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Ogm: approvato il decreto, contrastanti i giudizi
Biotecnologie
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Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri sera il decreto che regola la coesistenza tra le coltivazioni convenzionali, biologiche e modificate. Il provvedimento è stato proposto e voluto con forza dal ministro per le politiche agricole, Gianni Alemanno. "Alla fine abbiamo ottenuto un buon risultato" - ha commentato Alemanno nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Con decreto del Ministro delle politiche agricole, d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, saranno definite le norme per la coesistenza, anche con riferimento alle aree di confine fra Regioni, le quali entro il 31 dicembre 2005, adotteranno piani di coesistenza (con regole tecniche, condizioni e modalità per la sua realizzazione) anche in collaborazione con gli enti locali. Il decreto-legge prevede specifiche responsabilità in capo all'imprenditore agricolo che intenda mettere a coltura organismi geneticamente modificati, nonché sanzioni per chi non rispetti il divieto di impiantare colture transgeniche prima dell'adozione da parte delle Regioni dei piani di coesistenza.
Il testo del decreto (in .pdf)
Contrastanti i giudizi del mondo dell'agricoltura e dell'associazionismo. "Troppe le modifiche peggiorative" - sottolinea Legambiente - "ma finalmente si è messa la parola fine a questo gioco dell'oca". "Anche se - precisa Legambiente - le modifiche apportate sono talmente peggiorative che mettono a rischio l'efficacia a vantaggio, naturalmente, della lobby del biotech. Basti pensare al depennamento delle sanzioni penali per chi inquina. Chi si renderà colpevole di contaminazione, infatti, sarà soggetto a una sanzione amministrativa che, ci sentiamo di azzardare, difficilmente verrà pagata dall'agricoltore quanto piuttosto dalla multinazionale produttrice delle sementi".
Soddisfatto invece il mondo dell'agricoltura seppure con qualche distinguo. Per il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni "è un primo atto di responsabilità che risponde alla grande mobilitazione di imprese e cittadini, impegnati in una battaglia di civiltà che la Coldiretti continuerà sul territorio con Comuni, Regioni e in Parlamento, dove la stragrande maggioranza delle forze politiche di entrambi gli schieramenti si è impegnata a difendere l'agricoltura italiana dai rischi di contaminazione del biotech e il diritto di scelta dei consumatori". Secondo il presidente della Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, "oggi finalmente le Regioni hanno uno strumento certo perché i produttori possono, nel momento delle semine autunnali, avere un quadro di riferimento preciso e, nello stesso tempo, i consumatori avranno garanzie concrete sugli alimenti che acquistano. Adesso è opportuno che il provvedimento venga rapidamente recepito dal Parlamento". Il presidente della Fedagri-Concooperative, Paolo Bruni, nell'esprimere la propria soddisfazione sottolinea che "l'approvazione di questo decreto non deve frenare il cammino della scienza nella direzione della ricerca".
Critica invece l'Aiab, che rileva come il decreto, oltre a essere "debole e lacunoso", non garantisce l'agricoltura biologica. "Sono scomparse - afferma il presidente dell'associazione, Vincenzo Vizioli - le regole rigorose e dettagliate che potevano garantire una vera agricoltura ogm-free". Per la Confagricoltura, invece, "sono stati apportati miglioramenti, che rendono il decreto finalmente compatibile con le regole comunitarie. Tuttavia non si è intervenuti a sufficienza su uno degli aspetti più delicati: la responsabilità a carico degli agricoltori".
Proteste da parte del mondo del biotech. "E' una giornata grigia per chi fa ricerca e innovazione, il Paese ha bisogno di competitività e di libertà di fare impresa" - ha commentato il presidente di Assobiotec, Roberto Gradnik, mentre l'Istituto Bruno Leoni, che ha coagulato gli scienziati in un appello anti Alemanno, definisce il decreto "Vergognoso". Soddisfatti invece i Verdi ambiente e società (Vas) che sottolineano come "l'Italia sia finalmente libera da ogm", mentre il segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza giudica l'approvazione del decreto "importante per il futuro del sistema agroalimentare". [GB]