Astypalea, un hub della mobilità sostenibile nell’Egeo

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Foto: M. Rossi

È agosto, il sole cocente è stemperato dal Meltemi, il vento che batte l’Egeo in estate e… ssssshhhhh: ecco un altro Astybus che scivola rapido lungo le strade sinuose dell’isola greca. Sono almeno 2 i furgoncini della Volkswagen che ogni giorno fanno su e giù per la strada principale che corre lungo Astypalea, piccola isola greca del Dodecaneso, caricando passeggeri, per di più turisti. Eh sì, perché qui il trasporto pubblico è affidato a veicoli elettrici, così come sono elettrici le auto, le e-bike e gli scooter affittati ai vacanzieri accorsi in estate sull’isola, e tutti i mezzi in dotazione alla polizia locale

100 Km quadrati per 1300 abitanti, circa 72mila turisti l’anno e un progetto innovativo sessennale stilato nel 2020 tra il governo greco e il gruppo Volkswagen: costruire una “e-Astypalea”, trasformando l’isola in un modello con una mobilità a impatto zero, atta a garantire l’efficienza energetica, economica ed ambientale dell’intero sistema di produzione, gestione, distribuzione e uso delle risorse nell’isola. I 4 pilastri individuati dal progetto vedono innanzitutto la presenza sull’isola di veicoli elettrici (azione effettuata dal 2021); in secondo luogo l’attivazione di un trasporto pubblico “smart” organizzato on demand tramite app e volto ad accompagnare l’individuo dove desidera (obiettivo raggiunto tramite l’attivazione di Astybus e dell’app Astymove); il terzo punto consiste nella creazione di un sistema di approvvigionamento energetico ibrido, atto a rimpiazzare quello attuale basato sul diesel (in corso di piena attuazione). Un quarto punto, al momento disatteso e solo opzionale, prevede di testare sull’isola un sistema di auto a guida autonoma. Il percorso è in linea con l’Accordo di Parigi della COP21 per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030 e con l’interesse profondo di Atene di mettere a segno una strategia nazionale orientata al green

L’evidente boom turistico dell’isola degli ultimi anni è sostenuto dalla vasta pubblicità data al progetto per la costruzione di questa “smart and sustainable island”. Un questionario elaborato dall’Università dell’Egeo e scaricabile in loco tramite QR-code intende recepire proprio la percezione che i turisti hanno del progetto; un segno di quanto si stia puntando sulla percezione green dell’isola per incentivarne l’afflusso. Al contempo la piccola isola offre una vetrina internazionale di mezzi elettrici che pochi altri territori potrebbero fornire: di certo la casa automobilistica tedesca deve averne tenuto conto nella stipula dell’accordo. Molti i turisti italiani sull’isola in quest’estate 2024, alla ricerca di una vacanza al di fuori dalle rotte principali offerte dalle isole mediterranee; ma anche greci, qualche francese e olandese. Nei prossimi anni i prezzi in ascesa della location contribuiranno a indirizzare l’accesso turistico all’isola e dunque la nazionalità degli spettatori di questo biglietto da visita in salsa “eco”.

Devo ammetterlo. Conoscendo le isole greche per le mie assidue frequentazioni estive, non mi aspettavo di assistere a una realtà trasformativa in tale stato di avanzamento. Avevo letto articoli e visto immagini dal web ma è stato impressionante trovare l’isola greca “a forma di farfalla” una realtà in termini di accessibilità e ricarica di veicoli elettrici, di pale eoliche installate, di servizio navetta-bus on demand tramite l’app astyMOVE, di asfaltatura di buona parte della strada che corre lungo la costa dell’isola. 

Eppure poi, dopo l’impatto iniziale di vedere colonnine per le ricariche elettriche dinanzi agli storici Mulini di accesso alla Chora (centro) del villaggio principale dell’isola, dei parcheggi riservati e dei più innovativi modelli elettrici della Volkswagen di auto-moto-bici, sono tornata a vedere i pali della luce delle isole greche, ovvero pali di legno con fili elettrici a vista che affiancano e sormontano le basse palazzine azzurre e bianche, sono tornata a sentire oltre agli ssssshhhhh il suono delle cicale attivissime d’estate, a vedere motorini vecchi di almeno 10 anni con famiglie di 3 persone a bordo, se non la spesa fatta nell’unico “super” mercato dell’isola. Sono tornata a sentire gli odori della macchia mediterranea mista al gyros. Sono tornata a vedere le caprette che girano indisturbate, talvolta anche in spiaggia, nelle collinette brulle e arse dal sole. Sono tornata a vedere il mare come il vero protagonista dell’isola, lo stesso che consente all’isola di essere apprezzata dai turisti nei mesi estivi e di restare isolata per i restanti 9 mesi all’anno, con le ovvie limitazioni in termini di accesso a fondamentali servizi sanitari e di istruzione che una popolazione di poco più di 1000 abitanti su una piccola isola possono avere. 

La domanda allora è: che senso ha rendere intelligente e sostenibile un’isola minuscola con un efficientamento totale per pochi mesi all’anno invece che puntare su una città metropolitana ricca di Co2?

Miriam Rossi

Miriam Rossi (Viterbo, 1981). Dottoressa di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali, è esperta di diritti umani, ONU e politica internazionale. Dopo 10 anni nel mondo della ricerca e altrettanti nel settore della cooperazione internazionale (e aver imparato a fare formazione, progettazione e comunicazione), attualmente opera all'interno dell'Università degli studi di Trento per il più ampio trasferimento della conoscenza e del sapere scientifico.

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