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Clima: la crisi del miele e gli impegni di Kyoto
Carburanti
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A pochi giorni dal primo meeting delle Parti sul Protocollo di Kyoto, che avrà luogo a Montreal dal 28 novembre al 9 dicembre 2005, il Commissario Europeo per l'Ambiente, Stavros Dimas, ha accolto calorosamente la campagna clima del Wwf. Cinque "testimoni del clima" sono arrivati a Bruxelles per raccontare la propria storia e come i cambiamenti climatici hanno modificato le loro vite e le loro attività produttive. Giuseppe Miranti, un apicoltore italiano di 26 anni, membro del Comitato direttivo della Coldiretti, spiega come a causa delle temperature più miti, le fioriture si verificano in momenti insoliti dell'anno. Questo comporta un cambiamento nel comportamento delle api e una riduzione della loro attività. Gli attacchi dei parassiti, sempre più infestanti, determinano anche una riduzione nella produzione del miele.
La neve che sta scomparendo dalla Scozia, siccità e perdita dei raccolti in Spagna, il declino delle foreste in Germania, l'innalzamento del livello del mare al largo delle coste dell'Inghilterra. Sono tutti pericolosi segnali dei cambiamenti climatici in Europa. "Per essere credibile a livello globale, l'Unione Europea dovrebbe per prima cosa far fronte agli impegni sottoscritti per il Protocollo di Kyoto e ridurre entro il 2012 le emissioni domestiche di gas serra dell'8%. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso un rafforzamento dell'Emissions Trading Scheme (il sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas ad effetto serra) che potrebbe guidare il settore energetico - la maggior causa di inquinamento di anidride carbonica (CO2) nel mondo - verso un futuro più pulito e verso maggiori tagli delle emissioni di CO2 dopo il 2012" ha detto Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia - "I cittadini si aspettano un'azione concreta dall'Unione Europea perché il cambiamento del clima è già una realtà nella vita di ogni giorno". Il WWF chiede il rafforzamento dell'ETS in questa seconda fase con l'orientamento fondato sugli obiettivi di riduzione di Kyoto.
"I 25 paesi europei hanno a disposizione uno strumento importantissimo che regola le emissioni industriali di CO2, l'Emissions Trading Scheme (ETS) che copre il 46% delle emissioni europee di CO2, il 15,5% delle emissioni globali dovute alla combustione del carbone ed è rivolto alle grandi installazioni singole che impiegano energia, soprattutto produzione di energia, metalli, materiali da costruzione e carta - ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Campagne Internazionali del WWF Italia e che parteciperà al Summit di Montreal -.
Entrato in vigore il 1° gennaio del 2005, l'ETS sta per entrare nella seconda fase e stanno iniziando in questo periodo le negoziazioni per le coperture nazionali per il periodo 2008-2012. Il WWF chiede il rafforzamento dell'ETS in questa seconda fase con l'orientamento fondato sugli obiettivi di riduzione di Kyoto. In Italia non si è iniziato a discutere della seconda fase dell'ETS perché non è ancora chiuso il NAP. Non solo, il Ministro dell'Ambiente ha annunciato un vero e proprio sussidio di Stato ai combustibili fossili, con 100 milioni di Euro destinati all'acquisto di crediti all'estero. "Questo è inaccettabile" dichiara il Wwf.
Da Legambiente arriva la preoccupazione per le possibili ripercussioni sul comportamento del governo italiano dell'annullamento da parte del tribunale di primo grado dell'Unione europea della decisione della Commissione che dichiarava inammissibile la richiesta da parte della Gran Bretagna di aumentare la sua quota di gas serra. "Temiamo - conclude Della Seta - che l'Italia colga la palla al balzo per peggiorare ulteriormente, se possibile, le sue azioni per il rispetto degli obiettivi di Kyoto". "Benché l'Italia sia in netto ritardo sulle procedure di applicazione, il Protocollo di Kyoto si può rispettare " - dicono in un documento di proposte le organizzazioni ambientaliste italiane - " Un passo di estrema importanza è sicuramente quello di arrestare la tendenza costante ad accentrare la produzione energetica in grandi impianti, puntando invece sulla generazione distribuita in impianti di piccole e medie dimensioni capaci di recuperare calore e, dunque, di conseguire rendimenti superiori alle centrali tradizionali". Nel campo del solare fotovoltaico, ad esempio, con uno scenario nel quale l'Italia ha una potenza installata circa 25 volte inferiore rispetto a quello della Germania, nonostante il 50% in più di insolazione annua, le organizzazioni chiedono di innalzare ad almeno 300 MW al 2010 l'obiettivo posto dall'attuale decreto e stabilire adeguati programmi di incentivazione come avvenuto in Germania, con la riduzione dell'IVA per gli impianti fotovoltaici. [AT]
Approfondimenti: Sito sui cambiamenti climatici della Commissione Europea, Campagna