Likya e le sue sette sorelle

Stampa

Foto: Unsplash.com

Likya é una trentacinquenne, migrante speciale e solitaria. E’ una tartaruga caretta-caretta che, lasciate le sue 7 sorelle (Belkis, Patara, Belek, Kadriye, Göksu, Mersin e Ugurlu) ha abbandonato la colonia marina turca nuotando avventurosa per 296 giorni nelle acque del Mediterraneo, raggiungendo, dopo un viaggio di 3084 chilometri, le coste tunisine.

La sua Odissea é iniziata sulle spiagge di Patara, nel sud-ovest della Turchia, un antico porto della Licia oggi ridotto allo stato di palude, nella provincia di Antalia. Il suo periplo l’ha portata prima sulle coste di Fethiye, un capoluogo di distretto della provincia di Muğla nel sud-ovest della Turchia; da qui, dopo l’ultimo sguardo al suo patrio suolo, si é immersa nelle profonde acque del Mediterraneo, per raggiungere le coste libiche di Bengasi, Sirte, Misurata e Tripoli. Ultima tappa del suo lungo peregrinare la laguna di Boughrara, una baia con una profondità dai 4 ai 16 metri, che bagna il villaggio tunisino omonimo situato nel sud del Paese, nel territorio del governatorato di Medenine.

Likya é una delle 8 tartarughe liberate dalle spiagge di Patara, Belek, Göksu e Iztuzu (Turchia sudoccidentale) nell'ambito del "Progetto di monitoraggio delle tartarughe marine" della Direzione Generale per la Conservazione dei Beni Naturali del Ministero dell'Ambiente e dell'Urbanizzazione turco.

Secondo le informazioni raccolte dall'Agenzia Anadolu, “le tartarughe caretta caretta (caretta caretta), le tartarughe verdi (chelonia mydas) e le tartarughe del Nilo (trionyx triunguis) situate in zone di protezione speciale , nell'ambito della “Convenzione per la Tutela dell'Ambiente Marino e della Regione Costiera del Mediterraneo”, sono tutelate e monitorate. È importante per la continuità degli studi sapere quali aree e Paesi visitano le tartarughe durante la loro migrazione e durante i periodi al di fuori della stagione riproduttiva, al fine di poter proteggere questi habitat e adottare misure in tal senso.” 

Di conseguenza, il Ministero ha iniziato a monitorare le tartarughe per la prima volta l'anno scorso collegando loro un dispositivo satellitare. Un viaggio iniziato 10 mesi fa. Nella "Patara Special Environmental Protection Region", un dispositivo satellitare è stato installato sulle tartarughe marine denominate "Likya", "Belkis" e "Patara" il 19 agosto 2020, con la partecipazione della Signora Emine Erdoğane moglie del Presidente turco e del Ministro dell’ Ambiente e urbanizzazione Murat Kurum.  Successivamente sono state rilasciate in mare. 

Inoltre, nell'ambito dello stesso progetto, due tartarughe marine denominate "Belek" e "Kadriye" sono state rimesse in libertà il 21 agosto; il 23 agosto la tartaruga di nome "Ugurlu" è tornata nelle sue aree naturali; e infine le tartarughe "Göksu" e "Mersin" sono state liberate il 29 agosto. 

Sono stati effettuati studi per determinare le aree di migrazione, alimentazione e svernamento di queste 8 tartarughe marine con dispositivi di localizzazione satellitare. 

Secondo i risultati degli studi nell'ambito del progetto, è stato determinato che 6 delle 8 tartarughe marine monitorate utilizzavano le acque territoriali turche come possibile area di alimentazione e svernamento dopo il periodo di nidificazione. È stato anche osservato che le tartarughe, che hanno raggiunto il loro obiettivo e di cui sono stati esaminati i dati batimetrici, preferivano zone poco profonde inferiori a 50 metri, preferibilmente intorno ai 20 metri.

Likya é stata la campionessa della via più lunga percorsa.

Con le osservazioni fatte, si è scoperto che ha seguito un percorso diverso dalle altre tartarughe. La sua area di alimentazione è stata determinata in circa 40 chilometri quadrati, ed è stato scoperto che Likya ha percorso la distanza più lunga rispetto ad altre tartarughe, che si é immersa molto più spesso, che ha utilizzato una superficie più ampia e preferito una zona con la temperatura più bassa, come area di alimentazione e nidificazione. 

Una delle tartarughe liberate dalla spiaggia di Patara e la più vecchia delle 8 tartarughe, tra i 40 ei 45 anni, Belkis, ha raggiunto la costa di Dalyan, dopo aver percorso 924 chilometri. Dalyan é una città nel sud-ovest della Turchia situata nella provincia di Muğla. Nelle vicinanze si trova la spiaggia di İztuzu, uno dei principali siti di nidificazione delle tartarughe caretta-caretta nel Mediterraneo, protetto dal 1988. 

Patara, che era partita dalla spiaggia omonima, ha percorso 524 chilometri per raggiungere le rive di Kaş, una città e un distretto della provincia d'Antalia, in Turchia.

Kadriye, la seconda tartaruga che è stata liberata dalla costa di Belek e ha lasciato la Turchia, ha percorso 1.206 chilometri e ha scelto l'isola di Kufosini, situata a sud dell'isola di Creta in Grecia, come ultima zona di alimentazione.

La tartaruga di nome Belek, che è stata rilasciata dalla stessa spiaggia, ha percorso 1.186 chilometri fino alla costa di Fethiye, raggiungendo la costa turca mediterranea. 

Quest'anno altre 10 tartarughe marine verranno tracciate con dispositivi di localizzazione satellitare al fine di effettuare studi di monitoraggio più completi, ampliare le aree di valutazione aumentando i dati disponibili e determinare l'impatto del cambiamento climatico sulle tartarughe. 

Spesso abbiamo scritto delle sofferenze e del deturpamento del Mediterraneo. Raccontare la storia di Likya e delle sue sorelle é come intonare un inno alla speranza.

Ferruccio Bellicini

Pensionato, da una quarantina d’anni vivo nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo: Algeria, prima, Tunisia, ora. Dirigente di una multinazionale del settore farmaceutico, ho avuto la responsabilità rappresentativa/commerciale dei Paesi dell’area sud del Mediterraneo, dal Libano al Marocco e dell’Africa subsahariana francofona. Sono stato per oltre 15 anni, alternativamente, Vice-Presidente e Segretario Generale della Camera di commercio e industria tuniso-italiana (CTICI). Inoltre ho co-fondato, ricoprendo la funzione di Segretario Generale, la Camera di commercio per lo sviluppo delle relazioni euro-magrebine (CDREM). Attivo nel sociale ho fatto parte del Comitato degli Italiani all’estero (COMITES) di Algeri e Tunisi. Padre di Omar, giornalista, co-autore con Luigi Zoja del saggio “Nella mente di un terrorista (Einaudi 2017).

Ultime su questo tema

Il futuro è (era) in un volo d’ape

25 Giugno 2025
I servizi ecosistemici di cui l’uomo e l’ambiente beneficiano ogni giorno grazie all’impollinazione sono a rischio. (Alessandro Graziadei)

Riserva di libertà

03 Giugno 2025
Questo mese nel podcast ALTRO MODO parliamo del progetto dell’associazione Trentino for Tibet per la gestione delle risorse idriche in Ladakh, nel nord dell’India. (Michele Simeone)

I grandi carnivori e il senso della misura

23 Aprile 2025
Dobbiamo veramente preoccuparci o una convivenza è possibile? (Alessandro Graziadei)

Dossier/ Il quadro del rischio ecologico globale (2)

23 Marzo 2025
Nei contesti dove gli effetti del cambiamento climatico incontrano una governance di partenza debole la possibilità di conflitti armati è molto elevata. (Rita Cantalino)

COP16, la biodiversità vittima di indecisioni e tiratardi

11 Novembre 2024
Un bilancio deludente che lascia troppe questioni irrisolte. (Anna Molinari)

Video

Unesco: Dolomiti patrimonio dell'umanità