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Ambiente: il governo presenta il ddl sugli ecoreati
Conservazione
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Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta dei ministeri dell'Ambiente e della Giustizia, il Disegno di legge sugli ecoreati che contiene le disposizioni concernenti i delitti contro l'ambiente e dà la delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della relativa disciplina. Multe fino a 250 mila euro e carcere fino a un massimo di dieci anni, più le aggravanti. Si va dal danno fino al disastro ambientale, con l'obbligo di bonifica dei siti, fino al reato di "eco-mafia", richiesto da numerosi giuristi.
In particolare, le pene più severe riguardano il traffico di materiale radioattivo o nucleare: in questo caso, è punito "con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 50.000 a 250.000 euro chiunque illegittimamente cede, acquista, trasferisce, importa e esporta sorgenti radioattive o materiale nucleare. Alla stessa pena - si legge ancora nel disegno di legge - soggiace il detentore che si disfa illegittimamente di una sorgente radioattiva". La pena è aumentata "di un terzo se dal fatto deriva pericolo concreto di una compromissione durevole o rilevante" del suolo, delle acque o, per fare qualche esempio, della flora. È punito con la reclusione fino a cinque anni e 30.000 euro anche chiunque (art.452-bis) immette nell'ambiente "sostanze o energie cagionando o contribuendo a cagionare pericolo concreto di una compromissione durevole o rilevante" della flora e della fauna.
Novità importanti anche per il traffico illecito di rifiuti (art.452-septes). "Chiunque illegittimamente cede, acquista, riceve, trasporta, importa, abbandona o smaltisce ingenti quantità di rifiuti è punito con la reclusione fino a cinque anni e con la multa da 10.000 a 30.000 euro. In caso di rifiuti pericolosi la reclusione sale fino a sei anni e la multa fino a 50.000 euro". Novità anche per i reati "in forma organizzata" (eco-mafie): quando c'è associazione (anche non esclusiva o prevalente) allo scopo di commettere reati contro l'ambiente le pene "sono aumentate di un terzo".
"Finalmente arriva la svolta che consente di punire gli ecocriminali anche con l'arresto. Una richiesta che Legambiente avanza dal 1994" - ha commentato il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta. "Per contrastare seriamente chi arreca danni al territorio e minaccia la salute dei cittadini, l'introduzione nel codice penale dei delitti contro l'ambiente è una necessità" - aggiunge Della Seta.
Come testimomia il Rapporto Ecomafia 2007 presentato nei giorni scorsi, il bilancio 2006, ricorda Legambiente, è infatti di tre reati contro l'ambiente ogni ora. Le forze dell'ordine hanno accertato 23.668 infrazioni, e le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Sicilia, Calabria, Puglia e Campania hanno totalizzato il 45,9% dei reati ambientali. Ma l'anno scorso è anche stato quello dei record, per il numero d'inchieste (18), di arresti (126) e di persone denunciate (417), grazie allo strumento fornito alle forze dell'ordine e alla magistratura dall'introduzione del delitto ambientale di organizzazione di traffico illecito di rifiuti. "Per fornire ora uno ulteriore, incisivo strumento di tutela del nostro Paese - conclude il presidente di Legambiente - auspichiamo che il parlamento approvi nei tempi più brevi possibili questo disegno di legge". [GB]