#terrealte | Escursionisti o mostri?

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Sarà l’autunno, che mentre esplode di colori e fa potenza di sfumature ci ricorda anche quanto è fragile la vita. Sarà che in certe passeggiate tra le cime e le anse dei sentieri ci si rende conto di quanto alcune risorse siano indispensabili, nello zaino e per la Terra. Sarà un insieme di fattori, ma è proprio il momento di parlare di escursioni responsabili, anche se, per alcuni, siamo a fine stagione. Ma è sempre tempo di riflettere. Perché mentre esploriamo la natura – e soprattutto determinati ambienti montani – dobbiamo ricordarci anche che stiamo esplorando una riserva di risorse fondamentali per la nostra sopravvivenza. Una di queste è l’acqua, un bene prezioso per chiunque e ovunque, la cui presenza è ancor più strategica in quegli ecosistemi dagli equilibri particolarmente delicati e vulnerabili. E lo è a maggior ragione quando si tratta di acqua potabile, un bene necessario che va utilizzato in modo oculato. 

Da queste e altre considerazioni prende spunto la campagna “Dolomeyes: paura a prima vista!”, che nasce con l’obiettivo di innescare un cambiamento culturale e una presa di coscienza da parte di chi frequenta la montagna. Troppo spesso, infatti, chi va in montagna non ne conosce la realtà e inconsapevolmente cerca il soddisfacimento di richieste che non possono essere esaudite. Le terre alte rispondono a bisogni diversi da quelli delle valli e delle città e di conseguenza non propongono la stessa offerta. Ecco perché la Fondazione Dolomiti Unesco, promotrice di questa campagna, propone a chi frequenta la montagna un percorso di consapevolezza, volto a potenziare il livello di soddisfazione di chi frequenta questi ambienti (modificando la domanda e dunque anche le aspettative) e contemporaneamente mirando a tutelare gli ambienti stessi, proprio per le loro peculiarità che a volte sono limiti – ma limiti che possono diventare occasioni. 

La campagna gioca sulle parole “a prima vista”, di solito associate all’amore per i luoghi che si visitano: skyline mozzafiato, tramonti, rifugi ai piedi di vette che toccano il cielo, paesaggi da cartolina che ci fanno innamorare. “A prima vista”, però, c’è anche la paura. Quella che atteggiamenti poco rispettosi o insensibili possano rovinare, nel breve termine ma inevitabilmente anche nel lungo periodo, un ecosistema complesso come quello delle Dolomiti.

Protagonista di questa campagna è un mostro. Ma siamo davvero sicuri che lo sia? Dolomeyes (letteralmente “Gli occhi delle Dolomiti”) è un essere spaventoso che vive tra le rocce e le nevi delle Dolomiti, creatura misteriosa che abita le foreste innevate e difende le vette più alte. È la personificazione della consapevolezza e delle paure che dovremmo sempre tenere in considerazione quando abitiamo la montagna: non uno yeti, ma quell’Uomo Selvatico rispolverato dal cuore delle leggende che popolano la cultura alpina. Un uomo che vive in luoghi isolati a contatto con la natura, un timido che rifugge il prossimo, che non si rade né si taglia i capelli e anche per questo diventa una figura terrificante esaltata dalla pelle di caprone con cui si veste. A volte sente però il bisogno di fraternizzare con gli esseri umani e allora cerca il contatto per trasmettere loro la sua saggezza ma essi, terrorizzati dalla sua figura, lo rifuggono. Eppure la situazione in questo contesto e in questo tempo storico si ribalta: è Dolomeyes, il nostro Uomo Selvatico, ad avere paura, preda dello spavento generato da atteggiamenti sbagliati, controversi e irrispettosi verso l’ecosistema e l’ambiente montano. Come nelle favole si assiste a un rovesciamento della situazione: i veri mostri, quelli che fanno più paura, sono i gesti irresponsabili di chi non rispetta la montagna e le sue risorse (da questo contesto nasce l’hashtag #DONTBEAMONSTER).

Il “Tone of voice” della campagna richiama, anche attraverso un cortometraggio dedicato di presentazione, uno stile parodistico legato all’immaginario “leggero e nostalgico” dei B-movies horror anni ’80: per certi versi discutibile come scelta di stile e sicuramente non accattivante per i non appassionati del genere, ma con un intento condivisibile. Davanti a una frequentazione che cambia e cresce e a un turismo sempre più internazionale, che vanno purtroppo spesso di pari passo con una scarsa consapevolezza dei limiti e delle caratteristiche dell’ambiente montano, “Dolomeyes: paura a prima vista!” punta i riflettori su come sia cambiata radicalmente la frequentazione ad alta quotacon un notevole aumento delle presenze senza un corrispondente aumento della conoscenza e della responsabilità collettiva, che dimentica tra le altre cose anche le difficoltà di approvvigionamento di risorse per le terre alte, a partire proprio da quella idrica.

Queste dunque le principali motivazioni che hanno spinto la Fondazione Dolomiti UNESCO, con la collaborazione delle Associazioni dei Rifugisti e degli Alpinisti della Regione Dolomitica, ad avviare un confronto per individuare soluzioni e proposte comunicative per la promozione di una campagna di sensibilizzazione che inviti gli escursionisti a una frequentazione consapevole della montagna e a un utilizzo razionale dell’acqua in tale contesto, dove a causa del cambiamento climatico la disponibilità di tale risorsa è molto limitata e l’approvvigionamento nei rifugi molto costoso. Perché percorrere la montagna ed esplorarla significa anche rispettarne le risorse limitate e lo sforzo di chi giorno dopo giorno la custodisce: e per farlo insieme occorre favorire ogni mezzo che promuova quel processo culturale indispensabile al cambiamento.

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

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