Colombia: solidarietà e appelli per i diritti dei popoli indigeni

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Numerose organizzazioni nazionali ed internazionali per la tutela dei diritti umani hanno dato il proprio sostegno alla 'Mobilitazione nazionale di resistenza indigena e popolare' in atto in Colombia per denunciare il genocidio fisico e culturale e le diverse forme di violazioni a cui sono soggetti ipopoli indigeni. "Appoggiamo le ragioni che hanno spinto il movimento indigeno a mobilitarsi e denunciamo con indignazione i fatti violenti che si sono svolti negli ultimi giorni" - scrivono le organizzazioni nazionali ed internazionali per i diritti umani. "In primo luogo ci preoccupa la dichiarazione di Stato d'Emergenza senza che esistessero motivi costituzionali necessari. Questo fatto potrebbe causare la restrizione dei diritti e delle libertà fondamentali e a processare i partecipanti alla mobilitazione pacifica, senza garanzie. In secondo luogo denunciamo l'omicidio di 27 compagni indigeni durante gli ultimi 15 giorni nei Dipartimenti del Cauca, Nari㱀o e Caldas, la restrizione della libera circolazione ordinata dal Battaglione Energetico e Vial, contro la marcia pacifica del Popolo U'wa nel dipartimento di Boyacá, le aggressioni che hanno ferito 28 persone fino ad ora, le scomparse forzate e le minacce ed intimidazioni contro i manifestanti in diverse parti del paese".

Analizzando i gravissimi fatti degli ultimi giorni l'Associazione di Autorità Indigene del Cauca - Acin scrive: "Il regime preferisce che il movimento indigeno non sia autonomo, ne indigeno, ne contro la lotta armata. Preferisce che non avanziamo proposte che valichino i limiti delle comunità, né conviene loro che capiamo che la strategia che orienta il progetto economico con il quale si sta mettendo in rischio la vita, i diritti dei popoli e la giustizia deve essere combattuto e sostituito per ristabilire pace e giustizia. Preferiscono pensare e dire che siamo delle Farc per poterci eliminare e sfruttare a ricchezza dei nostri territori. Ci trattano come guerriglieri, ci attaccano con truppe di controguerriglia, ci sparano come se fossimo fuorilegge". Il Presidente Uribe ha dato ai manifestanti dei 'terroristi' sostenendo, senza fornire alcuna prova a riguardo, che nelle proteste vi sarebbero infiltrazioni delle FARC. I leader indigeni hanno smentito categoricamente le accuse, fornendo elementi di segno del tutto opposto. L'Organizzazione nazionale indigena della Colombia (Onic) ha respinto la proposta del presidente Uribe che, dopo aver represso le proteste e i blocchi stradali con l'invio di polizia e militari denunciando presunte infiltrazioni della guerriglia tra i dimostranti, si è offerto di comprare terre da assegnare alle comunità autoctone.

Anche i superiori delle Circoscrizioni dei missionari della Consolata hanno diffuso da Roma un messaggio di solidarietà ai popoli indigeni della Colombia - riporta l'agenzia Misna. "In questi giorni ci stanno giungendo notizie che ci addolorano e ci intristiscono molto. Da molti anni, dalla tragica morte di padre ぀lvaro Ulcué Chocué nel 1984, la nostra Comunità missionaria accompagna il cammino delle comunità indigene, specialmente del Norte del Cauca. Per questo conosciamo il duro cammino di resistenza che vivono le comunità con le loro autorità dai tempi della conquista e della colonizzazione. Conosciamo e apprezziamo la vostra cultura e soprattutto conosciamo e apprezziamo il processo che, in mezzo a molte difficoltà, avete costruito e che ha meritato riconoscimento al livello nazionale e internazionale. Sappiamo che state vivendo e soffrendo il dramma del conflitto armato che ha trasformato i vostri territori in un campo di battaglia e che state soffrendo le conseguenze di un conflitto sociale che, in nome di un falso modello di sviluppo, vuole spogliarvi dei vostri territori e delle vostre risorse. Per tutto questo ci duole sapere che in questi giorni siete vittime di una repressione disumana e chiediamo che siano ascoltate le vostre giuste richieste. Da lontano vi accompagniamo nella vostra giusta lotta e vi animiamo a continuare con molto coraggio e saggezza" - scrivono i missionari.

I popoli nativi della Colombia sarebbero, in base a un censimento vecchio di 15 anni, circa un milione e 350mila persone. Dal 2000 sono stati assassinati 1253 indigeni, 54mila sono stati espulsi dalle loro terre ancestrali. Ci sono 18 comunità native in via d'estinzione tra cui i Nukak Maku (uno degli ultimi popoli nomadi del pianeta) nel Guaviare. Fallito un tentativo di dialogo col governo, gli indigeni del Cauca hanno convocato ieri l'inizio di una marcia pacifica verso Cali, terza città colombiana, e nuove mobilitazioni a Bogotá e in altre città del paese. L'associazione 'A Sud' invita a sottoscrivere un appello da inviare alle autorità colombiane e al ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, per sostenere la mobilitazione indigena e quelle di altri settori che lottano in difesa dei propri diritti. [GB]

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