Salvata dall’estinzione: torna la Starna Italica

Stampa

Foto: 

L’avevano data per estinta e invece la Starna Italica è tornata. Una volta presente in quasi tutta Italia, anche fino a 1.800 metri, ha subìto negli ultimi 50 anni un grave declino, tanto che era oggi considerata una specie formalmente estinta in natura.

La Perdix perdix italica è da però da poco tornata ad abitare le campagne della zona di protezione speciale Valle del Mezzano, nel Ferrarese. Proprio qui, fino a metà degli anni ’80, si stimava ci fossero oltre 12mila Starne, che subirono una drastica riduzione a causa delle forti nevicate del 1984-1985 e di varie operazioni di controllo della vegetazione spontanea nelle aree incolte durante il periodo di nidificazione e per predazione dei nidi e delle femmine in cova. 

Il ritorno del volatile è stato possibile grazie a LIFE Perdix, un progetto finanziato dall’Unione Europea e partito nel 2019 con l’obiettivo di reintrodurre e rendere stabili popolazioni di starna italica nella Valle entro la fine del 2024. A Mezzano dall’inizio del progetto ad oggi sono stati reintrodotti circa 22.500 individui di Starna italica provenienti dal Centro Faunistico di Bieri a Lucca, gestito dai Carabinieri Forestali del CUFAA (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari). 

Il progetto prevede un programma di ambientamento in 18 recinti di reintroduzione ed un complesso di buone pratiche di gestione ambientale per garantire la sopravvivenza delle 27mila starne totali che saranno reintrodotte. Al programma lavorano insieme vari enti ed associazioni: ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari, la Federazione Italiana della Caccia, la Fédération Nationale des Chasseurs, Legambiente, il Parco Regionale Delta del Po Emilia-Romagna e l’ente Nazionale per la Cinofilia Italiana che sostiene il progetto come cofinanziatore. 

Proteggere la Starna Italica ha un significato storico. “Si tratta – spiegano gli operatori impegnati in Life Perdix - di una specie molto legata agli ambienti agricoli che ha accompagnato l’uomo e la diffusione dell’agricoltura dal Medio Oriente al Mediterraneo”. La Starna italica, infatti, è molto legata ad ambienti rurali aperti e anche per questo è vulnerabile. Ama i campi di cereali, erbai e pascoli con rare siepi basse e con bordi erbosi cespugliati. I terreni incolti aperti sono prediletti per la riproduzione e la nidificazione. Si tratta di un uccello di medie dimensioni, stanziale e buon camminatore, molto legato ad ambienti rurali aperti e, anche per questo, vulnerabile ai cambiamenti ambientali ed alla perdita dell’habitat.  

La biodiversità - continuano gli esperti - sta diminuendo a ritmi allarmanti con pesanti ricadute sul piano biologico, etico, ricreativo, culturale, socio-economico e dei servizi eco-sistemici. Gli obiettivi del progetto sono di recuperare una specie dichiarata estinta in natura nel nostro Paese, contribuendo così alla salvaguardia della biodiversità italiana e alla cura del paesaggio naturale”. 

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ispra la ricchezza della fauna in Italia (oltre 58.000 specie) è costantemente minacciata. Delle 672 specie di vertebrati italiani, 6 sono estinte in Italia e 161 sono minacciate di estinzione (il 28% delle specie valutate). I diversi gruppi di vertebrati mostrano percentuali di rischio variabili: 2% nei pesci ossei marini, 19% nei rettili, 21% nei pesci cartilaginei, 23% nei mammiferi, 36% negli anfibi, fino al 48% nei pesci ossei di acqua dolce. Inoltre le popolazioni di vertebrati terrestri e marini sono complessivamente in declino, rispettivamente per il 27% e 22%. Delle 278 specie valutate di uccelli nidificanti nell’ultima valutazione del 2019, 5 sono estinte e 67 minacciate (erano 76 nel 2013), pari al 26% delle specie valutate. La metà delle specie di uccelli nidificanti italiani non è però a rischio di estinzione imminente.

Tra gli invertebrati sono minacciati di estinzione il 9% dei coralli, l’11% delle libellule, il 21% dei coleotteri saproxilici, il 6% delle farfalle e l’11% degli apoidei valutati. Anche per gli invertebrati si rilevano trend preoccupanti, ad esempio la percentuale di popolazioni di libellule in declino è pari al 16% del totale, 5 volte maggiore di quelle in aumento.

Alice Pistolesi

Giornalista, è laureata in Scienze politiche e Internazionali e in Studi Internazionali all’Università di Pisa.  Viaggia per scrivere e per documentare, concentrandosi in particolare su popolazioni oppresse e che rivendicano autonomia o autodeterminazione. È redattrice del volume Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo e del sito Atlanteguerre.it dove pubblica dossier tematici di approfondimento su temi globali, reportage. È impegnata in progetti di educazione alla mondializzazione e alla Pace nelle scuole e svolge incontri formativi. Pubblica da freelance su varie testate italiane tra le quali Unimondo.org.

Ultime su questo tema

Il futuro è (era) in un volo d’ape

25 Giugno 2025
I servizi ecosistemici di cui l’uomo e l’ambiente beneficiano ogni giorno grazie all’impollinazione sono a rischio. (Alessandro Graziadei)

Riserva di libertà

03 Giugno 2025
Questo mese nel podcast ALTRO MODO parliamo del progetto dell’associazione Trentino for Tibet per la gestione delle risorse idriche in Ladakh, nel nord dell’India. (Michele Simeone)

I grandi carnivori e il senso della misura

23 Aprile 2025
Dobbiamo veramente preoccuparci o una convivenza è possibile? (Alessandro Graziadei)

Dossier/ Il quadro del rischio ecologico globale (2)

23 Marzo 2025
Nei contesti dove gli effetti del cambiamento climatico incontrano una governance di partenza debole la possibilità di conflitti armati è molto elevata. (Rita Cantalino)

COP16, la biodiversità vittima di indecisioni e tiratardi

11 Novembre 2024
Un bilancio deludente che lascia troppe questioni irrisolte. (Anna Molinari)

Video

Unesco: Dolomiti patrimonio dell'umanità