Ricreare una piccola foresta tropicale: la scelta di Silvia e Jose

Stampa

Silvia  e Jose - Foto: A. Pistolesi 

“Diciassette anni fa qui c’era il deserto, oggi abbiamo la nostra piccola foresta tropicale”. Quella di Silvia Vargas (59 anni) e Jose Cardanas (58 anni) non è solo una casa, ma un progetto di vita che prevede molto verde e una grande varietà di animali.

Siamo a Jimenez, una cittadina tra il Parco nazionale Braulio Carrillo e l’area protetta del Tortuguero, sul lato caraibico del Costa Rica. Il piccolo Paese del Centro America è uno dei più ricchi di biodiversità al mondo, ma non è al riparo da deforestazione e massiccia urbanizzazione.

Negli ultimi anni, infatti, con l’aumento dei visitatori, si costruisce molto. A farne le spese è principalmente la costa Pacifica, soprattutto l’area di Guanacaste, una delle più turistiche. Ma in generale tutto il litorale che dalla regione al Nord del Paese porta alla Penisola di Osa, quasi al confine con Panama, è infatti colmo di cartelli che pubblicizzano la vendita di lotti –più o meno grandi – di terreni per la costruzione di appartamenti per turisti.

La scelta che hanno fatto Silvia e Jose, invece va nella direzione opposta. Da tre anni la coppia ha aperto le porte della propria oasi verde a viaggiatori di tutto il mondo, ma ha proseguito nella propria opera di riforestazione. “Abbiamo piantato alberi di avocado, mango, papaya, ananas, carambola, guanabana, banane, maracuja e caffè. E molte sono invece le piante che sono nate spontaneamente e che abbiamo lasciato crescere”.

Così come spontaneamente sono arrivati gli animali, come i bradipi. “Tre generazioni hanno scelto di vivere e riprodursi sui nostri alberi. Nella nostra piccola foresta vivono, o vengono a trovarci, anche una grande varietà di uccelli: dai colibrì, ai tucani, al Yigüirro, (il Tordo di Gray, ndr), uno dei simboli nazionali”.

Da qualche tempo lo spazio di Silvia e Jose accoglie anche viaggiatrici sole, perché fanno parte nel progetto della ‘Red Sofia’, un accordo tra l’Istituto Costaricano del Turismo (ICT) e l’Istituto Nazionale delle Donne (INAMU), creato per sostenere le donne che viaggiano in solitaria e garantire un turismo sicuro che riconosca gli aspetti sociali e culturali.

Ma l’aspetto centrale per la coppia resta quello ambientale. “Prima di fare questa scelta – racconta Jose – svolgevo un lavoro molto stressante che mi portava spesso in giro. Prima di impazzire ho capito che avevo bisogno di vivere più a contatto con la natura e di dedicarmi a questo progetto, insieme a mia moglie”.

Una sogno che arriva da lontano. “Ho sempre pensato che vivere circondati dal verde fosse salutare – spiega Silvia – Quando ci siamo trasferiti, in tutta quest’area non c’era nemmeno un albero. Ora abbiamo creato la nostra piccola foresta Amazzonica e non potremmo più farne a meno, anche perché sentiamo in questo modo di dare il nostro piccolo contributo al Pianeta”.

Un’oasi che al verde unisce l’arte. Tutto il giardino-foresta è infatti costellato di piccole e grandi opere create con materiale di recupero da Silvia, artista e professoressa di disegno in una scuola superiore. 

“Anche se siamo circondati da parchi nazionali – concludono - nella aree urbane la tentazione è quella di cementificare. Anche i giardini delle case riducono il verde al minimo, anche perché nel nostro territorio la vegetazione cresce molto velocemente, soprattutto nella stagione delle piogge. Se non interveniamo spesso rischiamo di non poter più entrare in casa, ma cerchiamo di lasciare fluire il più possibile la nostra area verde. Questo anche perché il microclima che si crea è perfetto. Sembra impossibile ma c’è una grande differenza tra vivere qui e nelle case nella nostra stessa via. Il tutto grazie alle piante”.

Alice Pistolesi

Giornalista, è laureata in Scienze politiche e Internazionali e in Studi Internazionali all’Università di Pisa.  Viaggia per scrivere e per documentare, concentrandosi in particolare su popolazioni oppresse e che rivendicano autonomia o autodeterminazione. È redattrice del volume Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo e del sito Atlanteguerre.it dove pubblica dossier tematici di approfondimento su temi globali, reportage. È impegnata in progetti di educazione alla mondializzazione e alla Pace nelle scuole e svolge incontri formativi. Pubblica da freelance su varie testate italiane tra le quali Unimondo.org.

Ultime su questo tema

Il futuro è (era) in un volo d’ape

25 Giugno 2025
I servizi ecosistemici di cui l’uomo e l’ambiente beneficiano ogni giorno grazie all’impollinazione sono a rischio. (Alessandro Graziadei)

Riserva di libertà

03 Giugno 2025
Questo mese nel podcast ALTRO MODO parliamo del progetto dell’associazione Trentino for Tibet per la gestione delle risorse idriche in Ladakh, nel nord dell’India. (Michele Simeone)

I grandi carnivori e il senso della misura

23 Aprile 2025
Dobbiamo veramente preoccuparci o una convivenza è possibile? (Alessandro Graziadei)

Dossier/ Il quadro del rischio ecologico globale (2)

23 Marzo 2025
Nei contesti dove gli effetti del cambiamento climatico incontrano una governance di partenza debole la possibilità di conflitti armati è molto elevata. (Rita Cantalino)

COP16, la biodiversità vittima di indecisioni e tiratardi

11 Novembre 2024
Un bilancio deludente che lascia troppe questioni irrisolte. (Anna Molinari)

Video

Unesco: Dolomiti patrimonio dell'umanità