Europa: Lav, inadeguata la direttiva Ue sui polli da carne

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La Commissione Europea ha pubblicato ieri la Proposta di Direttiva che dovrà regolamentare, per la prima volta in Europa, l'allevamento dei polli da carne, i cosiddetti Broiler. Nonostante sia da accogliere con soddisfazione il fatto che anche la Commissione abbia finalmente riconosciuto l'esigenza di intervenire su questa materia, oggi non regolata da alcuna norma a tutela degli animali, la LAV deve registrare con grande rammarico che la Proposta si è limitata ad armonizzare alcune pratiche di allevamento nei 25 Paesi dell'Unione Europea, ma non ha previsto alcuna norma capace di intervenire sui gravi e diffusi problemi di cui sono vittime ogni anno oltre 5 miliardi di polli allevati per la loro carne nell'UE. I maggiori problemi per i polli Broiler sono determinati dalla intensiva selezione genetica finalizzata ad accrescere i ritmi di crescita a livelli innaturali, in modo che i polli possano essere pronti per la macellazione a circa 6 settimane di vita. Un vero e proprio stravolgimento genetico, giustificato esclusivamente dalla riduzione dei tempi e dei costi di produzione e dalla ricerca del maggior profitto possibile.

Questa esasperata forma di allevamento ha provocato una consistente presenza di gravi patologie degli arti mentre il cuore dei polli molto spesso non riesce a sopportare lo sforzo derivante dalla presenza di tali patologie. Milioni di animali, infatti, muoiono negli allevamenti europei per problemi cardiaci; il movimento di questi animali è difficoltoso e doloroso e causa negli stessi, oltre al dolore, anche paura e stress. La mancanza di movimento e il lungo tempo trascorso a terra tra i loro escrementi, determina bruciature sulla pelle, molto dolorose, che generano infezioni cutanee curate con antibiotici.

"Stimiamo che ogni cinque minuti, nei 25 Stati membri dell'Unione Europea, 3 mila polli muoiano tra dolori e sofferenze indescrivibili quanto inaccettabili - dichiara Roberto Bennati, responsabile LAV campagne europee - La Commissione UE ha comunicato che intende produrre una relazione sulla selezione genetica cui sono sottoposti i polli, ma ha evitato accuratamente di indicare date e scadenze precise. Crediamo, invece, che sia urgente e importante colmare il vuoto normativo su tale materia, a tutela degli animali e dei consumatori".

La Proposta della Commissione riconosce che i gravi problemi dei polli dipendono dalle eccessive densità nell'allevamento, ma i limiti fissati dalla Commissione nella Proposta sono ampiamente insufficienti a risolvere questi problemi e, sotto certe condizioni, possono addirittura rappresentare un peggioramento della situazione attuale priva di norme. Il Comitato Scientifico Veterinario dell'UE in un suo rapporto del 2000 indicava le densità massime proponibili in 25Kg di peso vivo per metro quadro. La Proposta della Commissione indica invece, incredibilmente, 30 kg di peso vivo per metro quadro, con possibilità di ampliare fino a 38 kg per metro quadro.

"Questa Proposta non cambia le sofferenze e i tanti problemi dell'allevamento intensivo di milioni di polli e consideriamo inaccettabile il fatto che la Commissione abbia deciso di emanare una Direttiva, in un settore non regolato da alcuna norma, scegliendo una legislazione che rende legale un costante e continuo peggioramento delle condizioni degli allevamenti intensivi - prosegue Roberto Bennati - Ci domandiamo quante influenze aviari, quante crisi sanitarie e quanti milioni di animali morti per sofferenza siano necessari per far comprendere alla Commissione di Bruxelles che non si può continuare a permettere e a incentivare un allevamento basato su sofferenza, malattia e stravolgimento della natura, a tutto rischio dei consumatori, solo per difendere gli interessi di un'industria in grande crisi".

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