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Ue: condanna riapertura dell'Islanda a caccia alle balene
Conservazione
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La LAV condanna con fermezza la decisione dell'Islanda di riaprire la caccia commerciale alle balene e plaude all'appello diffuso dalla Commissione Europea che esorta il governo islandese ad annullare la decisione. "Nei paesi che praticano la caccia alle balene le scorte di carne di questi cetacei rimangono in gran parte invendute - dichiara Maria Teresa D'Agostino, responsabile LAV settore pesca e itticoltura.
"Da un punto di vista economico sarebbe più conveniente, oltre che assolutamente incruento, incentivare in questi paesi l'osservazione delle balene; da un punto di vista etico ogni nazione ha il dovere di tutelare fauna e flora, tanto più se queste sono minacciate d'estinzione come nel caso delle balene. La decisione del governo islandese è inconcepibile, oltre che irresponsabile, sotto ogni punto di vista e la comunità internazionale ha il dovere di fermare questa carneficina".
Dopo quasi 18 anni di moratoria, il Governo islandese ha deciso di consentire la caccia alle balene nelle proprie acque territoriali. Si tratta di una quota di 30 balene minori e 9 balene comuni. Quest'ultime - in particolare - a dispetto del loro nomi, sono in grave pericolo d'estinzione. Greenpeace, che si batte contro la caccia alle balene sin dal 1975, si è mossa subito. Da ieri è on line una petizione nella quale Greenpeace si impegna a sostenere l'ecoturismo in Islanda, chiedendo in cambio di non riprendere le attività di caccia.
Ad oggi nel paese sono presenti 12 compagnie di whale watching per un giro d'affari stimato nel 2001 in 8,5 milioni di dollari. Per un piccolo paese come l'Islanda il turismo costutisce un importante risorsa e un'industria in forte crescita. L'idea di Greenpeace di utilizzare l'ecoturismo come materia di scambio è nuova: già tre anni fa l'Islanda aveva provato a riaprire la caccia alle balene, ma fu fermata da 70.000 potenziali turisti che avevano risposto all'appello di Greenpece.
"La decisione dell'Islanda è, purtroppo, la conseguenza della risoluzione pro caccia, non vincolante, adottata nel corso dell'ultima riunione della Commissione baleniera internazionale che definisce "non più necessaria d'ora in avanti" la moratoria sulla caccia commerciale alle balene, risoluzione votata grazie alle pressioni esercitate in particolare dal Giappone" - nota la LAV. La moratoria sulla caccia commerciale alle balene, in vigore dal 1986, era solo parzialmente riuscita a contenere i danni a questi cetacei: la ripresa della caccia costituirebbe una gravissima minaccia e una sconfitta delle attività anticaccia tese a salvaguardare questi cetacei. [GB]