Il pretesto del black-out per coprire l'Italia di centrali

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Un albero caduto su una linea non può mettere in ginocchio l'Italia; l'incompetenza, invece, sì. Dal sito dei Comitati Scrivia riportiamo un analisi che analizza il perchè il black-out non capita per mancanza di grandi centrali ma a causa dell'incapacità di governo del mercato elettrico privatizzato.

Nella ridda di ipotesi e smentite che si stanno facendo in queste ore sulle cause del black-out che ha colpito l'Italia, una cosa sembra sicura e cioè che "il black out è stato prodotto da un guasto esclusivamente di natura tecnica; non c'è altro" secondo l'affermazione di Guido Bertolaso, capo della Protezione civile.
Quindi non un problema di produzione di energia, ma un problema di rete e di gestione. La cosa penosa è che esponenti del governo, come Marzano, colgano l'occasione per rilanciare la politica della costruzione in massa di centrali termoelettriche sul territorio italiano inducendo a credere che il black-out di oggi sia addebitabile all' alto consumo energetico degli italiani. Purtroppo in questa trappola è cascato anche il Presidente Ciampi visto che avrebbe affermato: "non si può più aspettare; bisogna operare, non ritardare la costruzione di centrali".

VEDIAMO ALCUNI DATI

Potenza installata netta in megawatt: 76.950

Potenza reale disponibile: 48.950 (quante disfunzioni da correggere!)

Fornitura dall'estero: 6300

Totale a disposizione 55.250

Record di consumi : 52.950

Riserva di 2.660

Alle ore 3 di domenica 28 settembre il consumo ammontava (dati del GRTM-Gestore Rete Trasmissione Nazio-nale) a 21.000 megawatt,di cui 5.000 provenienti dall'estero e quindi con 33.000 megawatt di produzione italiana fermi.
Non ci interessa capire il perché dell'avvio dell'effetto domino, non è di nostra competenza, certo che la storia del vecchio abete spezzato dal vento sa tanto di capro espiatorio.

- E' invece importante sapere che molte nostre centrali erano ferme perché noi italiani siamo i più furbi d'Europa e di notte spegniamo i nostri impianti e importiamo energia dalla Francia e dalla Svizzera perché costa circa la metà

- E' importante sapere che buona parte delle centrali idroelettriche di notte consumano energia importata e poco costosa per sollevare l'acqua verso i bacini di alimentazione e produrre poi di giorno energia ai prezzi massimi

- In tutti i paesi europei vi sono centrali che producono megawatt di riserva, la cosiddetta "riserva calda" che deve esse-re disponibile quando salta un collegamento per sostituire automaticamente il carico perduto. Questo in Italia non avvie-ne, anche se è previsto per legge e anche se i consumatori pagano sulle loro bollette questa produzione supplementare

- In Italia o non c'è sistema di controllo per evitare l'effetto domino oppure non si è saputo gestire il problema, che non è affatto quello della mancanza di centrali(dobbiamo ricordare che se ne stanno costruendo parecchie per ulteriori 12.000 mega-watt.),ma,dicono alcuni tecnici,nella carenza delle infrastrutture e della rete o,diciamo noi,nella liberalizzazione del settore

- La corsa alla liberalizzazione e alla privatizzazione in quattro anni ha dato pessimi frutti, ad esempio le tariffe sono salite del 30 % (ma non ci raccontavano che la concorrenza avrebbe favorito i consumatori?) e l'energia scarseggia

- L'Inghilterra ha rovinato la sua rete ferroviaria con le privatizzazioni caotiche; la California resta continuamente al buio per la concorrenza fra fornitori di energia e noi rinunciamo a un controllo unico, responsabile e statale - nell'interesse della comunità e non del profitto aziendale di beni importanti come l'acqua, l'energia, la sanità, la scuola, i trasporti seguendo il vessillo ipnotizzante, la parola d'ordine, PRIVATIZZARE.

-Un cenno all'informazione televisiva. Nessuno ha menzionato la gestione della rete.Come al solito molti slogan e tanta confusione per il telespettatore medio.Veramente penosa poi la trasmissione di Raiuno alle 22:15, dove le dichiarazioni del presidente di GRTN, che attribuiva tutta la responsabilità del disastro alla nostra dipendenza energetica dall'estero, non sono state nè supportate nè contestate da alcun tecnico del settore o persona informata sui fatti.
- Quanto accaduto dimostra ulteriormente, che la questione energetica in Italia deve essere affrontata con serietà, onestà e il coinvolgimento dei cittadini; non può essere strumentalizzata per rilanciare periodicamente "l'affare" delle centrali; non può essere affrontata escludendo quei soggetti (comitati, gruppi, cittadini attivi..) che operano nella concretezza delle politiche nei loro territori; non può essere considerata eludendo la questione del risparmio energetico e dell'uso delle energie rinnovabili.
- Le gravi lacune nell'attuale assetto di liberalizzazione hanno reso irrazionale il governo energetico dal momento che non è stata data una definizione legale di pubblica utilità e di livello di rischio accettabile nell'assicurare la fornitura. L'onere della continuità,prima interamente in capo al monopolista Enel,oggi,in presenza di una pluralità di soggetti è stato semplicemente cassato e i singoli operatori,compreso l'Enel,privi di una visione di insieme,ritengono non remunerativo la-sciare in funzione centrali per far fronte alle emergenze.Figurarsi poi di notte, con tariffe più basse e con livelli di pro-duzione più che dimezzati.I diversi soggetti operano in modo disconnesso e il gestore della rete -organismo distinto dai pro-duttori -non considera suo compito farsi carico della continuità dell'offerta,le imprese ragionano esclusiva-mente in termini di redditività, il ministero delle attività produttive ha curato essenzialmente la privatizzazione dell'Enel. In queste condizioni, al di là dei facili ottimismi, era ineluttabile che, al primo incidente di percorso, gli effetti sarebbero stati devastanti.

Fonte: Comitati Scrivia

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