www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Conservazione/Energie-rinnovabili-vaghi-gli-impegni-di-Bonn-male-l-Italia-63889
Energie rinnovabili: vaghi gli impegni di Bonn, male l'Italia
Conservazione
Stampa
La Conferenza mondiale sulle energie rinnovabili "Renewables 2004" si era aperta con uno scontro tra Ue e Usa su un passaggio della dichiarazione finale - le fonti rinnovabili indicate come "la principale risorsa energetica del futuro" - che gli Usa avrebbero voluto cancellare e l'Ue, soprattutto per la spinta tedesca, non era disposta a togliere. La bozza del documento di Bonn recitava: "I Paesi condividono la visione che le energie rinnovabili, combinate con una aumentata efficienza energetica, diventeranno la più importante e più largamente disponibile fonte di energia del futuro e offriranno un nuovo paradigma per la cooperazione tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo". Ma quel "più importante e più largamente disponibile" ha suscitato le proteste di Washingtone e, nel documento finale, si è trasformato in un più generico "una più importante" risorsa.
"Un ennesimo regalo agli Usa, che cercano di mettere i bastoni tra le ruote, e purtroppo con successo, a qualsiasi ipotesi di sviluppo importante delle energie pulite e di contenimento delle emissioni di gas serra" - commenta Legambiente. E da Bonn, il direttore generale dell'associazione ambientalista notava che "senza impegni precisi e senza numeri la dichiarazione finale altro non è che l'ennesima dichiarazione di buoni, ma inutili propositi. Tagliare quella frasetta sul ruolo futuro delle rinnovabili, poi, dà il senso dell'impegno che gli Usa vogliono mettere in questo campo. Promuovere le fonti davvero pulite, però, è ormai necessario per rispondere ai cambiamenti climatici in atto e per fornire energia non inquinante, sicura e non costosa anche ai due miliardi di persone che oggi non ce l'hanno".
Tuttavia Legambiente sottolinea anche molti aspetti positivi. "Si sta rinsaldando il fronte dei Paesi che vogliono che le rinnovabili diventino il motore trainante di un nuovo sviluppo energetico, più sostenibile dal punto di vista ambientale e anche da quello sociale - nota il direttore generale. Si sente forte la necessità di assicurare a tutti l'energia - oggi ancora due miliardi di persone ancora non hanno accesso a questo servizio - e c'è la consapevolezza che la strade delle fonti fossili tradizionali è perdente. L'azione deve sostituire la retorica politica".
Oltre alla mancanza di target precisi per gli anni a venire, tra i punti critici dei documenti finali va segnato il fatto che tra le rinnovabili non compaiano solo eolico, solare, biomasse e geotermico, ma anche l'energia idroelettrica. Diviso a metà invece il parere delle organizzazioni ambientaliste sui 165 progetti "locali" presentati a Bonn che vedono interventi in molti casi avviati, ma anche programmi in cerca di finanziamento e iniziative innovative pronte a partire grazie alla partnership di governi, imprese, associazioni non governative. Tra i più significativi ci sono i piani per il deciso incremento delle rinnovabili in Cina e per il raddoppio delle fonti pulite nelle Filippine, nonché molti progetti per assicurare energia pulita e sostenibile in diversi stati africani.
"L'Italia invece anche in questo caso - nota Ferrante - spicca per l'inconsistenza dei progetti presentati. Si tratta - è il caso ad esempio dei tetti solari - di minestre riscaldate o di azioni di basso profilo". Dello stesso parere anche Greenpeace Italia, che attraverso Ascanio Vitale sottolinea che "l'Italia, come molti altri paesi industrializzati, ha presentato un pacchetto di proposte contenente unicamente misure già esistenti o progetti pilota di dubbia efficacia, alimentando confusione e non contribuendo allo sviluppo di fonti pulite. Anche l'Unione Europea ha perso l'occasione non impegnandosi a raggiungere il 20% di rinnovabili entro il 2020".
Attualmente nell'Ue il 90 percento dei sussidi va alle energie convenzionali mentre solo il 10 percento è destinato alle rinnovabili - ricorda Sanjay Suri, di Ipsnews, che sottolinea come "le rinnovabili hanno un prezzo". Nei giorni scorsi la Banca Mondiale ha promesso di raddoppiare il fondo prestiti per progetti di energie rinnovabili, che tuttavia sono ancora lontani da quelli proposti da uno studio fatto dalla stessa istituzione nel 2000.
Tornando all'Italia, alla vigilia del Summit, un comunicato di Legambiente ricordava che "l'attuale governo, ma anche quelli che lo hanno preceduto, hanno fatto troppo poco per la diversificazione dell'approvvigionamento e per lo sviluppo delle fonti rinnovabili", e denunciava "un'attenzione risibile verso il contenimento dei consumi". In Italia, infatti, negli ultimi 10 anni l'apporto delle fonti di energia rinnovabili, pulite e a basso impatto ambientale è cresciuta in modo irrisorio, superando di poco il 5% della domanda di energia elettrica, mentre nello stesso periodo i consumi energetici sono cresciuti dell'11%, ben oltre la media europea.
Per contribuire a ridurre questo ritardo, Legambiente ha aperto in Maremma, a Rispescia, un centro nazionale di promozione delle energie rinnovabili, col compito di informare sulle varie tipologie di fonti energetiche rinnovabili, sulle opportunità concrete per chi volesse investire in esse (possibilità di finanziamenti e agevolazioni fiscali sia a carattere nazionale che regionale) e sulle esperienze già in atto in tutte le regioni di Italia che hanno già ottenuto dei successi. Strumento chiave del progetto è il sito www.fonti-rinnovabili.it, dove si possono trovare informazioni, indirizzi delle aziende del settore e la documentazione aggiornata riguardante le agevolazioni e le normative relative. [GB]