsti dalla Convenzione sulla Diversità Biologica firmata a Rio de Janeiro nel 1992".

Fonti: Inter Press Service, Greenpeace Italia, La nuova ecologia

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