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Caccia: apertura anticipata in 14 Regioni
Conservazione
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Dall'alba del 1° settembre in 14 regioni oltre 700mila doppiette hanno ricominciato a sparare, grazie all'apertura anticipata della caccia decretata dalle regioni nonostante la legge statale ne preveda l'avvio solo il 21 settembre.
Le Associazioni WWF Italia, LIPU, LAV, LAC, DeA (Donne e Ambiente), Animalisti Italiani-PeTA e ALTURA hanno inviato una lettera a tutti i presidenti delle Regioni italiane.
Con un articolo di Fulvio Pratesi, pubblicato sul Corriere della Sera, accusa le Regioni che invece di fare come in Portogallo dove apertura della caccia è stato posticipata, non aver rispettato le regole di sana tecnica venatoria.
"Vogliamo denunciare all'opinione pubblica nazionale ed alle Istituzioni europee le prossime stragi di fauna che Governo, Parlamento e Regioni vogliono instaurare in Italia - dichiara Ennio Bonfanti, responsabile "fauna" della LAV - La caccia è un'attività eticamente inaccettabile poiché viola il diritto alla vita di milioni di animali selvatici: ormai gli Italiani ne sono convinti e i sondaggi lo dimostrano: dal 70% all'89% degli intervistati condanna questa attività, che alcuni non hanno vergogna a chiamare 'sport'".
Formidabile vittoria giudiziaria e morale senza precedenti della LAV (Lega Anti Vivisezione) e della LAC (Lega Abolizione Caccia) nel Lazio dove il Tribunale Amministrativo Regionale ha emesso il decreto presidenziale d'urgenza n. 4421/03 con cui si sospende irrevocabilmente la pre-apertura della caccia prevista per il prossimo 1° settembre.
La legge 157 prevede un'apertura limitata ad alcune specie migratorie che all'avvio della stagione venatoria avranno già lasciato il nostro territorio, ma dall'altro lato è corredata da un sistema di controlli molto blando. La direttiva circoscrive la deroga esclusivamente alle specie in soprannumero e a quelle considerate dannose per l'agricoltura. Dal momento che in Italia non esistono studi aggiornati sul numero di animali cacciabili presenti, e che anche se ci fosse non sarebbero vincolanti, ogni Regione ha utilizzato questa deroga a suo piacimento.
Con la ripresa dei lavori parlamentari torneranno sul tavolo alcune proposte di modifica della 157 caldeggiate da Federcaccia e considerate di deregulation selvaggia non solo dagli ambientalisti. Contro la revisione della vecchia legge si è schierata anche l'Arcicaccia, mentre nell'Unavi, l'Unione delle associazioni venatorie italiane, ci sono forti divisioni.